Operazione "Alcova", catturato il latitante Giuseppe Facchineri - VIDEO

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Reggio Calabria - L’operazione “ALCOVA” è stata così denominata in quanto trae origine dal luogo dove è stato catturato Giuseppe Facchineri, 47 anni, personaggio di spicco dell’omonima cosca di ‘ndrangheta operante a Cittanova, gravato da numerosi precedenti di polizia per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, rapina, porto abusivo di armi, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, furto aggravato, ricettazione, già sorvegliato speciale. Le vicissitudini giudiziarie più recenti di Giuseppe Facchinieri risalgono al 2014, allorquando era stato tratto in arresto unitamente alla madre Caterina  Facchineri classe 1943 e al fratello Salvatore Facchineri, classe 1974, in esecuzione di un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palmi – Ufficio G.I.P. per estorsione e rapina in concorso aggravate.

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Le indagini, inizialmente coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi e successivamente proseguite dalla Direzione Distrettuale Antimafia, con il coordinamento del Procuratore Federico Cafiero De Raho, erano state avviate a seguito di una perquisizione di iniziativa effettuata nell’abitazione di un residente del luogo. In quella circostanza i militari avevano rinvenuto un’agenda e alcuni documenti contabili riferiti a rapporti economici non meglio precisati con componenti della famiglia Facchinieri. Tale materiale era infatti apparso subito molto sospetto, soprattutto in ragione del fatto che l’interessato non era stato in grado di fornire alcuna plausibile spiegazione in merito al contenuto e alla natura del rapporti in questione. Infatti, solo le investigazioni che ne sono conseguite hanno permesso di riscontrare che alla base vi erano delle richieste estorsive, derivanti dalla vendita di dieci bovini (per un importo di 10.000 euro) risalente al 2009 tra Caterina Facchineri e la vittima: quest’ultima, pur avendo regolarmente pagato a suo tempo la cifra pattuita, era poi stata comunque oggetto di continue richieste di danaro, avanzate a titolo di pretesi interessi sul pagamento del bestiame acquistato.

Incontrava la moglie nel covo

Pertanto, dopo alcuni mesi in carcere, Giuseppe Facchineri era stato ammesso a beneficiare degli arresti domiciliari presso l’abitazione di alcuni familiari in provincia di Arezzo. Tuttavia, non appena ha avuto inizio il processo in cui era imputato per le citate vicende, le varie testimonianze che si sono susseguite ne hanno evidenziato una posizione sempre più grave, che lasciava presagire ad un’elevata probabilità di riportare una pesante condanna. Difatti, proprio nel corso dell’udienza del processo celebrata il 16 gennaio 2016, Facchineri aveva addirittura inveito e minacciato di morte la persona offesa. A quel punto, i reati di cui era già chiamato a rispondere, uniti alla condotta assunta nel corso del processo e alla pericolosità evidenziata, avevano così determinato il ripristino della custodia cautelare in carcere, che però era rimasta ineseguita in quanto Facchinieri non aveva più fatto rientro presso l’abitazione dove scontava gli arresti domiciliari. Da quel momento sono iniziate le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Taurianova, che dopo quasi un anno e mezzo di attività incessanti sono così riusciti a risalire al covo ove il latitante Facchineri continuava ad incontrarsi periodicamente con la moglie.

Infatti, proprio la necessità e il desiderio di continuare a mantenere comunque il contatto con la donna cui era più legato, gli sono stati fatali: alle ore 03.45 circa di questa notte, è stato tratto in arresto al termine di un blitz portato a termine dai Carabinieri di Taurianova, con l’ausilio dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e dell’8° Nucleo Elicotteri CC di Vibo Valentia.     

 

REAZIONI

Bianchi, arresto  Facchineri è un'ennesima vittoria dello Stato

Catanzaro - "L'arresto del latitante Giuseppe Facchineri è un'ennesima vittoria dello Stato sulla malavita organizzata. Rivolgo i miei complimenti alle forze dell'ordine, in particolare ai carabinieri di Taurianova e allo Squadrone eliportato cacciatori di Vibo Valentia, per l'operazione di successo che hanno portato a termine". A dirlo è Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e deputato calabrese di Alternativa Popolare. "La Calabria - aggiunge - deve liberarsi dalla 'ndrangheta che, come un parassita, ne succhia la linfa vitale. Siamo sulla buona strada: numerose sono le cosche che sono state decapitate. Gli uomini e le donne oneste non sono soli in questa battaglia: lo Stato è con loro sempre e comunque". 

 

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