
Lamezia Terme - Un decreto di citazione diretta a giudizio è stato emessa dal Pm Emanuela Costa nei confronti di un avvocato lametino N.S., accusato di “ingiusto profitto” perché si sarebbe appropriato della somma complessiva di 70mila euro. Processo fissato il prossimo 26 maggio.
In particolare, nella sua qualità di avvocato e procuratore generale di una donna, madre di due figlie minori, patrocinava la transazione stragiudiziale tra la madre e le due figlie e una compagnia di Assicurazioni, in relazione ad un sinistro nel quale decedeva un familiare stretto delle tre persone. In ragione delle predette funzioni, chiedeva ed otteneva, dalla società assicurativa, un accredito mediante bonifici, sul suo conto bancario con delega ad operare anche alla moglie, della somma complessiva di 240mila euro (40 per la madre, 100 ciascuno per le due minori) a titolo di transazione a saldo di quanto dovuto dalla società assicuratrice in conseguenza del sinistro, nonché la somma complessiva di 23mila euro a titolo di oneri per l’attività professionale svolta. Il legale, stando a quanto emerso, si sarebbe impossessato di 57.500 euro, risarcendo in parte le donne assistite.
L'indagine è stata portata avanti dal Gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme. L'avvocato, secondo l'accusa, avrebbe omesso di adempiere a quanto disposto dal Tribunale circa l’obbligo di vincolare la somma spettante a ciascuna delle due minori in investimenti non rischiosi. L’avvocato avrebbe versato 35mila euro sul conto della madre, 135mila euro sul conto di una figlia e 12.500 su quello dell’altra, trattenendo per sé la somma di 57.500 euro, adducendo il fatto che alla madre nulla più le era dovuto.
A.C.
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