Cinque anni fa la tragedia di San Pietro Lametino: oggi messa in ricordo di Stefania, Christian e Nicolò

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Lamezia Terme – Cinque anni senza Stefania, Christian e Nicolò. Oggi, è il giorno del ricordo. Nel luogo dove la giovane mamma e i suoi bambini di due e sette anni persero la vita durante un’alluvione, sulla strada di San Pietro Lametino, alle 15, familiari e amici si uniranno in preghiera. Sono passati 5 anni da quel dramma che ha scosso un’intera comunità e che ancora oggi mantiene vivo il loro ricordo. Ieri sera, inoltre, si è svolta una messa nella Chiesa di Santa Caterina Labourè a Mortilla di Gizzeria dove la famiglia viveva.

Tempi lunghi per il processo, prossima udienza a dicembre

La vicenda processuale scaturita dalla tragedia di San Pietro Lametino è stata caratterizzata da lunghi stop e rinvii. A distanza di nove mesi dall’ultima udienza, è ripreso a luglio il processo con la testimonianza in aula dei familiari che hanno ricostruito gli ultimi e fatali istanti di vita di Stefania e dei suoi bambini. In particolare, sono state ascoltate le persone con cui la donna entrò in contatto attraverso il telefono prima che tutte le comunicazioni si interrompessero. In aula avvocati, giudici e teste si sono soffermati sulle telefonate e le richieste d’aiuto tra Stefania, il marito, il fratello e un’altra donna.

Sono in tutto cinque le persone finite sotto processo dopo il rinvio a giudizio stabilito dal gip del tribunale di Lamezia Terme, a seguito delle indagini effettuate dalla procura cittadina guidata da Salvatore Curcio. Si tratta di Antonio Condello, Floriano Siniscalco, Francesco Paone, Giovanni Antonio Lento, e Cesarino Pascuzzo. Sono un imprenditore agricolo, un dirigente e tre dipendenti della Provincia di Catanzaro. Tutti i familiari delle vittime già nella fase preliminare del giudizio si sono costituite parti civile. Si tratta dei genitori della giovane donna e delle sorelle, del padre dei piccoli Angelo Frijia e della sua famiglia. Il processo riprenderà il prossimo 4 dicembre, con un’udienza dedicata all’ascolto e alla testimonianza degli agenti che per primi sono intervenuti sul luogo della tragedia.

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La tragedia di San Pietro lametino

La sera del 4 ottobre 2018, Stefania è a bordo della sua Alfa Mito in compagnia dei suoi due figlioletti, Nicolò di due anni e Christian di sette anni, sta percorrendo la sp 113 dirigendosi da San Pietro a Maida verso San Pietro Lametino. Tornano a casa dopo aver trascorso il pomeriggio dai nonni perché la mamma lavorava. È buio, la pioggia è battente e la strada comincia ad allagarsi. Ad un certo punto, nei pressi del chilometro cinque, Stefania perde il controllo dell’auto e sbanda fermando la sua corsa di traverso rispetto alla carreggiata e con parte sinistra della Mito esposta al deflusso dell’acqua. La donna nota - secondo le indagini - avrebbe notato che l’acqua stava entrando nell’abitacolo: è spaventata, il buio e la pioggia la disorientano. Istintivamente cerca di mettere al sicuro i suoi due bimbi abbandonando il veicolo e uscendo dalla portiera sul lato del passeggero. Appena si allontanano di qualche metro, il forte flusso d’acqua li travolge violentemente tra il fango e i detriti. Non vedendoli rientrare a casa era stato il padre Angelo a lanciare l'allarme dopo le 20 di quella maledetta sera poichè non riusciva più a mettersi in contatto con loro: partono le ricerche. I corpi della mamma e del figlio maggiore vengono ritrovati esanimi di lì a poco, mentre il corpicino del piccolo Nicolò è stato rinvenuto solo dopo sette giorni di ricerche ininterrotte, coperto di fango, a cinquecento metri di distanza dal luogo dell’incidente. Una tragedia che la comunità lametina tutta non dimenticherà mai.

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