Lamezia Terme, 7 gennaio - La Procura della Repubblica, secondo il risultato delle indagini e la ricostruzione storica dei fatti, ha emesso un provvedimento restrittivo come indiziato di delitto nei confronti di Letterino Cuda, lametino di 68 anni, in quanto ritenuto responsabile di omicidio doloso nei confronti di Annnunziato Gallo, ucciso il 31 dicembre 2012 in Localittà Nocelletto, nel comune di Gizzeria. Il fermato, dopo le formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Lamezia Teme, con l’accusa di delitto aggravato dal fatto di aver agito con premeditazione e per futili motivi, oltre che per porto abusivo d’armi.
È nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi pomeriggio presso il Commissariato di Lamezia Terme, alla presenza del questore di Catanzaro, Guido Marino, del Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Domenico Prestinenzi, e del commissario Antonio Borelli e del vice commissario Lucia Cundari, che sono state rivelate alcune circostanze attendibili che farebbero ritenere il Cuda responsabile dell’omicidio di capodanno.
Troppe, in primo luogo, le contraddizioni emerse dalle versioni fornite durante quella notte dal Cuda stesso e dalla convivente, circostanze che hanno indirizzato da subito le indagini verso la sfera privata ed i rapporti personali molto tesi tra la vittima e lo stesso parente acquisito. Quando ancora le indagini ruotavano attorno al sospetto che si trattase di un incidente, a dare una svolta è stata anche una prima dichiarazione di Cuda, il quale di fronte alle domande generiche degli inquirenti ha sbottato in un laconico: “Io non ho ammazzato nessuno!”.
L’attività investigativa successiva ha consentito poi di appurare quanto Cuda serbasse rancore nei confronti di Gallo, ritenendolo responsabile di aver riportato, con il passaggio del trattore, alcuni danni alle canalette di scolo della sua proprietà. “Erano vent’anni che i due cognati non avevano più rapporti”, chiarisce su questo punto il commissario Borelli. Un appunto che serve anche al questore Marino per spiegare che “non si tratta di un sempice omicidio per interessi familiari”, ma del risultato enfatizzato da un lungo percorso di rancore e odio represso, “vista anche la ferocia e l’efferatezza del delitto, e la totale assenza di ravvedimento da parte del Cuda, nonché la mancanza di presa di coscienza nell’aver commesso un simile atto”.
A questi dettagli va aggiunto il lavoro svolto dalla Polizia Scientifica, fondamentale da quanto emerge dalle dichiarazioni dei vertici investigativi, in quanto ha ravvisato la presenza di presunta sostanza ematica - “non si ha ancora la certezza assoluta, altrimenti avremmo già un processo chiuso”, ha sottolineato il procuratore Prestinenzi – in alcuni indumenti appartenenti all’indiziato. A ciò si aggiungano gli esiti dell’esame autoptico, secondo i quali Gallo era stato raggiunto da un unico colpo di fucile cal.12 caricato a palla asciutta, munizionamento dello stesso tipo di quello trovato in casa del fermato. “Nella sua abitazione – ha continuato Prestinenzi – è stato rinvenuto un fucile smontato e oleato, ben nascosto rispetto alle altre armi di sua proprietà, e davanti a questa anomalia il Cuda non ha fatto che rispondere con una motivazione inattendibile, che cioè temeva che lo stesso gli venisse sottratto”.
Importante, sempre ai fini dell’indagine, anche l’analisi dei tabultati telefonici, per cui si è riusciti a restringere l’orario di consumazione del reato tra le ore 15:30 e le ore 16:00, in quanto l’ultima telefonata a cui la vittima ha risposto è stata effettuata proprio alle 15:30, mentre dalle 16:00 in poi quello stesso telefono ha continuato a squillare invano. La stessa moglie di Gallo riferisce di aver effettuato quelle chiamate e di essersi particolarmente preoccupata, anche perché a conoscenza di quanto il cognato fosse infuriato con suo marito.A dimostrare ancora la presenza sul posto di Letterino Cuda, l’attendibilità di varie testimonianze raccolte, una su tutte quella di chi ha assicurato che una Fiat Panda di colore blu, stesso modello di auto di proprietà dell’indiziato, avrebbe transitato nei pressi del luogo dell’omicidio e che in quello stesso arco di tempo nessun’altra vettura sarebbe stata avvistata.
Il questore Guido Marino e il commissario Borelli si dicono infine entrambi soddisfatti del lavoro di squadra, della cooperazione d’intenti tra la polizia giudiziaria, la scientifica e la magistratura stessa, soprattutto in considerazione del fatto che i giorni in cui si sono trovati impegnati a svolgere le indagini sono stati quelli di festività. Un altro impegno premiato dai risultati, frutto dell’esercizio dell’intuito e del serrato lavoro di raccolta dati e operazioni sul campo, che ha visto giungere la polizia ad una svolta anche in altri due complessi omicidi come quello di Adele Bruno e di Giovanni Villella.
Pasquale Allegro
Lamezia: Svolta nell'omicidio di Annunziato Gallo, fermato cognato
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