di Maria Arcieri
Lamezia Terme, 28 settembre - Dal 1987, è l’hair stylist, (lui preferisce definirsi “parrucchiere”) della “upper class” della città: Franco Giudice, 51 anni ascolta e non rivela i discorsi dei suoi “clienti”. Ma ammette che il discorso più ascoltato riguarda calcio, attualità e donne. Intanto il telefono del salone squilla in continuazione perché gli uomini della Piana sono molto, molto vanitosi, (non è una sua confessione) e devono prenotarsi. Si è sempre occupato di formazione, perché ha sempre creduto nella crescita professionale dei giovani colleghi.
Lei ha gestito per diversi anni dei corsi regionali?
“Esatto e mi occupavo di formare in questo settore ragazzi dai sedici ai venti anni con alcuni enti formazione, come l’Isim”.
Da quanti anni esercita questa professione e come è iniziata?
“E’ una vocazione che è maturata quando avevo 13 anni nel negozio di profumeria di mio padre”.
E qual era l’attinenza?
“E’ un mercato dove tutto serve per il bene della persona”.
Chi è stato il suo primo maestro?
“Mio padre. Poi ho seguito dei corsi all’Accademia Nazionale di acconciatore, Anam di Milano che ora si trova anche sul territorio e di cui sono stato Presidente per molti anni e ho seguito molti percorsi di formazione internazionali”.
Perché molti professionisti quotati e soprattutto molti calciatori preferiscono il suo salone?
“Perché c’è un passaparola, soprattutto nell’ambito calcistico”.
Quale è la richiesta dei giocatori in fatto di tagli?
“Dinamicità con degli estremi”.
E’ più richiesto quello alla Borriello o alla Beckham?
“Tutti e due. I tagli devono essere decisi con disconnessione, cioè con una rasatura molto evidente e delle sovrapposizioni di lunghezze”.
Molto anglosassone?
“Esatto”.
Ma arrivano con le foto?
(Sorride) “Diciamo che facciamo parlare molto il cliente, perché ci aiuta a capire il taglio che vuole e poi diamo un consiglio attenendoci al viso e alle tendenze attuali”.
Da quanti anni, secondo lei, i lametini sono diventati così vanitosi?
“Non penso sia una vanità ma penso sia un’esigenza di mercato. L’uomo vuole essere attuale nella moda e penso che sia soprattutto un modo per tenere alla propria immagine”.
Mi fa un esempio?
“C’è molto cura nell’aspetto. Molta richiesta per lo sfoltimento delle sopracciglia e per l’idratazione”.
Non rischiano di diventare meno maschili?
“Consiglio sempre di non esagerare. Sono favorevole alla pulizia e all’idratazione senza eccessi femminili”.
Di cosa parlano i suoi clienti? Sport, politica o donne?
“Dei loro problemi perché si fidano di noi”.
Per esempio?
“Noi non ascoltiamo mai anche perché con il mio staff evitiamo di entrare nella discussione a meno che non sia lui a chiederlo”.
Lei non mi sta rivelando nulla, però
“In generale si parla sopratutto di calcio... poi anche di donne”.
E cosa dicono?
“Molto spesso che si vogliono sostituire all’uomo in molte professioni. Ma sottolineo che c’è nei loro riguardi, un gran rispetto per la donna”.
Nel suo salone, a parole, poi escono e ... come mai svanisce?
“Non lo posso confermare”.
Se domani lei volesse scrivere un libro su quello che si è detto in questo salone?
“Ricordo molte discussioni soprattutto quando nel salone c’era il maschile e il femminile, e le dirò che erano molto interessanti”.
Per quanti anni ha lavorato con questo tipo di clientela?
“Per dodici anni”.
E poi la separazione?
“Esatto, per un’esigenza di spazio”.
E di cosa si parlava?
“Di sociale, esistenziale. Anche perché nella società di oggi ci sono molte separazioni”.
Nascevano anche storie d’amore?
“Perché no”.
Ha delle colpe, quindi?
(Ride) “Soprattutto abbiamo avuto il piacere di fare conoscere”.
Quindi “scoppiavano” matrimoni per questa vicinanza?
“Anche”.
Effettua anche servizio a domicilio?
“Certo, per le persone che non godono di ottima salute e a volte anche per altre occasioni”.
La tendenza di quest’anno detta barba e three day after. Lei in che modo consiglia il cliente, visto che il suo intervento non è necessario?
“Generalmente in questi casi il cliente entra nel salone per la cura dei capelli e per il viso è autodidatta”.
E’ di moda l’incolto?
“Non c’è una linea ben precisa nelle tendenze”.
Il suo cliente vuole piacere a sé stesso o agli altri?
“Credo al 50%”.
Il Lametino n. 173
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