Calabria: Consigliere regionale Rappoccio arrestato per truffa, corruzione e peculato

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Reggio Calabria, 28 agosto - E' stato arrestato all'alba di oggi dalla guardia di finanza  il consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio (Lista Scopelliti presidente in quota Pri) I reati contestati sono quelli di: associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato in esecuzione. Secondo la Procura generale, che ha avocato l'inchiesta a giugno, Rappoccio avrebbe ideato un meccanismo che gli consentisse di essere eletto, e di tentare di fare eleggere al Consiglio comunale di Reggio, nel 2011, Elisa Campolo. Inoltre, attraverso la costituzione di società fantasma avrebbe promesso, in occasione delle comunali del 2011, un posto di lavoro in cambio del voto alla stessa Campolo.

Società fantasma in cambio di voti

"Un rodato e cinico meccanismo di raccolta del consenso elettorale" così riferiscono dalla guardia di finanza di Reggio Calabria sul sistema messo in campo dal consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio, del gruppo Insieme per la Calabria-Scopelliti. Il gruppo di cui fa parte Rappoccio è composto da Pri e Udeur e non è inserito nella lista Scopelliti presidente. Il meccanismo che sarebbe stato ideato da Rappoccio, secondo l'accusa," ha operato attraverso l'attività di società strumentali che con il fine apparente di selezionare aspiranti lavoratori, ne captava e canalizzava il voto speculando sui bisogni e le aspettative di tanti giovani". La Procura generale, accogliendo una serie di richieste avanzate da Aurelio Chizzoniti, primo dei non eletti nella lista insieme per la Calabria e presentatore anche dell'esposto che ha dato il via all'inchiesta della Procura della Repubblica, ha avocato nel giugno scorso l'inchiesta della Procura a carico di altre 17 persone che aveva già portato al rinvio a giudizio, per corruzione elettorale semplice, di Rappoccio. L'avvocato generale dello Stato Francesco Scuderi, che ha avocato le indagini, contestualmente all'emissione dell'avviso di garanzia, aveva disposto una serie di perquisizioni effettuate ai primi di luglio dalla guardia di finanza a carico di Rappoccio e di altre cinque persone, Elisa Campolo, Luigi Mariani, Domenico Lamedica, Maria Antonia Catanzariti e Loredana Tolla. Il politico, inoltre, in concorso con altri, e "attraverso la costituzione dell'ennesima società fantasma", la Sud Energia, e l'invio di lettere a firma del presidente del consiglio di amministrazione, ha indotto in errore un gran numero di elettori cui veniva promesso, in occasione delle elezioni comunali del maggio 2011, un posto di lavoro in cambio del voto a Elisa Campolo. Il consigliere regionale è accusato anche di truffa perché, per la Procura generale, insieme agli altri indagati, avrebbe indotto circa 850 persone a iscriversi alla cooperativa Alicante pagando 15 euro ed a partecipare, con il pagamento di altri 20 euro, ad un concorso "superando il quale, a dire del Rappoccio e dei suoi correi, avrebbero avuto concrete possibilità di lavoro". Il peculato, invece, è stato contestato perché, per convocare tutti coloro che lo avrebbero votato, hanno effettuato numerose telefonate dagli apparecchi installati nella sede del gruppo di Pri nel palazzo comunale di Reggio Calabria.

Salgono a tre i consiglieri regionali della Calabria arrestati

Con l'arresto di Antonio Rappoccio salgono a tre i consiglieri regionali della Calabria arrestati nel corso di questa legislatura, iniziata nel 2010. In precedenza sono stati arrestati Santi Zappalà, che poi si è dimesso dall'incarico, e Franco Morelli, entrambi del Pdl, che é stato sospeso. Zappalà è stato arrestato nel dicembre 2010 nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Reggio Calabria con l'accusa di avere incontrato Giuseppe Pelle, boss dell'omonima cosca di San Luca, andandolo a trovare nella sua abitazione a Bovalino per chiedere il suo sostegno in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del 28 e 29 marzo 2010. Zappalà è stato poi condannato, il 15 giugno 2011, dal gup di Reggio a quattro anni di reclusione per corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose. Francesco Morelli è finito in manette il 30 novembre del 2011 nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Milano per presunti rapporti con la cosca della 'ndrangheta Lampada-Valle, attiva nel capoluogo lombardo, nel corso della quale furono arrestati anche l'allora presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giglio e l'avvocato Vincenzo Minasi. Il processo nei confronti di Morelli, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, é in corso a Milano. Antonio Rappoccio, arrestato stamani, è già stato rinviato a giudizio per corruzione elettorale nell'ambito della stessa vicenda che poi ha avuto ulteriore impulso dopo l'avocazione da parte della Procura generale di Reggio Calabria che ha ipotizzato nei confronti del consigliere anche i reati di associazione per delinquere, truffa e peculato, oltre a quello di corruzione elettorale aggravata. Il processo a Rappoccio è stato fissato per il 6 dicembre prossimo e si riferisce al primo filone di indagine coordinato dalla Procura della Repubblica.

