Lamezia Terme – Dopo la segnalazione ieri, di un episodio di tentato furto ad una macchina nei pressi del Santuario di Sant’Antonio che aveva visto coinvolta una giovane ragazza, nella giornata di oggi arriva la segnalazione di un episodio simile. Ad essere coinvolta questa volta una signora che come racconta un cittadino “Dopo essersi recata a messa nel Santuario di Sant’Antonio in occasione della Tredicina, non avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi di fronte a quella scena. L’auto, posteggiata sulla strada di fronte l’ex casa di riposo comunale, ora dismessa, è stata vittima di uno degli ennesimi furti che si verificano in città ultimamente. A farne le spese, oltre al vetro, gli oggetti delle figlie”.
“Pur seguendo la solita prassi – segnala - con denuncia sporta presso il commissariato di Lamezia, la rabbia, la delusione, non viene solo per il valore degli oggetti rubati, che si sa, possono essere ricomprati, ma dal gesto disumano, vile, di un furto avvenuto in un posto adiacente ad un luogo di culto cosi importante per Lamezia come quello di Sant’Antonio che proprio in questi giorni vede il suo momento di festa in occasione della Tredicina. Quella antistante l’ex casa di riposo, rimane una zona abbandonata a se stessa, priva di illuminazione pubblica durante la notte, pericolosa per chi vi transita per la numerosa presenza di cinghiali che scendono dal “bosco di sant’antonio””.
Di seguito lo sfogo della donna sui social. “Questa è la sicurezza della nostra città, questo è stato il buongiorno che mi hanno dato. Ma non vi vergognate, vicino ad un luogo di preghiera come quello di Sant' Antonio… questo è quello che ho trovato al ritorno per prendere la macchina. Per prendere cosa poi?? Lo zaino di mia figlia che fa la 4^elementare, le tavole tecnologiche di mia figlia della 3^ media, i miei occhiali da sole , che nemmeno si vedevano (da mettere in chiaro), altri due paia dei marocchini che erano nel cassetto, il profumo della macchina e poi nel portabagagli due regali che dovevo dare a due fratellini. Che vergogna”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA