Catanzaro – Se Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, in Calabria erano quelli più bisognosi a vedersi “fregare” sotto gli occhi i soldi che finivano in mano a politici, dirigenti e amministratori pubblici. È il caso degli arresti di oggi, in cui a finire in manette sono stati nomi noti della politica calabrese, tra cui il consigliere regionale ed ex assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno e Pasqualino Ruberto, in qualità di ex presidente della società in house Calabria Etica, considerato uno degli “uomini d’affari” di Salerno, colui che, assecondando, ha acconsentito la realizzazione dei progetti criminosi. Non solo, però, perché a finire in mezzo anche ex dirigenti regionali come Vincenzo Caserta, e anche personaggi ritenuti contigui alla cosca da ‘ndrangheta dei Mancuso delle serre vibonesi. Un “comitato d’affari”, come l’hanno definito oggi i vertici della procura catanzarese nel corso della conferenza stampa. Una organizzazione capillare e determinata a sottrarre fondi pubblici finiti poi su conti di aziende e società riconducibili agli arrestati.
Le risorse in questione sono quelle del progetto regionale “credito Sociale”, finanziato con fondi della comunità europea, finalizzato all’erogazione di micro-crediti a favore di nuclei familiari in difficoltà economiche. A capo ci sarebbe proprio Salerno che, con la compiacenza dei suoi, e aiutato da personaggi della cosca dei Mancuso di Limbadi avrebbe sottratto le somme per farle confluire nei conti della società di famiglia. Un confine labile, labilissimo, tra i cosiddetti “colletti bianchi” e la ‘ndrangheta calabrese.
Bombardieri: “Violazione e spregio di qualsiasi regola per assecondare progetto criminoso di Salerno”
“Una indagine che parte da diversi filoni per poi convergere su alcuni profili. Concentrandosi sulla commistione tra amministrazione pubblica e criminalità organizzata, fotografando così l’irregolarità della gestione dei fondi pubblici”. Così il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri a capo del pool che ha coordinato le indagini che hanno scoperto quello che è stato definito “un progetto criminoso determinato”. La gestione del credito sociale doveva essere affidata a Fincalabra, la società in house della Regione titolata a farlo, in realtà affidata ad un’altra società in house, Calabria Etica, appunto, che faceva capo a Pasqualino Ruberto. La parte finanziaria veniva così affidata alla Cooperfin, “Consentendo così di portare a termine – ha spiegato Bombardieri – il progetto criminoso di Nazzareno Salerno, con violazione e spregio di qualsiasi regola anche rispetto al fondo stesso”.
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E chi non voleva assecondare il progetto di Salerno, veniva fatto fuori, come è accaduto al dirigente dell’epoca, Bruno Calvetta, sostituito da Vincenzo Caserta, dopo varie pressioni subite. Pressioni che arrivavano direttamente da Salerno, aiutato da due personaggi considerati molto vicini alla cosca Mancuso, Gianfranco Ferrante e Vincenzo Spasari, che, con tanto di video dei Ros che lo documenta, hanno incontrato Calvetta in un vivaio, accompagnati dall’ex assessore regionale, per intimargli letteralmente di lasciar perdere. Fatto fuori Calvetta e inserito l’uomo di fiducia, il progetto poteva proseguire: la Cooperfin, sotto la guida del suo rappresentante Ortensio Marano, dava soldi a Salerno, sotto forma di prestito, le cui rate, in un primo momento, venivano anche pagate dall’ex assessore. Prestiti simulati, perché era la Cooperfin a restituire i soldi su un conto di una società della famiglia di Salerno, attraverso l’acquisto di quote o rifinanziando con 800mila euro il conto di una società con sede in Svizzera. “Una manovra complessa e articolata” ha sottolineato Bombardieri.
“Avevamo ipotizzato anche l’accusa di voto di scambio per Salerno, così come ci hanno confermato alcuni collaboratori come Andrea Mantella” ha spiegato il procuratore aggiunto "ma il Gip Giuseppe Perri non ha riconosciuto la sussistenza della gravità indiziaria per questa contestazione, anche se le dichiarazioni sono precise e convergenti”. In questo ambito rientrano anche le promesse di assunzioni “acquistate” da Salerno, mentre l’ex boss Mantella avrebbe parlato anche di aver partecipato a riunioni per organizzare intimidazioni e attentati anche nei confronti di avversari politici di Salerno. I Mancuso, come ha spiegato Bombardieri, avrebbero aiutato nelle difficoltà per poi ottenere assunzioni in Calabria Etica di parenti e di altri soggetti affiliati all’organizzazione, tra cui anche il figlio di Spasari.
