Lamezia: Rubato monile di Sant'Antonio, indagini in corso

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Lamezia Terme, 20 agosto - Dopo il furto sacrilego dei giorni scorsi, è stata riposta nella nicchia che sovrasta l’altare della seconda navata della parrocchia di Santa Maria degli Angeli, l’antica chiesa-santuario che porta il suo nome. Ad essere stata oggetto della “particolare attenzione” di ignoti è la statua di Sant’Antonio da Padova, venerata nell’omonimo e secolare santuario nella zona nord di Lamezia Terme; all’effige sacra del Taumaturgo di Lisbona è stata sottratta la catenina d’oro che portava al collo ma non è stato portato via il cuore dorato che vi era attaccato. Il furto sacrilego è avvenuto in questo ultimo week end e, ad accorgersi, che Sant’Antonio non aveva più il monile ex voto sono state le suore francescane di Santa Chiara e le volontarie che operano nel santuario. L’episodio, su cui stanno indagando gli uomini del commissariato di pubblica sicurezza di Lamezia, ha sconcertato le religiose e tutta la Fraternità dei Cappuccini che prestano il loro servizio sacerdotale nel santuario e che vivono nell’annesso convento. Il gesto viene attribuito a qualcuno che ha rubato la catenina per rivenderla in uno dei tanti negozi di “compro – oro” che ultimamente, in città, sono spuntati come funghi. Un furto forse dettato dal bisogno o, magari, dalla necessità di acquistare qualche dose di stupefacenti. Le ipotesi che si fanno sono tante, in ogni caso, i religiosi del santuario invitano la comunità a pregare per chi ha commesso il furto. Chi ha sottratto la catenina certamente non conduce una vita tranquilla e serena e, altrettanto sicuramente, con i soldi ricavati dalla vendita del monile si è raggiunta una felicità molto effimera con l’aggravante di aver commesso un atto sacrilego. Per i religiosi, in questi casi, la preghiera ed il perdono deve prevalere su tutto perché, chi ora si trova in difetto, possa trovare la strada per la redenzione. Per la comunità lametina è senz’altro una notizia inaspettata: Sant’Antonio è il protettore della città, amatissimo e venerato da secoli. Per il Taumaturgo di Lisbona, i lametini nutrono una devozione antica. Questa volta l’impellente necessità materiale ha spinto qualcuno ad andare oltre la semplice richiesta, oltre la classica intercessione che si rivolge comunemente ai santi. Dalla pura spiritualità, in questo caso, si è passati all’atto pratico, alla cinica materialità senza farsi troppi scrupoli o ripensamenti.

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A causa del furto, la statua di Sant’Antonio ora è custodita nella nicchia ricoperta dal vetro che sovrasta la seconda navata della chiesa sul colle, da cui si può ammirare tutta la città. Da questa nuova postazione il protettore domina l’interno dell’antico e frequentato luogo di culto; ai suoi piedi i fedeli di sempre che sono chiamati a pregare anche per chi ha violato l’effige sacra dell’amato santo.

M. S.

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