Lamezia: Uil Poste interviene su tagli al servizio ed esuberi al Centro Meccanografico

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Lamezia Terme - Riceviamo e pubblichiamo una nota sindacale a firma di Massimo Adria, segretario provinciale Uil Poste in merito ai tagli al servizio postale effettuati da Poste Italiane e che colpiscono maggiormente in territorio lametino con l'esubero di 84 unità presso il centro meccanografico regionale di San Pietro Lametino.

"La scrivente Organizzazione Sindacale ritiene doveroso informare tutta la cittadinanza sulla drastica riduzione delle zone di recapito che Poste Italiane effettuerà a breve sul territorio della nostra provincia rispetto al non giustificato operato di un’Azienda leader nel mercato nazionale ed europeo, che nonostante l’ennesimo utile di bilancio si sottrae a giusti e proficui investimenti necessari al rilancio del settore postale. Il tutto scaturisce da un progetto di riorganizzazione dei Servizi Postali e della logistica, avvallato da un accordo sindacale nazionale, siglato in data 28 febbraio 2013, che la scrivente O.S. unica e sola nel panorama sindacale postale, per ragioni che illustreremo più avanti, non ha ritenuto opportuno sottoscrivere. La nostra contrarietà ruota intorno alla consapevolezza che nonostante nel nostro paese, e non solo, da tempo si registri un costante trend negativo dei volumi postali, derivanti dal calo degli invii pro-capite, si sarebbero dovute e potute esplorare altre strade. Individuare ben altre soluzioni, sicuramente più coraggiose e lungimiranti, per fronteggiare la crisi, invece di avvitarsi entro una spirale perversa di tagli ed efficientamenti senza fine.

A più riprese negli anni scorsi abbiamo affrontato responsabilmente la crisi del settore ricorrendo ad articolati progetti di riorganizzazione, ultimo nel luglio 2010, che hanno fatto emergere, a causa dei cospicui tagli, notevoli eccedenze di personale riconvertite professionalmente in altre divisioni aziendali. Non si erano ancora del tutto dispiegati gli effetti di tale ultima riorganizzazione che l’azienda ha avanzato un nuovo e più pesante piano di efficientamento, da realizzarsi al più presto. Un altro intervento, ancora più drastico dei precedenti, giustificato, a giudizio aziendale, dalla galoppante crisi del prodotto postale cartaceo e dagli effetti caotici generati dalla completa liberalizzazione del mercato. Fin qui la storia degli avvenimenti accaduti, utili per inquadrare, nella giusta cornice, le motivazioni del nostro dissenso che ci ha sconsigliato di ricercare e ripercorrere vecchie ed inadeguate soluzioni. Non ha alcun senso infatti perseguire la logica stringente dell’efficienza fine a se stessa se non la si accompagna con importanti e coraggiosi progetti di rilancio, innovazione e sviluppo del servizio postale. La sfida col mercato e con i "competitors" può essere vinta solo sul piano di quella qualità che si può realizzare  con la grande esperienza dei lavoratori di questa azienda.

La nostra provincia è fortemente penalizzata da questo nuovo progetto che prevede la riduzione di 155 zone di recapito e nell’unico stabilimento esistente nel territorio, l’ormai ex CMP di Lamezia Terme, che a partire dal 27-Maggio-2013 vedrà trasferite lavorazioni e prodotti presso il centro di Bari con conseguente riduzione del personale pari ad 84 unità. Uno dei cardini della possibile distribuzione dovrebbe essere un grande investimento nell'automazione dei servizi evitando alla corrispondenza di compiere inutili, lunghi e costosi , percorsi da una regione ad un' altra , quando si trova a dover essere di competenza dello stesso ambito territoriale. La capacità di indirizzare un oggetto postale a monte e leggerlo a valle ,consentirebbe di trattenere nel territorio tutta la corrispondenza locale. Questa situazione andrà ad impattare su una territorio già carente di opportunità lavorative che in questi ultimi anni ha dato , grazie a Poste Italiane , la possibilità a numerosi giovani e non, di trovare una situazione momentanea di occupazione e per alcuni anche definitiva.

Il recapito soffre molto della capacità di sopperire  alle assenze per infortuni ed assistenze a diversamente abili. Tutto ciò genera un surplus di attività che diventa spesso onerosa e fonte di ricatti a discapito del servizio reso alla popolazione che si vede sempre più maltrattata dai continui ritardi e chiusure di Uffici Postali.l soli tagli infatti non hanno arginato la crisi e rilanciato le sorti del recapito in Poste italiane, hanno invece impoverito e mutilato ulteriormente la capillarità della sua rete determinando unicamente, come riportato costantemente dai giornali locali, lo scadimento della qualità del servizio reso ai cittadini e negato la possibilità ai nostri figli di un futuro lavorativo sul nostro territorio".

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