Lamezia, Tribunale a rischio chiusura: la lettera del Sindaco al Ministro e le reazioni politiche

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Lamezia Terme, 27 aprile - Già in tempi non sospetti, ed imminenti, la versione cartacea de Il Lametino era uscita con la notizia di un possibile ridimensionamento del tribunale di Lamezia. Ora sembra che quanto già accennato diversi mesi addietro trovi presto conferma da parte del ministero di Giustizia ed ecco che arrivano le diverse prese di posizione a livello politico che vi riportiamo qui di seguito.

Sindaco di Lamezia scrive alla Severino: Non chiuda presidio legalità in realtà di frontiera

Ministro, mi permetto di scriverLe per esprimere la mia preoccupazione, quella dell'Amministrazione e dell'intera comunità lametina per l'ipotesi di chiusura ed eventuale accorpamento del Tribunale della città, paventato in questi giorni a seguito dell'elaborazione del documento che prevede la riduzione degli uffici giudiziari con atti amministrativi successivi  da parte del Suo Ministero. Vorrei ricordarLe che Lamezia Terme, insieme al suo vasto comprensorio, è una realtà con una preoccupante presenza della criminalità organizzata, ma che, per fortuna, registra anche una forte reazione civile e sociale ed un contrasto istituzionale importante che in questi anni ha visto quale perno fondamentale la Procura della Repubblica e Tribunale. In questa situazione, ed in un momento così delicato, far venire meno un presidio essenziale di legalità ed un punto di riferimento concreto, rappresentato dagli uffici giudiziari cittadini, rischia di essere assai negativo per tutti coloro che si battono per affermare giustizia e legalità.Lamezia ha un numero di abitanti addirittura superiore a quello di Cosenza ed è la terza città della Calabria. Come sa bene un approccio puramente “matematico” non può risolvere il grave problema del deficit di giustizia e legalità che vive una realtà di frontiera come la Calabria. E' per queste ragioni, e facendomi interprete delle preoccupazioni della città e degli operatori di giustizia (magistrati, avvocati, personale giudiziario), che Le chiedo di valutare attentamente e di evitare la chiusura in ogni modo del Tribunale e della Procura che necessiterebbero, al contrario, di un rafforzamento di risorse e di organico. Nei prossimi giorni ho promosso un incontro con i sindaci del comprensorio, i rappresentanti istituzionali del territorio, i rappresentanti dell'associazionismo antiracket e gli operatori di giustizia allo scopo di esaminare insieme a tutti loro la situazione. Certo che vorrà tenere presenti le nostre preoccupazioni ed argomentazioni e che vorrà operare per il bene della Calabria e della sua popolazione, in attesa di conoscere le Sue valutazioni ed i Suoi intendimenti Le porgo distinti ossequi e Le chiedo anche la possibilità di incontrarci per ascoltare le nostre ragioni.

Francesco Grandinetti (Fli): La gente deve scendere in piazza per difendere Lamezia

