Lamezia, M5s: chi ricopre cariche pubbliche comunichi eventuale appartenenza a loggia massonica

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Lamezia Terme - A seguito di quanto emerso dall'inchiesta "Mammasantissima" sui rapporti tra 'ndrangheta e Massoneria, il meetup cittadino chiede a chi ricopre incarichi pubblici di inviare una dichiarazione di non appartenere ad alcuna loggia massonica. 

"Fermo restando - precisano - che per noi Meetup 5 Stelle Lamezia Amici di Beppe Grillo già la “massoneria pura” rappresenta di per se qualcosa di estremamente  negativo e deleterio, tant’è che chi si candida con il Movimento 5 Stelle deve sottoscrivere un’autodichiarazione con la quale garantisce di non essere massone (pena l’obbligo di immediate dimissioni qualora dovesse successivamente emergere il contrario), ci sembra doveroso pretendere dalla nostra amministrazione  comunale la massima trasparenza. Pertanto, chiediamo al sindaco Paolo Mascaro, ai consiglieri, alla Giunta ed a chiunque ricopra un incarico pubblico, come il Presidente ed il Vicepresidente della Multiservizi, una dichiarazione di non appartenere ad alcuna associazione, consorteria, loggia massonica, lobby, o altro circolo di tipo occulto.

Il Consiglio di Stato ha stabilito, d’altronde - precisano - che è legittima una legge regionale che impone ad un soggetto l’obbligo  di comunicare l’appartenenza ad una loggia massonica ai fini del conferimento di un incarico pubblico. Con la sentenza n.5881 del 6 ottobre 2003 i giudici di Palazzo Spada affermano che tale obbligo non viola il diritto di riservatezza in quanto è correlato alla particolare posizione funzionale rivestita dal soggetto designato o nominato ad una pubblica funzione, ed è giustificato da preminenti interessi pubblici e generali direttamente assistiti da garanzia costituzionale. Nella motivazione della sentenza,  il giudice amministrativo precisa, inoltre, che il diritto alla riservatezza, pur integrando un aspetto di non secondaria rilevanza della proiezione della persona, non è un valore assoluto che trova diretta tutela nella Carta costituzionale vigente come bene primario ed inviolabile, ed è perciò destinato a soccombere di fronte al principio di buon andamento dell’amministrazione, postulato a livello costituzionale dell’art. 97". 

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