Lamezia Terme - Gennaro Pulice, emigrato ad Alessandria e lì arrestato dalla Mobile nell’ambito dell’operazione Andromeda lo scorso 14 maggio, si sarebbe pentito. Andrebbe così ad allungare la lista dei pentiti complessivi lametini ma, in particolare, a rimpinguare quella dei collaboratori della cosca Iannazzo-Cannizaro-Daponte. Dopo Pietro Paolo Stranges, Matteo Vescio e prima ancora negli anni, Pasqualino D’Elia, ecco dunque che arrivare il pentimento di un altro componente la cosca “granitica” dei Iannazzo con Gennaro Pulice.
Pulice era stato arrestato nell’ambito dell’operazione Andromeda condotta dalla Dda e squadra mobile di Catanzaro e, tra le accuse, ci sarebbe anche l’aver partecipato quale killer a due omicidi: quello di Antonio Torcasio nel 2003 e di Vincenzo Torcasio, sempre nel 2003. Pulice sarebbe uno dei componenti il “braccio armato” della cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte nella lotta per il dominio del territorio con i rivali Cerra-Torcasio. Durante la conferenza stampa tenuta presso il polifunzionale della polizia di Stato a Catanzaro dopo l’operazione Andromeda, è emerso anche che Pulice avrebbe anche avuto l’idea, tempo fa, di costituire un gruppo autonomo staccandosi. In particolare l’ex capo della Mobile di Catanzaro Ruperti, ora promosso a capo della Mobile di Palermo, disse di Pulice che: “pensava di stare tranquillo in Piemonte ma è autore di omicidi ed in passato voleva anche farsi una sua famiglia di ‘ndrangheta. Era fuori ora e pensava di essersela scampata, ma noi oggi siamo andati a prenderlo”.
Possibile, quindi, considerati anche i capi d’accusa a suo carico che abbia deciso di compiere la valutazione di divenire ora collaboratore di giustizia.
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