Lamezia, “Verità e scienza intorno alla fede” al liceo Galileo Galilei

Don-Brancaccio_scientifico-Lamezia_2.jpg

Lamezia Terme - Si è discusso di “Verità e scienza” in merito al rapporto con la fede questa mattina, per il terzo incontro consecutivo, al liceo scientifico Galileo Galilei di Lamezia Terme. A curare l’evento, al quale hanno preso parte le quarte e le quinte classi, è stata la professoressa Miriam Rocca, docente di filosofia, mentre a relazionare per i ragazzi e con i ragazzi è stato don Francesco Brancaccio, teologo e sacerdote dell’istituto teologico di Cosenza e di Catanzaro e facente parte del Movimento Apostolico, luogo in cui è nata la sua vocazione.

Un rapporto, quello tra verità e scienza, che ruota intorno alla fede e da cui non si può assolutamente prescindere. “Se proviamo ad accostare scienza e fede, quale tra le due si avvicina di più alla verità?”, apre così il suo discorso, don Francesco, con una premessa che cattura subito l’attenzione dei ragazzi e da cui sono seguite parecchie domande e spunti di riflessione. La Scienza. Appare questa la risposta pervenuta dai ragazzi del liceo scientifico, per restare in chiave alla loro materia e per tracciare anche il percorso storico e filosofico di Galileo Galilei. Ma la scienza non può bastare, poiché esiste un di più che non può essere posseduto da una sola scienza. “Una verità della scienza che contraddice una verità della fede è certamente frutto di una valutazione sbagliata, per richiamare S. Agostino che si trovò a fare questo ragionamento tra il IV e il V secolo.

Don-Brancaccio_scientifico-Lamezia.jpg

I racconti della creazione vogliono dire che l’uomo e la terra sono pensati da un progetto disegnato da Dio, intorno all’amore e alla salvezza per entrare nel dialogo con Dio. La fede è il senso più pieno di tutto ciò che ad esempio la cosmologia o la fisica non possono spiegare. “Le domande sul perché siamo al mondo hanno a che fare con la meraviglia, e la meraviglia è un concetto dell’anima, la quale non può stare sul lettino del chimico e del ricercatore scientifico”, spiega don Brancaccio. Se si guarda un cielo stellato si formulano domande e si cercano risposte, in quell’esatto momento si crea una relazione con Dio. Dunque, ne deriva che tutte le domande di scienza riconducono alle domande di fede. La scienza si chiede il perché dell’universo e della sua nascita, la fede si concentra piuttosto sulla storia della creazione, sulla testimonianza della crocifissione. La fede conduce a domande di senso e di verità, il Cristianesimo si rivolge all’incontro storico, la scienza guarda al big bang.

“Alla fede non interessa dire perché l’uomo è comparso 2000 anni fa poiché è l’esistenza dell’amore di Dio che per noi ha dato tutto a dimostrare la verità - continua don Brancaccio. Per i meccanismi del pensiero, oggetto di studio della neuroscienza, non serve il concetto di anima. Mentre invece la fede dice altra cosa: se c’è un uomo che pensa, quest’uomo è vicino al concetto di eternità”.

V.D.

© RIPRODUZIONE RISERVATA