Roma, 14 agosto - Sono 120 i punti di mare inquinati, uno ogni 62 chilometri di costa, con la maglia nera assegnata nuovamente a Calabria e Campania ma a sorpresa anche alla Liguria. Regine del mare pulito sono Sardegna e Toscana. Questo, ini sintesi, il bilancio finale dell'edizione 2012 di Goletta Verde di Legambiente che ha appena concluso la sua circumnavigazione dello Stivale, durata due mesi, e il monitoraggio dello stato di salute del mare italiano. Presentato questa mattina a Roma, dal rapporto emerge che su un totale di 205 analisi microbiologiche effettuate dal laboratorio itinerante di Goletta Verde nel mare italiano i campioni risultati "fuori legge" sono 120, di cui 100 quelli "fortemente inquinati", cioé con concentrazioni di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio dei limiti di legge. I nemici numero uno del mare sono risultati torrenti, fiumi e canali. I ricercatori denunciano infatti l'emergenza legata alle foci dei corsi d'acqua, dove è stato rilevato l'86% dei punti inquinati. I mari più sporchi sono anche quest'anno quelli di Calabria e Campania, rispettivamente con 19 e 14 punti inquinati, mentre a sorpresa si piazza al secondo posto la Liguria con 15 prelievi risultati oltre i limiti di legge. Conferme positive invece per Sardegna e Toscana, le regioni col mare più pulito.
L'Arpacal, invece afferma: " Il 95% delle coste calabresi è balneabile"
"Il 95% delle coste calabresi ha una qualità di balneazione eccellente". E' quanto riferisce l'Arpacal, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria proprio in merito alla pubblicazione del bilancio finale 2012 di Goletta Verde, che assegna la 'maglia nera' alla Calabria. "Un dato - evidenzia l'Arpacal, riferendosi alle sue rilevazioni - che deriva da un monitoraggio regolamentato in maniera molto rigida, sia a livello normativo che a livello scientifico, da una normativa comunitaria coordinata dal ministero della Salute". L'Arpacal, in particolare, ha reso noto di avere 670 punti di prelievo su 720 chilometri di costa monitorata (sono esclusi quelli davanti a porti, servitù militari o punti inaccessibili). "L'Arpacal - sottolinea infine l'agenzia - verifica la balneabilità in rapporto alla salute dei cittadini. I dati nostri e di Legambiente, quindi, sono sostanzialmente incomparabili".
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