Gratteri: “Fondamentale interscambio, è stato fatto un lavoro di qualità”
“Fondamentale l’interscambio di dati e file di indagine, in un lavoro che nasce proprio dalla collaborazione tra diverse corpi di polizia giudiziaria e la Procura”. Il procuratore capo della DDA di Catanzaro, ha voluto sottolineare la qualità dell’operazione portata a termine oggi e che ha permesso di scoprire, grazie al lavoro interforze dei vari attori, il meccanismo celato dietro l’erogazione di fondi Ue. “Ho la fortuna di avere magistrati di primissimo piano insieme al meglio della polizia giudiziaria in Italia” ha commentato il procuratore, spiegando come questa operazione, fatta dai carabinieri del comando provinciale dei carabinieri, del Ros e della guardia di finanza provinciale di Vibo Valentia, ha avuto il coordinamento del procuratore aggiunto Bombardieri e i sostituti Camillo Falvo e Graziella Viscomi. “Abbiamo un nuovo modo di approcciarci al processo, creando una sorta di scuola, innestando giovani magistrati nel nostro ufficio”.
Generale carabinieri Rispoli: “E’ una indagine di qualità”
“E’ una indagine di qualità” ha commentato il generale Andrea Rispoli, comandante della legione carabinieri Calabria che ha sottolineato come tutte le forze in questione “abbiano operato al meglio con impegno, colpendo la distrazione di fondi sociali, distolti dalla finalità pubblica”. “D’importanza fondamentale – ha aggiunto - i riscontri che vanno a completare quadro probatorio”.
Generale guardia di finanza Miglioli: “Un coordinamento splendido che ha portato ad ottimi risultati”
“Sono indagini che si intersecano, con un coordinamento splendido che porta all’unione di più indagini e ad ottenere risultati migliori”. Così il generale Gianluigi Miglioli, comandante regionale della Guardia di Finanza calabrese che sottolineato come questo sia “un risultato eclatante” spiegando come si siano concentrati non solo sulle entrate statali quanto sulle “uscite” sulle spese dello Stato, sottratte a chi dovevano servire per andare nelle mani di chi, invece, avrebbe avuto altri scopi.
Comandante provinciale Pallaria GF Vibo: “Abbiamo ricostruito tuti i flussi finanziari”
“Abbiamo ricostruito tutti i flussi finanziari investendo molto sul controllo dei fondi pubblici”. Così il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Vibo, Elia Carmelo Pallaria, che ha spiegato nei dettagli come quella messa in piedi successivamente da Calabria Etica fosse una “pseudo gara” che non recava alcun requisito minimo, a partire dal termine di presentazione delle offerte, fissato in 7 giorni. Un lavoro minuzioso che ha portato le fiamme gialle a ricostruire movimento per movimento tutti i passaggi finanziari.
Colonnello Ros Galimberti: “Siamo intervenuti sulla zona grigia”
“Siamo intervenuti sulla zona grigia che rappresenta il segno evidente dei rapporti collusivi e del livello di infiltrazione della ‘ndrangheta nel tessuto sociale, politico ed economico. Una vera minaccia, pericolosa, proprio perché difficile da individuare”. Così il colonnello Daniele Galimberti del Servizio centrale dei Carabinieri del Ros, “Un comitato da affari, imprenditori, amministratori locali, funzionari regionali, con l’obiettivo di sottrarre fondi pubblici”.
Comandante provinciale Pecci Carabinieri: “Operazione vuole ribadire che lo Stato c’è”
“Lo Stato c’è ed è a favore dei cittadini e intende imporsi su tutte le condotte criminose”. Ha rinnovato il suo invito alla cittadinanza, il colonnello Marco Pecci del Comando Provinciale dei Carabinieri. Presenti in conferenza stampa, anche il tenente colonnello Alceo Greco, comandante del Reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri, il comandante del nucleo investigativo di Catanzaro, Fabio Vincelli e il comandante della Compagnia Guardia di Finanza di Vibo Valentia, il Capitano Alessandro Lembo.
Claudia Strangis
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