A tutti i "soloni" della politica dico: avevamo ragione o no a chiedere con forza l’istituzione della  provincia per Lamezia  Terme? Non voglio entrare nel merito della paventata chiusura del nostro tribunale con il "solito dire" che stanno usando  tutti e che faccio mio : importanza del Tribunale, malavita imperante, numero di cause  su anno, storia ecc. Ma voglio fare una domanda chiara: Se si stanno abolendo le provincie, se c’è una volontà quasi unanime di abolire l’ente intermedio, come si può inserire tra i criteri di scelta della città accorpante quello della Provincia? Ebbene sarebbe il caso che si provvedesse a rettificare tale principio. Da una parte diciamo che si devono abolire le provincie dall’altro rendiamo questo status indispensabile per diventare città accorpante di tribunale. Per cui il fatto che siamo la terza città della Calabria, il fatto che siamo in posizione centrale, il fatto che siamo la città con più nodi intermodali passa come sempre  in secondo piano. Allora dico a cosa serve scrivere ai ministri per raccontare le solite cose. Mi sembrano  tanto quelle solite dichiarazioni di solidarietà, ormai inutili, verso chi subisce intimidazioni mafiose o pseudo tali. Prive di contenuto vero e piene di demagogia che più di solidarietà diventano spot ad personam.  Ora basta. La gente deve scendere in piazza, non solo per difendere il nostro tribunale ma per difendere la nostra Lamezia. Niente università, niente uffici regionali, niente metropolitana (Catanzaro e Rende/Cosenza) sono pronte), niente ospedale, niente di niente. Ci siamo scocciati di essere usati solo come centralità geografica a cui non fa seguito la centralità politica economica. Dobbiamo abolire le province subito e dare merito e  forza alle città non per il loro status di città capoluogo, ma per la loro forza di incidere. Il quesito da fare alla politica dovrebbe essere: Perchè usare, tra gli altri, come criterio per essere Tribunale accorpante l’ essere situato in città capoluogo se contestualmente in parlamento esiste una convinzione quasi unanime di abolire le province. L’accorpamento in generale  potrebbe essere utile ma se ciò dovesse avvenire, perchè non deve essere Lamezia il tribunale accorpante? Basta cambiare i criteri. L'antipolitica imperante deve essere indirizzata non contro tutti i politici ma contro chi ha fatto della politica il proprio "mestiere". Politici seduti da  circa un ventennio che non hanno saputo far rispettare la nostra città ed il territorio limitrofo. Fin quando non cambierà la legge elettorale che ridarà alle persone il diritto di scegliere il proprio rappresentante a Roma nulla cambierà. I politici faranno a gara per essere nelle grazie del "capo del partito" e non per essere i portavoce delle istanze della gente comune. I cittadini devono saper discernere per evitare che chi fa politica nel vero senso della parola non si stanchi di essere confuso con chi ha fino ad oggi pensato solo a se stesso con i soldi di tutti. Per concludere, mi sono sentito con il presidente dell’ordine degli avvocati di Lamezia Terme avv. Gianfranco Barbieri  ed abbiamo concordato di fissare un immediato incontro per  unire i nostri sforzi per raggiungere l’obiettivo. Il "caso Tribunale" serva così  come il "caso  Ospedale" per chiamare a raccolta i nostri concittadini chiedendogli di diventare i veri artefici del loro destino.

Francesco Talarico: "In certi contesti bisogna irrobustire e non indebolire l'apparato giudiziario"

“Un Tribunale importante per il territorio e per la stessa amministrazione della giustizia come quello di Lamezia  Terme, non può rischiare ridimensionamenti o peggio ancora la chiusura. Questioni così delicate, in territori, dove è necessario irrobustire gli apparati organizzativi della giustizia, anziché indebolirli o ridimensionarli, non possono essere delegate a decisioni che non tengano conto delle realtà dei territori e delle esigenze di massimo impegno nella battaglia contro fenomeni degenerativi come la mafia. Lamezia, per popolazione, è la terza città della Calabria ed è impegnata, nelle sue componenti sociali e civili, in un percorso di riscatto e di crescita che non può non vedere, a fianco dei cittadini, l’istituzione massima dell’amministrazione della giustizia. Una rinnovata organizzazione giudiziaria, soprattutto in assenza di una riforma complessiva della giustizia, non può - dice ancora Talarico - prevedere accorpamenti e soppressioni che, in particolare nel caso di Lamezia, sono non condivisibili e improponibili. Credo che anche nell’ottica di un riequilibrio delle disparità nord sud a tutti i livelli, occorra - conclude Talarico - non soltanto mantenere Tribunali come quello di Lamezia Terme, rilevante per la sua centralità, in un territorio con problematiche questioni legate alla presenza della criminalità, ma valorizzare e sviluppare gli uffici esistenti, cominciando col colmare i vuoti esistenti con l’attribuzione agli uffici di nuovi e più numerosi giudici. La nuova organizzazione degli uffici giudiziari sul territorio non può essere disegnata in astratto senza preventiva verifica con le componenti istituzionali, politiche, economiche e sociali di un territorio. Sarebbe un errore gravissimo e dobbiamo fare in modo che venga evitato”.

