Lamezia Terme - Quando appare la foto del primo grande pentito di mafia, Tommaso Buscetta, che scende dall’aereo con un plaid che gli copre le mani ammanettate, alle sue spalle c’è un giovane. E’ Antonio Manganelli. Uno degli autori di questa cattura. Il suo romanzo, presentato nella cornice del piazzetta di San Domenico, gremita di forze dell’ordine, e pubblico di tutte le età, ha un titolo pregnante. “Il sangue non sbaglia”. Sono parole cariche di sentimento quelle che usa Peppino Caldarola, giornalista, per presentare il libro: “C’è nel romanzo - dice -un grande amore per il suo lavoro. Al centro della storia c’è un poliziotto. E’ un uomo vero, con le sue passioni. Dalla famiglia ai cani. E ci sono elementi autobiografici. E’ un giallo”.
Per Caldarola sembra che non ci siano parole adatte per descrivere l’opera di Antonio Manganelli, il capo della polizia, scomparso pochi mesi fa. E’ stato uno dei più grandi poliziotti italiani. Con un curriculum imponente. Manganelli per il giornalista fa parte della generazione di super poliziotti, “Così li chiamavamo noi giornalisti” dice Caldarola che aggiunge “ ha salvato questo Paese assieme ad alcuni magistrati altrettanto importanti”. E conclude sul romanzo con queste parole.” E’ una di quelle grandi storie meridionali con i personaggi che ruotano attorno alla sua figura tratteggiati con grande maestria e fa capire anche un pezzo della storia d ‘Italia. Tutto raccontato nella sua brutalità.”
“Ho letto il romanzo ed ero molto scettico” confessa Mimmo Gangemi, scrittore, perché ho pensato al personaggio molto prestigioso ed ero convinto di trovarmi di fronte a una speculazione commerciale che approfittava del grande nome. Ma, dopo le prime pagine, ha confessato “mi sono dovuto ricredere”. “E’ un vero romanzo corposo - ha aggiunto - e Manganelli è un vero narratore perché sa tenere incollati alle pagine i lettori”. Commovente il ricordo della moglie Adriana. “Mi ha lasciata con il cesto del pic-nic in mano”, ha detto definiendolo “un giurista raffinato che ha scritto il libro avendo sempre avuto una gran voglia di vivere”. E ha concluso l’incontro con una sua frase: “Forse a questa traccia ne seguiranno delle altre”.
Maria Arcieri
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