Precisazione sulla vicenda dei boss “finto depressi”

carabinieri

Venerdì 20 gennaio abbiamo pubblicato una notizia, che avevamo ripreso integralmente da un flash dell’Ansa regionale. La notizia era questa: “Reggio Calabria, 20 gennaio - Due medici ed un avvocato sono stati arrestati stamani dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria per avere prodotto false certificazioni mediche finalizzate a far uscire di carcere boss della 'ndrangheta detenuti. Si tratta di Guglielmo Quartucci, di 59 anni, di Celio (Cosenza), medico responsabile della casa di cura privata per malattie neuropsichiatriche ''Villa degli Oleandri" di Mendicino (Cosenza), di Francesco Moro (57), di Reggio Calabria, in servizio al 118 di Locri, e dell'avv. Francesco Marcello Cornicello (39), di Cosenza, che ha ottenuto i domiciliari. Inoltre i provvedimenti restrittivi sono stati notificati al boss di San Luca Giuseppe Pelle (53), al figlio Antonio (25), entrambi già detenuti, ed alla moglie di Giuseppe, Marianna Barbaro (45). I Carabinieri hanno anche sequestrato le quote facenti capo a Quartucci della casa di cura Villa degli Oleandri”. Il nostro titolo riprendeva il lancio dell’Ansa: “Calabria: Boss, finti depressi, arrestati due medici e legale”. La portata di questa notizia era tale che è stata ripresa da tutti i media nazionali, tv comprese. Nei giorni successivi, questa notizia ha avuto degli sviluppi importanti come si evince da una lettera inviataci da uno studio legale di Cosenza, che ha avuto mandato per la difesa dell’avvocato Francesco Marcello Cornicello. Nella lettera - in cui c’è una richiesta di rettifica, altre richieste di carattere legale, oltre che un’interpretazione molto unilaterale su come noi avremmo pubblicato e strutturato la notizia (ma ribadiamo che abbiamo pubblicato il testo integrale inviato dall’Ansa senza alcuna correzione o aggiunta) -  ci vengono forniti gli sviluppi successivi alla prima pubblicazione. In primo luogo nella lettera si dichiara che l’avv. Cornicello non c'entra con l'accusa di associazione mafiosa. Nel prosieguo della lettera questi gli altri punti importanti: 1) “… Il Gip di Reggio Calabria, Vincenzo Pedone, declinava la propria competenza in favore di quella del Giudice Naturale del luogo del presunto commesso delitto di falso ideologico, individuato in Mendicino (CS), stralciando di fatto la posizione dell’avv. Cornicello da quella degli altri indagati, quest’ultimi soli avvinti dall’aggravante mafiosa”; 2) “Il Gip di Cosenza, Livio Cristofano, con ordinanza del 3 febbraio revocava la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dell’avv. Cornicello, rimettendolo in libertà per operata rivalutazione in melius del quadro indiziario, alla luce della sollecitata ponderazione della significativa documentazione prodotta in atti ed alla apprezzata insussistenza di esigenze di cautela a fronte di una ritenuta irrilevanza penale della condotta dell’indagato”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA