Presentazione del Rapporto “Sussidiarietà e… welfare territoriale” a Rende

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Rende (Cosenza) - La spesa familiare privata degli italiani per il welfare (salute e assistenza ad anziani e disabili) nel 2024 è stata di circa 138 miliardi di euro, ovvero quasi 5.400 euro per ciascun nucleo. Un impegno consistente, che colma il vuoto lasciato in molti settori dall’intervento pubblico. Nonostante ciò, negli ultimi tre anni una quota significativa (oltre il 67%) di chi ha richiesto assistenza ha incontrato difficoltà o impossibilità di accesso ai servizi del welfare territoriale ed è crescente la disparità territoriale tra Nord e Sud, tra aree urbane e periferiche, e tra zone interne e non.

È quanto emerge dall’annuale Rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà (FpS), “Sussidiarietà e… welfare territoriale”, che sarà presentato sabato 18 ottobre alle 17:00 all’Hotel President di Rende. Interverranno: Giovanni Pensabene, Presidente Fondazione Carical; Monica Pratesi, Professoressa di Statistica, Università di Pisa; Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà; Giuseppe Alfarano, Sindaco di Camini (RC); Don Giacomo Panizza, Comunità Progetto Sud; Monsignor Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio, Vicepresidente per l’Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana; Don Giacomo Tuoto, Presidente Fondazione “Le idee di Chicco”. Modererà l’incontro Tonino Saladino, Fondazione per la Sussidiarietà.

“Investire sullo stato sociale, sulla sua universalità e inclusività, non è solo un dovere di solidarietà verso i più fragili, ma significa anche costruire società più coese, sistemi più resilienti e una crescita economica più stabile”, sostiene Giorgio Vittadini, Presidente di FpS, “È venuto il momento di rinnovare il patto sociale che ci unisce, con la cultura della sussidiarietà, che è ricerca del bene comune attraverso la messa a sistema del contributo di tutti. Più società e più Stato insieme”.

Il Rapporto analizza il welfare italiano, in particolare quello territoriale, ovvero l’insieme dei servizi sociali di competenza dei Comuni che comprendono l’assistenza verso anziani, famiglie e soggetti minori in stato di bisogno, disabili, soggetti affetti da dipendenza, indigenti, persone emarginate dal lavoro.

"Universalismo ed equità dello Stato sociale sono a rischio, anche se la Penisola è al secondo posto in Europa per la spesa sociale, con circa 620 miliardi di euro, pari al 30% del prodotto interno lordo. Povertà e disuguaglianza, che i servizi di welfare sono chiamati a limitare, stanno peggiorando: il 5% delle famiglie possiede il 46% della ricchezza, mentre quasi il 10% della popolazione è in difficoltà. Particolarmente grave la situazione delle famiglie con persone disabili: oltre un quarto (28,4%) è a rischio povertà o esclusione sociale. L’attuale sistema di welfare non è ben visto dagli italiani. Solo il 38% dei cittadini promuove le politiche per la lotta alla povertà e al disagio sociale. Nel nostro Paese le prestazioni pensionistiche (vecchiaia, invalidità e reversibilità) assorbono quasi la metà delle risorse del welfare, mentre alle politiche sociali (famiglie e minori, disabilità e disoccupazione) è destinato meno del 20%".

La sostenibilità nel lungo periodo appare critica. Il welfare territoriale in Italia è caratterizzato "da un complesso reticolo istituzionale, con competenze distribuite tra Stato, Regioni e Comuni, carenza o assenza di coordinamento e potenziali conflitti. Una situazione che causa sovrapposizioni, sprechi e inefficienze. Il sistema è sbilanciato verso il trasferimento monetario rispetto alla più efficace offerta di servizi; è incentrato sull’offerta di servizi parcellizzati e non sulla presa in carico della persona; il rapporto pubblico-privato sociale è troppo soggetto alle regole di mercato; manca un sistema di monitoraggio dei bisogni e di valutazione della qualità dei servizi".

Dal Rapporto emerge "l’importanza di passare da una visione “amministrativa” dei bisogni a un approccio olistico che riconosca la complessità e la specificità delle esigenze individuali e comunitarie, mettendo al centro la persona.

Il Rapporto contiene alcune proposte per migliorare la situazione.

1. La presa in carico della persona, che parta dalla valutazione del complesso dei suoi bisogni per poi individuare il piano di servizi più appropriato.

2. La progettazione integrata dei servizi e un sistema di valutazione della loro qualità.

3. La creazione di centri territoriali per servizi integrati e accessibili.

4. Una regia centrale dei flussi di spesa, l’incremento delle risorse, con investimenti sul capitale umano.

5. Il rafforzamento della collaborazione tra pubblica amministrazione e Terzo settore che parta dell’analisi dei bisogni ed esca dalle logiche di mercato".

Il Rapporto è stato realizzato da Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con Aiccon, IFEL, Ipsos e Istat e con il contributo di Fondazione Cariplo. Il Rapporto si può scaricare dal sito della Fondazione per la Sussidiarietà.

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