Catanzaro - La DIA di Catanzaro sta eseguendo una vasta operazione finalizzata al sequestro di beni e due cliniche nel cosentino, per un valore di 100 milioni di euro, riconducibili all’imprenditore cosentino Pietro Citrigno, condannato in via definitiva per usura, e dei suoi familiari. L’operazione è partita dalle prime ore di questa mattina ed è ancora in corso. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Cosenza, su proposta del Direttore della DIA, a seguito di accertamenti patrimoniali effettuati dagli uomini della Sezione Operativa di Catanzaro. Tra i beni sequestrati dalla Dia all'imprenditore cosentino, oltre alle due cliniche e a immobili, ci sono compendi aziendali di varie società della famiglia Citrigno a Cosenza e in provincia.
Pietro Citrigno, 62 anni, editore del quotidiano “L’Ora della Calabria” (il gruppo editoriale non è colpito dal provvedimento in esame) è stato arrestato e condannato in via definitiva a quattro anni ed otto mesi di reclusione per il reato di usura aggravata nell’ambito dell’operazione “Twister”.
I beni sequestrati
Il capitale sociale e l'intero compendio aziendale della “EDERA srl” con sede a Cosenza e dedita alla costruzione e commercializzazione di immobili; capitale sociale e intero compendio aziendale della “MERIDIANA srl”, con sede a Cosenza e dedita alla realizzazione e gestione di strutture ricettive alberghiere, ospedali e case di cura; capitale sociale e intero compendio aziendale della “RIACE srl” con sede in Cosenza e dedita alla costruzione di strutture ricettive, sanitarie e socio-assistenziali; 23,33% del capitale sociale della “MONACHELLE srl” con sede a Rossano e dedita a realizzazione e gestione di case di cura, di laboratori, di centri diagnostici, di stabilimenti termali R.S.A; 25% del capitale sociale della “SAN FRANCESCO srl” con sede in Cosenza e dedita gestione di strutture pubbliche e private per ogni forma di assistenza riabilitativa per anziani e di tipo socio-assistenziale; 37 fabbricati, tra i quali spiccano per ovvia importanza le cliniche “ Villa Gioiosa” di Montalto Uffugo (CS) e “Villa Adelchi” di Longobardi, entrambe strutture sanitarie accreditate dal Servizio Sanitario Calabrese, con circa 50 posti letto ciascuna; 5 terreni.
Le indagini
Secondo l’attività investigativa “…non solo il consolidato ed allargato sistema di usura posto in essere dal Citrigno almeno già dagli anni settanta, ma altresì la contiguità del medesimo ad alcuni esponenti di spicco delle consorterie criminose operanti nel territorio cosentino…”. Ciò ha consentito di qualificare Pietro Citrigno come “…soggetto equidistante da entrambi i clan di spicco operanti nel territorio cosentino, che aveva bisogno di protezione a livello delinquenziale, al fine di tutelare le proprie attività imprenditoriali…”. Le ombre rilevate sull’origine del patrimonio di Citrigno Pietro, unitamente alla pendenza presso il Tribunale di Paola di un procedimento penale per estorsione, hanno indotto la Dia a desumere che Citrigno ha condotto un tenore di vita superiore alle proprie possibilità economiche. Dunque, dallo svolgimento delle attività delittuose, remunerative, possano essere derivate risorse utili all’acquisizione di una rilevante quantità di beni che, è stato ritenuto sufficiente per avviare accertamenti. Gli accertamenti, hanno riguardato un arco temporale compreso tra il 1988 ed il 2011 e controllato tutto ciò che fosse riconducibile all’imprenditore. le investigazioni hanno consentito di ritenere “ … ragionevolmente probabile che Citrigno Pietro abbia posto in essere una condotta simulatoria, che si è esplicitata attraverso lo strumento della fittizia intestazione dei beni ai propri congiunti, ovvero a società costituite e di proprietà di tali prossimi congiunti ed affini …”. Inoltre, “ …alcuni immobili, in precedenza di proprietà dei familiari del Citrigno, siano stati successivamente alienati a società pur sempre riconducibili al nucleo familiare del medesimo, e ciò nell’ambito di una fitta trama di partecipazioni societarie chiaramente finalizzate ad evitare la riconducibilità di tali beni proprio al Citrigno…”. “… I componenti la famiglia di Citrigno Pietro hanno sempre dichiarato, almeno fino al 2005, redditi non elevati; tuttavia essi sono risultati possessori di beni immobili ed aziende di valore oltremodo rilevante e cospicuo.”. Più esplicitamente,“ … verificata la capacità reddituale del nucleo familiare del proposto (in ragione della nota presunzione di disponibilità in capo al prevenuto convivente) e, parallelamente, la consistenza dell’asse patrimoniale accumulato dallo stesso nucleo nel corso degli anni, al netto di eventuali atti di donazione, e tenuto conto della spesa familiare annua mediamente sostenuto secondo gli indici ISTAT, si è evidenziato un dato chiaramente sperequativo. …”. Muovendo dall’esito degli accertamenti condotti dalla D.I.A. di Catanzaro, il Tribunale della Prevenzione ha concluso che “ …mai dal 1981 al 2005 il nucleo familiare Citrigno ha prodotto lecitamente un reddito pari o prossimo al valore dei beni entrati nel suo patrimonio. …”.
Figlio Citrigno: "Sequestro è provvedimento illegittimo"
Alfredo Citrigno, figlio dell'imprenditore Pietro Citrigno, ha diffuso il testo di una dichiarazione in merito al sequestro di beni nei confronti del padre. "In merito al sequestro emesso dal tribunale di Cosenza, sezione penale misure di prevenzione notificato stamane e avente come oggetto beni rientranti nel patrimonio familiare nella qualità di figlio di Pietro Citrigno dichiaro che le questioni inerenti l'atto giudiziario summenzionato saranno prontamente discusse e risolte nelle opportune sedi giudiziarie dove sicuramente emergeranno 'tante verità' e dove dimostreremo che tutto quanto ingiustamente esposto ad un grave provvedimento illegittimo è stato ed è frutto del lavoro di anni dell'intera famiglia Citrigno, ricordando che sin dalla maggiore età io e le mie sorelle Filomena e Simona ci siamo dedicati alle attività imprenditoriali personalmente ed attivamente. Prendo atto che anche questa vicenda è stata in malafede utilizzata da terzi come gogna mediatica a danno della mia famiglia. A tal proposito ho già conferito mandato ai miei avvocati affinché ogni buon diritto della famiglia Citrigno ottenga la giusta e dovuta tutela. Sono comunque fiducioso perché confido nella serenità e nell'autonomia della magistratura".
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