Ida D'Ippolito (Pdl) : "Prudente fiducia su risoluzione della questione tribunale"

“Il nostro Tribunale rappresenta un presidio di legalità in un territorio che deve affrontare ogni giorno i continui attacchi della criminalità organizzata. Tutte le forze produttive e sociali, l’intera comunità lametina lo considerano un punto di riferimento irrinunciabile, proprio in un momento in cui la pesante crisi economica rischia di rafforzare l’azione della criminalità. Ho invitato il Governo a considerare con la massima serietà proprio la funzione, non solo simbolica, ma concreta ed operativa svolta dal Tribunale nell'azione di contrasto e resistenza ai poteri criminali della nostra città. Il Sottosegretario Zoppini ha colto il valore delle mie sollecitazioni, impegnandosi ad un immediato confronto con il Ministro Severino. Esprimo una prudente fiducia sul positivo esito della delicata questione".

Costantino Fittante: Evitare ennesima penalizzazione per la città e comprensorio

"Quando nell’ottobre 2011, un gruppo di Associazioni cittadine ci siamo riuniti per discutere del rischio che l’applicazione della legge 148 / 211, emanata dal governo Berlusconi, potesse provocare la chiusura o lo smembramento del nostro Tribunale, dalle espressioni parlamentari cittadine, ed anche da alcune organizzazioni categoriali, sono venute parole di critica alla nostra iniziativa. Siamo stati accusati di lanciare “inutili allarmismi”. C’era l’assicurazione dell’allora Ministro Palma che il presidio di giustizia sarebbe rimasto a Lamezia, ciò poteva e doveva bastare. Ma non siamo stati dei visionari. Oggi, alla luce di un piano di riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziari elaborato sulla base dei criteri contenuti nell’articolo 1, comma 2 della legge citata, gli stessi parlamentari che senza fiatare quella legge hanno votato, alzano la voce e pretendono dal governo Monti, che per altro i loro partiti sostengono, quello che non sono riusciti ad ottenere dal governo di cui facevano parte.Dall’ottobre 2012 e fino alla conclusione del suo mandato, il Ministro Palma non ha trovato il tempo di rispondere all’invito del Sindaco Speranza di venire a Lamezia per un confronto pubblico sull’argomento. Mentre da allora ad oggi parlamentari, partiti politici rappresentati in Parlamento, organizzazioni ed associazioni categoriali, hanno osservato silenzi. Non è dato sapere se oramai la frittata è fatta. Vogliamo sperare che ci siano ancora margini per evitare la chiusura del Tribunale. Pensiamo che, senza clamori mediatici che servono al massimo per far dimenticare l’acquiscenza acritica alle proposte del Governo Berlusconi, tutti gli eletti lametini, anche quelli che non hanno in tempo fatto emergere  il rischio evidente insito nell’applicazione della legge che non hanno votato, devono assieme mobilitarsi e operare perché venga scongiurato qualsiasi proposito di smembramento o di chiusura del Tribunale, pretendendo,semmai, che al più presto  siano nominati il nuovo Presidente e il nuovo Procuratore. E la Città deve mobilitarsi. Lamezia e il territorio comprensoriale sono l’epicentro di attività molteplici: economicche, produttive, di scambi commerciali ed anche base di traffici illeciti. C’è il diffuso radicamento della malavita organizzata con il costante rischio della sua penetrazione nell’imprenditoria sana e il condizionamento delle Istituzioni democratiche. Per questa realtà oggettiva, Lamezia  non può essere privata del presidio di giustizia e di sicurezza.L’operazione del governo Berlusconi, era finalizzata al risparmio di spesa. Obiettivo improbabile da raggiungere. Non si può tagliare, tagliare e ancora tagliare i fondi destinati a servizi essenziali quali la giustizia, la scuola, la ricerca. E’ in tutt’altra direzione che bisogna intervenire. Ed è inaccettabile che la razionalizzazione dell’organizzazione statuale debba sempre fare riferimento alle circoscrizioni provinciali che, per altro, si intendono sopprimere. Per altro, ogni qual volta si è operato in tale direzione, il risultato è sempre stato fallimentare (vedi gli accorpamenti delle ASL in Calabria). Altri devono esser i criteri da porre alla base di un serio e razionale piano di  riordino degli uffici giudiziari, certamente non quelli, o non tutti quelli, indicati  nell’articolo 1 comma 2 della legge 148 / 2011. Le Associazioni lamettine, che nei prossimi giorni si riuniranno, continueranno la loro battaglia a fianco degli operatori di giustizia, del Comune e delle altre espressioni istituzionali, perché venga evitata l’ulteriore penalizzazione della nostra Città e del nostro comprensorio".