Avvocato di Rappoccio: Da Pg no interrogatorio

"Rispettiamo il provvedimento adottato, e quando ho potuto incontrare stamani l'on. Rappoccio, lo stesso mi ha confermato la piena fiducia nei confronti dell'operato dei magistrati". Lo ha detto l'avv. Giacomo Iaria, difensore di Antonino Rappoccio. "Ciò che comunque si intende ribadire - ha proseguito - e che a proposito delle esigenze cautelari fondanti il provvedimento restrittivo e che al di là delle mere aspirazioni elettorali, alcun dato formale porterebbe ad escludere una candidatura di Rappoccio al Parlamento nazionale, come peraltro solamente dedotto da una dichiarazione resa alla polizia giudiziaria da Pasquale Tommasini. Lo stesso mandatario elettorale di Rappoccio e poi suo accusatore principale a seguito di un litigio elettorale. Inoltre, non è chiaro nell'ordinanza il collegamento tra Domenico Lamedica e Rappoccio, considerato che, allo stato, non risulta da nessuna parte una partecipazione, formale o sostanziale, che il mio assistito avrebbe avuto con la società 'Sud Energia' o con la cooperativa 'Alicante'. Ed ancora, Rappoccio, proprio a seguito dell'incessante campagna mediatica di cui è stato oggetto, aveva chiesto, tramite me, al dottor Scuderi, lo scorso 30 luglio, di potere rendere dichiarazioni a chiarimento della vicenda, ricevendone un garbato rifiuto". "Rispettiamo quella decisione - ha concluso l'avv. Giacomo Iaria - ma ci chiediamo perché non abbia voluto aderire alla nostra richiesta". Rappoccio sarà interrogato in carcere dal gip venerdì prossimo alle 9.30 per rispondere delle nuove accuse

Laratta (Pd): Lo condannino a vent'anni

"Vent'anni di carcere a chi inganna gente disperata in cambio di voti!". Lo afferma, in una nota, il deputato del Pd Franco Laratta facendo riferimento all'arresto del consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio. "In una terra come la nostra, dove la metà dei giovani è senza lavoro e dove un quarto delle famiglie è scivolata sotto la soglia della povertà - aggiunge Laratta - chi cerca voti con l'inganno merita vent'anni di carcere e la cancellazione da tutti i registri civili e politici. Il fatto che il consigliere regionale Rappoccio avrebbe indotto 850 persone a iscriversi, versando 15 euro, ad una cooperativa e a partecipare, pagando 20 euro, a un concorso, superando il quale avrebbero avuto concrete possibilità di lavoro, è di una gravità assoluta". "E siccome di Rappoccio in Calabria non ce n'é uno solo - conclude il deputato del Pd - sarebbe bene intensificare le indagini per punire i colpevoli di un delitto davvero volgare e imperdonabile".

Pri Calabria: No strumentalizzare vicenda contro governo regionale

La segreteria regionale del Pri calabrese, in una nota, "afferma, come sempre, la propria fiducia sull'attività della magistratura" dopo l'arresto del consigliere regionale Antonio Rappoccio, repubblicano. "Se sono validi, probanti e convergenti gli elementi raccolti dagli inquirenti che hanno istruito la pratica - prosegue il Pri calabrese - è superfluo o quanto meno avventuroso parlare di complotto. La segreteria del Pri ritiene che l'ipotesi di reato a cui Rappoccio è stato chiamato a rispondere sia completamente in conflitto con gli ideali repubblicani e coerentemente con ciò valuta appropriato il provvedimento di sospensione attivato dal segretario nazionale del Partito. Sulla scorta del principio sacrosanto per il Pri della presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, la segreteria regionale del Pri confida che Rappoccio possa dimostrare, al più presto, di essere completamente estraneo ai fatti che gli vengono contestati". La segreteria regionale del Pri rimarca, infine, "che l'arresto del consigliere regionale non inficia l'integrità, la credibilità e l'azione politica del Partito repubblicano calabrese che non è minimamente coinvolto nella vicenda. Allo stesso modo auspica che la vicenda non venga strumentalmente utilizzata contro il Governo regionale e la persona del Governatore". Sulla vicenda è intervenuta anche la segreteria provinciale del Pri di Reggio Calabria che "ribadisce piena fiducia nell'operato della magistratura, con l'auspicio che Rappoccio possa dimostrare la sua completa estraneità ai fatti a lui attribuiti. Il Pri reggino, inoltre, certo del proprio operato, auspica che tali vicende non vengano assunte strumentalmente come occasione di speculazione politica nei confronti di un partito che, invece, impegna risorse, energie e lavoro in favore della collettività. La segreteria provinciale, infine, condivide il provvedimento adottato dal segretario nazionale Francesco Nucara di sospensione dal partito, decisione dovuta in attesa della conclusione dell' iter giudiziario nei tempi e nei gradi di giudizio; pur avendo in precedenza apprezzato la decisione del consigliere Rappoccio di non essere inserito nel gruppo dirigente eletto recentemente dai congressi provinciali e cittadini".

Presidente Talarico su arresto Rappoccio: Tutelare istituzioni

"Massima fiducia nella magistratura e auspicio che il consigliere regionale Antonio Rappoccio possa chiarire la sua posizione relativamente ai fatti che gli vengono contestati". Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, a nome della massima Assemblea legislativa calabrese, in riferimento alla notizia dell'arresto del consigliere. "Sentiamo ancora più forte, in questo momento - aggiunge - la responsabilità istituzionale di tutelare ruolo e funzioni del Consiglio, distinguendo eventuali responsabilità personali dall'attività e dai compiti istituzionali dell'Assemblea". "Continueremo con serenità il nostro lavoro - dice ancora Talarico - intensificando l'impegno in quel percorso di rispetto delle regole e di valorizzazione della legalità che rappresenta il punto fermo di questa legislatura e che coinvolge, positivamente, l'Assemblea in tutte le sue componenti".

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