Lamezia Terme – Abbiamo incontrato il consigliere comunale Luigi Muraca nel suo studio legale, dove svolge l’attività di avvocato cassazionista. Capogruppo e capofila di Lamezia Unita, una delle liste che ha dato maggior apporto all’elezione a sindaco di Paolo Mascaro, ha ottenuto 660 preferenze alle scorse comunali. Ne abbiamo approfittato per tracciare con lui un bilancio di questi primi 6 mesi da consigliere e in particolare per discutere dell’attuale situazione finanziaria dell’Ente, essendo stato presidente dell’Asicat fino al 2013 ed essendo riuscito a chiudere i bilanci del Consorzio Industriale in positivo. Un commento poi più che lapidario sui recenti sviluppi politici in consiglio comunale, dopo la costituzione del nuovo gruppo “Calabria al centro”.
Un bilancio di questi sei mesi d’amministrazione Mascaro e della sua esperienza da Consigliere comunale
“La grave situazione finanziaria ha inevitabilmente condizionato i primi mesi dell’amministrazione guidata da Paolo Mascaro. Non si tratta di giocare a rimpallarsi le responsabilità indulgendo al populismo, ma di dati oggettivi. Il rendiconto 2014 non era stato ancora approvato, come nemmeno il bilancio di previsione 2015. La situazione strutturalmente deficitaria ha così impegnato gran parte dell’attività del Consiglio Comunale sino all’assestamento di bilancio che chiude una prima fase di questa amministrazione, il cui segno è la sobrietà. Non c’è bisogno di un’operazione verità, ci sono i fatti che pesano come macigni. L’anticipazione di cassa è stata praticata inammissibilmente con regolarità, debiti scaduti e non pagati con aggravio di interessi, attività di accertamento dei tributi in arretrato claudicante, una situazione deficitaria dovuta in sostanza al fatto che si è speso negli anni più di quanto si è incassato. Abbiamo voluto fare innanzitutto un salto culturale e un patto con i cittadini, tutelando coloro i quali hanno sempre pagato affinché in futuro paghino di meno ma senza espellere dal consesso sociale coloro i quali non pagano, perché non hanno ancora percepito che la comunità si regge sull’erogazione di servizi che hanno un costo. Un salto culturale per far capire loro che solo così possono vivere in una città migliore, per sé e per i propri figli. L’amministrazione Speranza nel corso degli anni ha mandato un messaggio sbagliato, un messaggio subliminale diseducativo, in quanto il Comune è un’entità che deve essere sicuramente al servizio di tutti e principalmente dei più deboli, ma si tratta di un ente che eroga servizi e i servizi vanno pagati. Per esempio non veniva quasi mai pagato il trasporto pubblico e circa 3.000 persone non hanno mai ricevuto negli anni avvisi di accertamento per nessun tributo. Così facendo l’ex sindaco Speranza ha involontariamente stretto un patto con gli evasori. Ci stiamo adesso concentrando sulla ripresa delle entrate, sui servizi a domanda individuale e sul contenimento delle spese. Non dimentichiamoci che la scorsa amministrazione aveva 11 dirigenti, alcuni dei quali superavano i 100 mila euro all’anno, alcuni con riconoscimenti “ad personam”, spese esose che un comune non può sopportare. Oggi camminiamo solo con 3 dirigenti e il sindaco non può ancora avere un suo staff”.
A queste condizioni, i cittadini devono aspettarsi il dissesto?
“Non è scongiurato questo rischio, il messaggio molto semplificato che ha voluto lanciare l’amministrazione Speranza, “via il problema Icom via il dissesto” è un messaggio ben congegnato politicamente, ben confezionato, ma assolutamente inveritiero, destituito di ogni fondamento. I problemi di deficit strutturale dal punto di vista finanziario vanno ben oltre la vicenda Icom, la questione non può dirsi risolutiva”.
A cosa sta lavorando in questi giorni l’amministrazione Mascaro?
“C’è stata una riunione sul piano strutturale, un aspetto della massima importanza. Anche qui la passata gestione ha creato confusione. L’orientamento del progettista si è scontrato con una volontà diversa della parte politica che in consiglio comunale ha poi approvato un piano diverso da quello concepito. Stiamo approfondendo il documento nella sua interezza, perché non sia incoerente con il maxi emendamento. Si sta cercando di non sforare troppo i limiti previsti dalla legge e di rispettare i termini. Stiamo ovviamente anche avviando la discussione sul piano spiaggia. Come lista “Lamezia Unita” vogliamo poi dare risalto alle periferie, che come dice l’architetto Renzo Piano, “sono la fonte d’energia della città”.
Il suo slogan è sempre stato “Lamezia deve contare” ma quanto conta oggi davvero la città ?
“Oggi la città conta poco. La situazione attuale, fragile e precaria, è il prodotto di una debolezza delle classi dirigenti protrattasi per troppi anni. Se Lamezia non si inserisce all’interno di un progetto regionale e nazionale, se non si fa riferimento alla programmazione comunitaria, se non le vengono riconosciute le sue prerogative di baricentro e area strategica della regione, è difficile che possa avere uno sviluppo. Mi riferisco ad esempio alle tante potenzialità di sviluppo della nostra area industriale e, ad esempio, alla recente decisione del Consiglio dei Ministri di finanziare invece quella di Bagnoli con 50 milioni di euro. Nonostante negli anni ’70 le due aree siano partite insieme e nonostante l’area industriale di Lamezia sia più attraente, Bagnoli ha ricevuto i finanziamenti solo perché ha maggiore forza politica. Altro aspetto quello dei collegamenti. Lo studio di fattibilità per oltre 400.000,00 euro del collegamento ferroviario veloce Catanzaro-Cosenza, di cui è stato appena pubblicato il bando, taglia fuori Lamezia e non depone bene in relazione alla volontà di Oliverio di rendere protagonista la nostra città. Se poi si aggiunge che l'intendimento della Regione è quello di creare un collegamento diretto tra aeroporto e Germaneto, bypassando gli ex Comuni di Nicastro e Sambiase, allora si ha un quadro chiaro di quanto le nostre rappresentanze istituzionali ai più alti livelli trascurino Lamezia, dal momento che non sembra ci sia un impegno volto ad impedire con forza queste scelte. In politica è questione di rapporti di forza, rapporti che però non si misurano con un consigliere in più o in meno, ma avendo a cuore il territorio”.
A proposito di politica, cosa ne pensa degli ultimi movimenti in consiglio comunale, dopo la costituzione del nuovo gruppo “Calabria al centro”?
“C’è il rischio che sempre più spesso l’adesione ad una formazione politica possa avvenire non per convinzione o per condivisione di valori, ma per collocazione nella scia di un capo o, in tanti casi, di un potentucolo locale. Calabria al Centro comunque ha dato comunque la sua adesione al sindaco Mascaro, mentre invece non si è capita ancora qual è la linea politica adottata dal movimento nazionale di Verdini, se non quella esplicata nelle dichiarazioni sessiste dei suoi capigruppo in Parlamento, Lucio Barani e Vincenzo D’Anna”.
Vista la recente nomina a coordinatore cittadino di Forza Italia dell’avvocato Giuseppe Spinelli, persona vicina al sindaco Mascaro, è possibile che le liste civiche che lo hanno supportato in campagna elettorale guardino anch’esse a Forza Italia?
“Allo stato no, la collocazione delle liste non è stata proprio oggetto di una nostra valutazione. Colgo però l’occasione per fare gli auguri al valente collega Giuseppe Spinelli che anche in politica saprà dimostrare la sua intelligenza”.
Alessandra Renda
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