Catanzaro – “Nel 2024 l’economia calabrese è cresciuta debolmente, rallentando rispetto all’anno precedente. Sulla base dell’indicatore Iter della Banca d’Italia, il prodotto sarebbe aumentato dello 0.8% (1,3% nel 2023), un dato in linea con quello osservato nel resto del Paese”. La filiale di Catanzaro della Banca d’Italia, guidata dal direttore Marcello Malamisura, nell’ultimo rapporto sull’economia in Calabria traccia un bilancio della condizione della regione soffermandosi su una serie di indicatori.
“L’attività economica – spiegano nel corso di una conferenza stampa gli analisti della Banca d’Italia – ha continuato a risentire della debolezza dei consumi, che hanno beneficiato solo in parte della riduzione dell’inflazione. E’ rimasto positivo il contributo degli investimenti, soprattutto di quelli pubblici. L’evoluzione dei prossimi mesi potrebbe risentire dell’incertezza derivante dal contesto geopolitico instabile e dalle crescenti tensioni commerciali internazionali. Nel terziario la crescita è proseguita in misura meno intensa rispetto all’anno precedente. Anche nelle costruzioni l’espansione ha perso intensità, a causa del ridimensionamento delle agevolazioni fiscali connesse con gli interventi di ristrutturazione edilizia. La produzione nell’industria regionale si è stabilizzata, dopo il calo del biennio precedente. Il rallentamento congiunturale ha inciso sulla redditività aziendale, che aveva registrato una crescita nell’anno precedente. Nel 2024 l’occupazione in Calabria – si legge nel report Bankitalia – è cresciuta debolmente, con una dinamica meno favorevole rispetto al Mezzogiorno e all’Italia». Per quanto riguarda le famiglie calabresi, per la Banca d’Italia «il reddito nominale è cresciuto, beneficiando dell’aumento delle retribuzioni nominali e del miglioramento dei livelli occupazionali ma la perdita del potere d’acquisto accumulata nel biennio 2022-23 non risulterebbe però ancora del tutto recuperata”.
Il mercato del lavoro e le famiglie
“Nel 2024 l'occupazione in regione è cresciuta debolmente – scrivono nel report - con una dinamica meno favorevole rispetto al Mezzogiorno e all'Italia. Il lavoro autonomo è diminuito mentre quello alle dipendenze ha continuato ad aumentare, ancora sospinto dalle posizioni a tempo indeterminato. L'occupazione giovanile, strutturalmente bassa, si è ridotta rispetto al 2023. Dopo l'aumento registrato nell'anno precedente, anche la partecipazione al mercato del lavoro è diminuita, con una popolazione di inattivi caratterizzata - più che nel resto del Paese - da un basso livello di istruzione e da un'età mediamente elevata. Il reddito nominale delle famiglie calabresi è cresciuto, beneficiando dell'aumento delle retribuzioni nominali e del miglioramento dei livelli occupazionali. È tornato a crescere anche in termini reali, favorito dal rallentamento dei prezzi. La perdita di potere d'acquisto accumulata nel biennio 2022-23 non risulterebbe però ancora del tutto recuperata. Nonostante l'aumento del reddito disponibile, la dinamica della spesa per beni e servizi è rimasta debole, ancora sostenuta da un ampio ricorso al credito al consumo. Dopo il deciso calo del 2023, la domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni è aumentata, favorita anche dalla riduzione dei tassi di interesse”.
Le imprese
“Nel terziario – affermano ancora - la crescita è proseguita in misura meno intensa rispetto all'anno precedente. Anche nelle costruzioni l'espansione ha perso intensità, a causa del ridimensionamento delle agevolazioni fiscali connesse con gli interventi di ristrutturazione edilizia; l'attività del settore ha tratto ancora beneficio dalla prosecuzione dei lavori relativi alle opere pubbliche. La produzione nell'industria regionale si è stabilizzata, dopo il calo del biennio precedente. In presenza di un favorevole quadro di misure di sostegno pubblico, sia nazionale che locale, l'attività di investimento è rimasta stabile nell'industria, mentre è aumentata nei servizi; rimane molto contenuta la spesa in ricerca e sviluppo e quella rivolta all'utilizzo delle tecnologie avanzate e dell'intelligenza artificiale. Il rallentamento congiunturale ha inciso sulla redditività aziendale, che aveva registrato una crescita nell'anno precedente. La liquidità è rimasta elevata nel confronto storico, con una netta prevalenza dei depositi in conto corrente rispetto alle altre forme di impiego. In un contesto di tassi di interesse in calo, la dinamica dei prestiti è stata debole, in particolare per le imprese piccole, per effetto di una domanda ancora contenuta e di politiche di offerta improntate alla prudenza”.
La crescita e l'innovazione
“Il rallentamento dell'economia regionale si inserisce in un quadro di persistente ritardo rispetto alla media nazionale – è scritto nel report di Bankitalia - Sebbene siano stati superati i livelli precedenti la pandemia, l'attività economica in Calabria rimane ancora significativamente inferiore a quella del 2007, a fronte del recupero osservato in Italia; vi ha contribuito soprattutto il calo demografico che ha prevalso sugli effetti positivi derivanti dall'aumento della produttività del lavoro. Sui divari continuano a pesare le criticità del contesto istituzionale, che però ha mostrato segnali di miglioramento, anche grazie ai recenti progressi nel processo di digitalizzazione delle Amministrazioni locali. In presenza di un tasso di innovazione del tessuto produttivo ancora contenuto, risulta fondamentale il contributo del sistema universitario nel trasferimento delle conoscenze scientifiche. In particolare, il polo informatico di Cosenza, che negli ultimi anni ha registrato un rilevante sviluppo, può consentire di cogliere le opportunità derivanti dall'intelligenza artificiale”.
G.V.
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