A Miglierina una nascita in casa dopo cinquant’anni, la storia di Awa dalla Costa D'avorio al piccolo borgo calabrese

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Miglierina -  "A Miglierina, dopo quasi 50 anni, si torna a nascere in casa il tempo pare riprendere le cadenze della vecchia Italia, una madre che viene da lontano ha riportato il battito antico della nascita in casa: e nel cuore di Miglierina, sotto la benedizione delle stelle e delle ciaramelle, la speranza si fa carne, memoria, futuro, come accadeva un tempo, quando il miracolo della vita era affidato ai gesti antichi dell’ostetrica, della madre e del padre, tra le pareti riscaldate dal lume a olio e protette dal profumo del pane" è quanto si legge in una nota che racconta un evento semplice e allo stesso tempo straordinario.

"Ora, come nel suono lontano e struggente delle “Ciaramelle” di Pascoli, una nuova natività si compie, portando il cuore del paese a battere all’unisono con la sua memoria profonda. Awa Soumaoro, giovane donna nata nella lontana Costa d’Avorio il 16 febbraio del 2000, ha portato la sua maternità fino alla soglia del SAI di Miglierina, approdata qui il 27 marzo, dopo un viaggio che l’ha vista lasciare un centro d’accoglienza piemontese a Candia Canavese. Ha affrontato la solitudine e il distacco, il suo compagno - Salia Kone, è rimasto in Piemonte per motivi di lavoro -, ma ha trovato in questo borgo, insieme al primo figlio di due anni, quella dimensione familiare e autentica che riconduce ogni nascita alle origini, all’essenza stessa della comunità. Nella notte della nascita, Miglierina si è fatta presepe. La luce soffusa nelle stanze ha ricordato i versi di Pascoli:
“Ci sono in cielo tutte le stelle, ci sono i lumi nelle capanne”". 

"Non è soltanto Awa a essere tornata a una nascita domestica: l’intera comunità di Miglierina si scopre testimone di una tradizione che rinnova se stessa nel dono della vita venuta da lontano, che trova qui la sua casa e la sua gente. La sua storia si intreccia con quella di tante madri della vecchia Italia, con la poesia di Pascoli e con il sorriso mite di Maestri come Manzi, che sapevano educare e accogliere senza distinzioni. A marzo, la famiglia si riunirà: Awa e i due piccoli – la neonata, Nafisatou e il loro primo figlio, Kounone – raggiungerà Salia e potranno abbracciarsi tra i mandorli in fiore. Così, una famiglia nata dalla migrazione diventerà parte del tessuto umano portando nuova linfa alle radici della nostra Italia. La carezza della memoria, la promessa del domani “La poesia delle ciaramelle”, diceva Pascoli, “ha la forza di riportarci all’infanzia dell’umanità, dove il pianto e la gioia della nascita sono consolazione e promessa”. Miglierina oggi si ritrova a vivere questa poesia concreta, fatta di altruismo, accoglienza e speranza per chi arriva e per chi resta".

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