Camera di commercio Catanzaro, Rossi: "Regione integri il consiglio"

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Catanzaro – “La Regione Calabria proceda alla sostituzione dei quattro componenti dimissionari all'interno del Consiglio della Camera di Commercio di Catanzaro”.  E' quanto hanno chiesto, a gran voce, il presidente dell'Ente camerale Daniele Rossi e il segretario generale Maurizio Ferrara nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella sede Camera di Commercio. Il lavoro dell'organo consiliare – hanno spiegato Rossi e Ferrara incontrando i giornalisti - , ad oggi risulta privo del contributo di importanti categorie produttive quali Legacoop, Coldiretti e Confcommercio. A presentare le dimissioni, in tempi diversi e a partire dallo scorso 30 marzo fino al 20 luglio scorso, infatti, sono stati Pietro Bozzo di Coldiretti, Angela Robbe di Legacoop (oggi assessore regionale al Lavoro), e Massimo Stirparo e Pietro Falbo (Ascom – Confcommercio).  “Lo scorso 4 gennaio – ha affermato Ferrara – stante il silenzio della Regione Calabria, ribadendo l'ordinanza cautelare del Tar (21 dicembre 2018) con la quale è stata riconosciuta la piena legittimità del dell'insediamento del consiglio camerale, ho scritto  al presidente Oliverio e al Dipartimento Sviluppo economico della Regione per ribadire l'urgenza di procedere all'immediata sostituzione di alcuni consiglieri che hanno rassegnato le dimissioni dall'organo camerale e per i quali la Camera di Commercio aveva già dato comunicazione ai sensi e per gli effetti di cui al comma 1 dell'articolo del Decreto ministeriale del 4 agosto 2011 n.156, diffidando la Regione a provvedere nei termini di legge”. La Regione Calabria, norme alla mano, aveva l’obbligo di procedere alla nomina dei sostituti entro 15 giorni dalla comunicazione delle dimissioni da parte del segretario generale della Camera di Commercio. Per i vertici dell’Ente è quindi evidente il comportamento omissivo da parte della Regione Calabria.

Per quali ragioni la Regione non ha adempiuto? -  si sono chiesti Rossi e Ferrara. E sopratutto perché le associazioni di categoria rimaste prive di rappresentanza non chiedono l'immediata sostituzione? Domande rimaste inevase. Sullo sfondo lo scontro istituzionale tra la Regione e l'Ente camerale, culminato proprio con la sentenza del Tar che ha riconosciuto la legittimità degli atti posti in essere da Rossi e Ferrara. Il sospetto che aleggia nei corridoi della Camera di Commercio è che alla base delle mancate nomine vi siano motivazioni politiche. Come se, una volta sconfitta sul piano  giudiziario – ha lasciato intendere Rossi – la Regione abbia deciso di intraprendere una battaglia tutta politica culminata con le dimissioni di diversi rappresentanti in seno al consiglio.  In pieno scontro istituzionale, infatti, sarebbero state sufficienti altre due dimissioni per sciogliere l'organo consiliare.

B.M. 

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