Lamezia, morte Sara Michienzi: per pool periti decesso dovuto a emorragia e non a errore medico

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Lamezia Terme – Sara Michienzi sarebbe morta per una emorragia ma non per un errore del medico. Questa la conclusione alla quale è arrivato il professore Paolo Arbarello, ex direttore del Dipartimento di Medicina Legale della Sapienza, che insieme a due stretti collaboratori di fiducia, il professore Roberto Silipo, in qualità di otorinolaringoiatra e il professore Alfredo Fabiano, anatomopatologo ha stilato nella sua perizia sulle cause della morte della bambina di nove anni di Filadelfia deceduta nel febbraio del 2011 dopo un intervento di adeno-tonsillectomia al nosocomio di Lamezia.

Il pool di esperti era stato nominato dal giudice Rossella Prignani per cercare di avere una perizia super partes, dopo quelle contrastanti di accusa e difesa che si sono susseguite nelle diverse udienze del processo e che non hanno permesso di arrivare ad una valutazione che possa essere considerata come assoluta.

Il processo va avanti da diverso tempo e vede imputati due medici dell’ospedale lametino, il primario del reparto di otorinolaringoiatria Raffaele Grasso e il medico del reparto Gianluca Bava, accusati di omicidio colposo.  

Secondo l’accusa la morte si sarebbe verificata per una emorragia, causata da una lesione verificatasi nel corso dell’intervento, lesione che le sarebbe stata fatale. Un’accusa alla quale, invece, la difesa dei due medici, rappresentata dagli avvocati Canzoniere e Puteri, Commodaro e Ganino, si oppone, attribuendo la causa della morte non alla negligenza dei due medici.

Questa perizia da parte del pool di esperti nominati dal giudice del Tribunale di Lamezia, era stata voluta per dissipare ogni dubbio: alla fine, la pubblica accusa e i legali di parte civile, gli avvocati Sabrina Rondinelli e Giovanni Lacaria, hanno chiesto di ascoltare nuovamente il medico Cardamone, consulente di Procura, che aveva segnalato la presenza di un vaso reciso.

Nel corso dell’udienza, infatti, il professore Arbarello ha spiegato che la bambina sarebbe morta per una complicazione, una emorragia post operatoria, ma che non sarebbe da attribuire ad un errore medico. E su questo punto si sono concentrati la pubblica accusa e i legali della parte civile, che hanno insistito nel capire se l’emorragia potesse essere dovuta proprio al vaso reciso a cui aveva fatto riferimento il consulente della Procura. 

Il tutto sarebbe accaduto in un clima infuocato tra avvocati di parte civile e della difesa.

Dopo la richiesta della pubblica accusa di risentire il consulente di Procura per chiarire determinati aspetti dell’autopsia, il giudice ha rimandato la decisione in merito alla prossima udienza, una delle ultime, visto che il processo potrebbe essere arrivato alle battute finali.

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