Lamezia Terme, 23 luglio - Quattro dei cinque componenti della "cupola" che governa le azioni criminali della cosca Giampà di Lamezia Terme, sono tra le persone arrestate stamani dai carabinieri per l'omicidio di Federico Gualtieri 35 anni, ucciso con una raffica di colpi calibro 9 la mattina del 27 marzo 2007 in via Ferlaino a Lamezia. L’uomo fu freddato davanti alla moglie che stava allestendo il loro chioschetto di frutta e verdura. I carabinieri di Lamezia Terme insieme a quelli del reparto operativo di Catanzaro hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di cinque persone indiziate, a vario titolo, del delitto. Tra i cinque soggetti raggiunti dalla misura cautelare, quattro sarebbero considerati come appartenenti alla “cupola” della cosca Giampà: Giuseppe Giampà alias "capu randi", 32 anni, figlio di Francesco detto "U professore" che viene ritenuto il boss del clan; Pasquale Giampà (48 anni) detto ''mille lire'', Aldo Notarianni alias "Piluosci", 47 anni, e Vincenzo Bonaddio (53 anni). Questi sono considerati dagli organi inquirenti quali mandanti del delitto Gualtieri. Ai quattro il provvedimento è stato notificato in carcere dove sono detenuti dalla fine del giugno scorso al termine dell'operazione Medusa. La quinta persona arrestata è Vincenzo Ventura che avrebbe avuto un compito di supporto ai due killer che assassinarono l’uomo. Il delitto Gualtieri sarebbe maturato nell’ambito della guerra di mafia che ha insanguinato con oltre 50 omicidi la città della Piana dal 2000 al 2008 e che ha visto contrapposte la cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri” a quella “Giampà-Iannazzo”. L’omicidio ebbe luogo in una via molto trafficata e in un quartiere molto popolato della zona nord di Lamezia. Per l’assassinio fu scelta un’ora nevralgica della giornata, le 8 del mattino: il momento in cui la città si sveglia e tutti escono da casa. L’omicidio a sangue freddo, terrorizzò le tante persone che passavano per caso da via Ferlaino in quegli istanti terribili e, soprattutto, sconvolse i tantissimi bambini e ragazzi che si stavano recandoalla vicina scuola media Manzoni. La vittima, già nota agli investigatori, era il nipote di Emilio, ritenuto dagli investigatori un elemento di spicco dell' omonimo clan. Gualtieri, secondo gli investigatori, era inserito nella cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri che da anni era in lotta con i Giampà-Iannazzo.
Prosegue dunque la "strategia" adottata della Dda di Catanzaro assieme alle forze dell'ordine. Durante l'operazione Medea sull'omicidio Zagami, che fece seguito all'operazione Medusa, si parlò infatti di una "prima appendice dell'operazione Medusa" oltre al fatto che gli organi inquirenti avrebbero a disposizione "materiale per i prossimi due anni almeno". Inoltre, è stato specificato, che un conto è l'accusa di estorsione e l'altra quella di omicidio che presuppone l'ergastolo. Dopo l'operazione Medea, quindi, ecco giungerne un'altra contro esponenti cosca Giampà. L'intento è quello dichiarato di lasciare in carcere capi cosca con le accuse di omicidio cui facciano seguito processi separati. Medusa, con il sistema delle estorsioni da una parte e omicidi dall'altra.
Contributo alle indagini da killer ora collaboratori di giustizia
Un apporto consistente lle indagjni sull'omicidio di Federico Gualtieri è venuto dai collaboratori di giustizia "le cui dichiarazioni sono state conformi e coincidenti con gli esiti investigativi". A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo illustrando gli esiti dell'operazione. In particolare hanno collaborato gli autori del delitto, Saverio Cappello, che sparò materialmente a Gualtieri e Angelo Torcasio che guidava la moto. All'incontro hanno partecipato anche il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, il comandante del reparto operativo provinciale di Catanzaro dei carabinieri Giorgio Naselli ed il comandante della Compagnia di Lamezia Stefano Bove. "Su Lamezia - ha aggiunto Lombardo - prosegue il nostro lavoro. Disponiamo di materiale su buona parte degli omicidi commessi in quella zona che dobbiamo mettere insieme". "Adesso sembra routine - ha detto Borrelli - con operazioni su Lamezia Terme a ritmo continuo ma occorre rapportarsi ad un mese fa, quando tutto sembrava fermo. Sappiamo bene che a Lamezia non c'é solo la cosca Giampà ed infatti le indagini che stiamo conducendo riguardano tutta Lamezia. E sono certo che dopo l'estate in quella zona ci saranno ulteriori affermazioni dello Stato. Ciò vale anche per altre zone del distretto. Il fatto è che il lavoro si autoalimenta. Senza gli arresti per estorsione dello scorso anno, il lavoro di oggi sarebbe più difficile".
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