Nuove ricerche su “carboneria” in Calabria

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Cosenza - “La carboneria calabrese fu tradita dal suo fondatore. Documenti d’archivio hanno aperto squarci di verità sulla figura di Gabriele De Gotti che, nel 1811, fondò nel suo paese d’origine, Altilia, la prima “vendita” carbonara in Calabria e una delle prime in Italia”. La notizia inedita è stata illustrata nel corso di una conferenza tenuta dallo scrittore Luigi Michele Perri e promossa dal circolo “Rostema” a Rende. Sue ricerche su incarti processuali risalenti al 1829 – ’30 e riguardanti, in particolare, l’intendente di polizia Manhes che, dal 1821 al 1823, operò a Cosenza e in provincia, dove, dopo il fallimento dei moti carbonari di Morelli e Silvati iniziati nel ’20 e la patibolare repressione che ne seguì, fu inviato per reprimere i nuclei residuali della cospirazione patriottica. Per la sua ferocia e per le torture cui sottopose le sue vittime, l’intendente borbonico fu posto sotto processo per volere del monarca Francesco I, impressionato dalle notizie che gli giungevano da Cosenza attraverso diversi rapporti di apparato.

Per consumare i suoi torvi disegni, De Mattheis si avvalse della stretta collaborazione di Gabriele De Gotti e di altri delatori le cui confidenze e complicità valsero a scompaginare alcuni tra i covi patriottici più attivi, come quelli di San Mango d’Aquino e di Tessano, e che, il 24 marzo del 1823, a Catanzaro, in un clima di terrore scatenato dal De Mattheis e dalle spie al suo servizio, contribuirono a portare sulla forca Francesco Monaco, cosentino di Dipignano, Giacinto de Jesse e Luigi De Pascale, catanzaresi, provocando per di più diverse condanne al carcere duro. De Mattheis fu condannato a morte. L’avvento di Ferdinando II sul trono di Napoli gli commutò la condanna a dieci anni di carcere. De Gotti, coimputato, morì prima dell’avvio del processo in circostanze misteriose. La ricerca di Perri espone altri spaccati inediti destinati a far piena luce su una fase storica di indubbio interesse.

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