Giandomenico Crapis (Sel): Proposta indecente accorpamento tribunale Lamezia

"E’ una proposta francamanete indecente quella che il governo vuol fare alla nostra città, azzerando il tribunale e accorpandolo altrove. Era già successo, sin dai tempi del ministro Conso, correva l’anno 1993 e giustamente la proposta fu respinta dalla mobilitazione totale e dalla chiusura per alcune settimane dello stesso tribunale per lo sciopero degli avvocati. Esattamente in questo stesso periodo, diciannove anni fa. Ora ci risiamo. La logica è sempre quella, tagliamo, accorpiamo a prescindere, come sulla sanità, senza tenere conto delle varie realtà, delle esigenze dei territori, della domanda di giustizia. Che a Cassino, o a Saluzzo, o a Pordenone è tutt’altra e differente che a Lamezia. Come ben sanno i giudici che in questi tribunali lavorano e che si trovano ad affrontare  carichi di lavoro diseguali. Provate a chiedere, vi accorgerete che molti magistrati in questi Tribunali hanno il tempo anche di annoiarsi. Non così nei tribunali del sud e in particolare in quelli più esposti nella lotta al crimine. Lamezia è uno di questi. Il tribunale della città è diventato in questi anni un presidio fondamentale nella lotta alla illegalità e alla ‘ndrangheta, come a Palmi o come a Locri. Qui si chiede allo Stato una maggiore presenza e non una marcia indietro. E’ evidente che questa idea non può passare. SEL si opporrà con tutte le sue forze ad una scelta scellerata di questo genere. Nelle prossime ore decideremo le iniziative da prendere insieme alle altre forze politiche, di centrosinistra ed anche di centrodestra. Sì perché la cosa che è certa  è che se non ci mettiamo tutti assieme a difendere il nostro tribunale rischiamo di fare la fine dei ‘Roses’, quei coniugi che per ragioni di principio in quel film si scontravano tra loro e finirono per distruggere prima l’intera casa e poi  se stessi. Ci vuole una larga e condivisa mobilitazione di tutti, in questo senso siamo disponibili a confrontarci con tutte le forze politiche per concordare le strategie di lotta per impedire questo provvedimento, che dietro la presunta razionalizzazione, farebbe arretrare e di parecchio la lotta alla mafia nel nostro territorio. In questo senso ci sentiamo di dover fare un pubblico appello all’ex procuratore Vitello, che un contributo così importante ha dato per la crescita di una coscienza civile più alta e per combattere il malaffare: gli chiediamo di adoperarsi nel suo nuovo ruolo affinchè l’accorpamento venga scongiurato".

