Catanzaro - Nella prima parte del 2023 la crescita dell’economia calabrese ha perso vigore. In base all’indicatore Iter elaborato dalla Banca d’Italia, nel primo semestre l’attività economica in regione è aumentata dell’1,1 per cento, in linea con quanto osservato nel resto del Paese, ma in calo rispetto allo scorso anno quando la crescita era stata del 3%. È quanto emerge dall'aggiornamento congiunturale condotto dalla filiale regionale della Banca d'Italia illustrato questa mattina dal direttore Marcello Malamisura nella sede di Catanzaro.
“Secondo i risultati del sondaggio congiunturale condotto tra settembre e ottobre dalla Banca d’Italia – si legge nel report – il fatturato delle imprese calabresi nei primi mesi dell’anno ha registrato in media un moderato incremento, ancora sostenuto dall’aumento dei prezzi di vendita. La situazione reddituale è migliorata, beneficiando anche della riduzione dei prezzi energetici, mentre gli investimenti sono rimasti su livelli contenuti, risentendo probabilmente del clima di incertezza sull’evoluzione del quadro macroeconomico e dell’innalzamento del costo del credito. A livello settoriale – spiega la Banca d’Italia – il rallentamento ha riguardato maggiormente l’industria in senso stretto. Le costruzioni sono state in parte sospinte dal completamento degli interventi di riqualificazione edilizia stimolati dal Superbonus mentre in prospettiva potrebbe incidere di più il contributo dei lavori pubblici finanziati dal Pnrr che finora è stato inferiore alle attese deli operatori. Nel terziario la congiuntura è rimasta positiva, pur risentendo della frenata delle vendite nel commercio e della debole crescita delle presenze turistiche”.
Occupazione, segnali di indebolimento
Il report realizzato dalla filiale calabrese di Bankitalia evidenzia inoltre che “dopo la sensibile ripresa del biennio precedente, gli andamenti occupazionali hanno mostrato segnali di indebolimento, che hanno riguardato soprattutto i contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato e la componente femminile. Il tasso di disoccupazione è tornato a crescere, alimentato però essenzialmente da una maggiore intensità nella ricerca di lavoro. I consumi delle famiglie calabresi hanno risentito del forte calo del potere di acquisto, accompagnato da un deterioramento del clima di fiducia. L’inflazione, dopo aver raggiunto un picco a fine 2022, ha iniziato gradualmente a ridursi nei primi mesi dell’anno in corso, pur restando ancora su livelli elevati”.
Per la Banca d’Italia “le famiglie in difficoltà economica hanno continuato a beneficiare di misure straordinarie volte a limitare l’impatto dei rincari dei prezzi di energia e gas. Al contempo, a seguito delle recenti modifiche normative, ha iniziato a ridursi la quota di famiglie beneficiarie del reddito di cittadinanza, che sarà sostituito a partire dagli inizi del 2024 dall’Assegno di Inclusione, destinato a una platea più ristretta di nuclei familiari”.
Pnrr, stato d'attuazione e de-finanziamenti
Nel report di Banca d'Italia si analizza anche lo stato di attuazione del Pnrr. Alla data del 10 ottobre risultavano assegnati 5,6 miliardi di euro ai soggetti attuatori pubblici da realizzare sul territorio calabrese, pari a 3.004 euro per abitante. I fondi risultano maggiormente concentrati sulle missioni volte alla digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo e rivoluzione verde e digitale che assorbono circa il 45% delle risorse allocate. A giugno 2023 i soggetti attuatori pubblici avevano bandito procedure per un importo di 1,7 miliardi pari circa il 40% del valore dei progetti. Le principali criticità riscontrate hanno riguardato i rincari e l'approvvigionamento, la bassa partecipazione delle imprese alle gare, gli ostacoli amministrativi, normativi e gestionali. I progetti suscettibili di definanziamento ammontano a 626 milioni di euro pari all'11% del totale delle risorse assegnate alla Calabria.
Bruno Mirante
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