Gianni Arena (Alleanza per l'Italia): Chiusura Tribunale sarebbe vittoria antistato

"Dobbiamo evitare a tutti i costi che la sciagurata decisione di chiudere il Tribunale di Lamezia Terme diventi concreta. Un presidio di legalità così importante e prestigioso come quello di Lamezia Terme che da sempre si è contraddistinto come luogo di contrasto alla criminalità organizzata e non che conta fior di professionisti  fra Avvocati, Giudici ed amministrativi non può certo essere considerato alla stregua di altri piccoli Tribunali sparsi sul territorio nazionale. Questo il commento del coordinatore cittadino di Alleanza per l’Italia Avv. Gianni Arena sulla paventata ipotesi di accorpamento del Tribunale di Lamezia Terme con quello di Vibo Valentia. L’ipotetica chiusura del Tribunale di Lamezia Terme e degli uffici della Procura del Repubblica sarebbe una vittoria dell’antistato che pregiudicherebbe senza dubbio alcuno il percorso di normalizzazione che la città sta cercando di realizzare dopo ben due scioglimenti del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Lo sforzo continuo compiuto dalla città per cercare di rafforzare la sua immagine di comunità compiuta al cospetto di altre realtà calabresi verrebbe seriamente minata tanto che anche altre cittadine, evidentemente più piccole di Lamezia Terme, diverrebbero, giudiziariamente parlando, oltremodo baricentriche rispetto alla nostra  producendo un colpo mortale alle aspirazioni di tutti coloro che si battono per affermare in città giustizia e legalità. Raccolgo pertanto l’iniziativa di Giovanni Puccio commissario del Pd di Lamezia Terme per chiamare a raccolta tute le forze politiche della città con a capo la deputazione lametina la quale, finalmente, potrebbe “battere un colpo” e fare valere le ragioni della città, la deputazione regionale e provinciale  le associazioni e la popolazione tutta che deve scendere in piazza accanto agli operatori del settore e difendere principalmente la città da soprusi, vessazioni e spoliazioni continue che rischiano di fare affondare nel golfo di Sant’Eufemia  ed in maniera definitiva la terza citta della calabria…".

Armando Chirumbolo (Pdl): Chiusura tribunale sarebbe evento disatroso per intera comunità

"La chiusura del Tribunale di Lamezia Terme, o il suo eventuale accorpamento a quello di Vibo Valentia, costituisce un evento disastroso per l’intera comunità lametina, più di quanto si possa immaginare, in quanto ciò rappresenterebbe un grave colpo alla Democrazia di un territorio che necessita, invero, di una maggiore ed incisa presenza dello Stato che garantisca la sicurezza a tutela della legalità. La qualità della vita a Lamezia, negli ultimi tempi, è in forte calo, e, dunque, sarebbe di vitale importanza evitare, in ogni modo e con ogni mezzo, di penalizzare ulteriormente questo territorio, svuotandolo di quei contenuti e quei punti di riferimento essenziali che consentono alla nostra realtà di potersi definire, a pieno titolo, una città.  Il tribunale di Lamezia non può essere ne chiuso ne parzialmente ridimensionato, poiché , qualora si dovesse verificare tale scongiurabile ipotesi, la nostra città verrebbe , irrimediabilmente, svilita e rilegata ad un ruolo marginale, paragonabile a quello del più sperduto dei paesini, che difficilmente calzerebbe alla terza città della Calabria che per popolazione è la settantesima d’Italia su ottomila comuni. La perdita di prestigio che ne deriverebbe non andrebbe ad interessare soltanto l’Avvocatura lametina, che può vantarsi di appartenere ad uno dei Fori più antichi e nobili del paese, ma l’intera popolazione di Lamezia e del suo interland, i cui 160 mila abitanti si vedrebbero privare di un così importante presidio di legalità, venendo, così, a scatenarsi un meccanismo a catena che pregiudicherà irrimediabilmente la tenuta democratica e lascerà nel più completo abbandono una realtà importante quale è la nostra. Stiamo vivendo un epoca fatta di paradossi ed assurdità, in cui assistiamo alle scelte invereconde di un governo nazionale che sottopone il popolo ad una pressione fiscale senza precedenti nella storia, alla quale non fa poi corrispondere, quale contraltare, un aumento della qualità dei servizi, bensì una loro riduzione o addirittura totale soppressione. Mi pare assurdo che l’attuale governo nazionale preferisca acquistare 400 nuove auto blu, mantenere e garantire  privilegi di casta, e , nel contempo, privare una intera popolazione del proprio Tribunale. Stiamo assistendo, inermi, ad una delle peggiori ingiustizie subite dal nostro territorio, e, questo è il momento di esprimere forte la nostra contrarietà e dire basta al continuo scempio cui viene sottoposta l’ ingiustamente vilipesa e maltrattata Lamezia. Il ridimensionamento del nostro Tribunale, con la conseguente soppressione della Procura della Repubblica, rappresenterebbe una ferita inguaribile per la città, che ne uscirebbe completamente dissanguata. Pertanto considerata la gravità della situazione che si sta venendo a verificare, nonché l’allarme sociale che , conseguentemente, si sta generando tra la popolazione, ho pronta una richiesta di convocazione urgente del Consiglio Comunale, ex art. 25 del regolamento del Comune, con la quale chiedo venga, nell’immediatezza, riunita, la più importante assise cittadina, in una seduta aperta al pubblico, alla quale siano chiamati a partecipare tutte le istituzioni che a ogni livello  operano sul territorio, le rappresentanze dell’Avvocatura e  la società civile nella sua interezza, al fine, in maniera sinergica e senza distinzioni di sorta, la città compatta ed unita faccia sentire forte   il grido di dissenso nei confronti di un tale aberrante provvedimento".

Massimo Cristiano (Udc): Uno smacco per la città, ma è ora di dire basta

"Il ministro Severino lo ha definito “spending review”, la riorganizzazione degli uffici giudiziari sul territorio nazionale volta a diminuire i costi di gestione e aumentare l’ efficienza della Giustizia Italiana. La sorte del Tribunale di Lamezia Terme è ormai segnata! Di qui a breve, infatti, “sembrerebbe” destinato alla chiusura o accorpamento  al Tribunale di Vibo Valentia.  Uno smacco per l’intera comunità lametina, intollerabile. Si giunge oggi a questo triste epilogo, non a caso ma in quanto la politica lametina in questi anni si è dimostrata limitata e debole sotto ogni aspetto. Interessi collettivi troppo spesso “barattati” per singoli interessi a discapito della collettività e della nostra amata terra da parte di veri e propri “dinosauri” della politica che nulla di concreto hanno prodotto negli anni per Lamezia Terme.  Non credo molto alle promesse di questi personaggi politici che appaiono e svaniscono a seconda delle stagioni! Per evitare la soppressione del presidio giudiziario della Città occorre una vera e propria mobilitazione di massa, bisogna scendere in piazza e difendere  il mantenimento operativo del Tribunale Lametino. Se la norma venisse attuata, gravi sarebbero le conseguenze. Infatti oltre al danno primario, in termini di disfunzione e allungamento dei tempi della giustizia per il sovraffollamento delle cause in un Tribunale già gravato dalla propria consistente mole di lavoro, si prospettano ulteriori problematiche quali un aumento di costi per i cittadini nonché il danno che si verrà a creare per l’ economia che ruota attorno alla presenza Tribunale nella nostra Città, cioè bar, ristoranti e attività commerciali di vario genere. Da trentenne e da poco appartenente alla politica Lametina, affermo con forza che questo modo di “fare politica”  ciarliero e di facciata contrasta con la mia coscienza! La questione tribunale è solo l’ultimo di tanti e tanti scippi che il nostro territorio subisce da anni. Anche a livello nazionale non è più condivisibile, sostenere un governo Monti capace solo ed esclusivamente di mettere mani nelle tasche degli italiani, un governo che si sta dimostrando una dittatura economica, che tartassa la povera gente di tasse, “taglia”dappertutto in modo indiscriminato, per un fine  ormai noto, “salvare” qualche istituto bancario, senza nessuna prospettiva di sviluppo, crescita ed occupazione, ma soprattutto senza tagliare nulla a discapito della vera “casta”. Nella coscienza del sottoscritto tutto ciò provoca sofferenza ed il risultato di oggi, la quasi certa chiusura del Tribunale lametino, è la riprova di ciò che ho affermato e l’ennesima sconfitta per Città. Penso sia giunta l’ora di dire basta".

 

 

 

 

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