Emergenza botulino, antidoto inviato d’urgenza all’Annunziata e prodotto sospetto sequestrato in tutta Italia

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Cosenza - "In seguito all’aumento dei casi sospetti di intossicazione da tossina botulinica, verificatosi nella giornata di ieri nella nostra Regione, è stata attivata la procedura d’emergenza prevista in questi casi, che prevede la segnalazione immediata al Centro Antiveleni di Pavia, unico centro nazionale deputato alla gestione del botulismo. Nessuna Regione e nessun ospedale del Paese ha, infatti, l’autorizzazione a conservare l’antidoto in proprie strutture.

Siero che, invece, è nell’esclusiva disponibilità del Ministero della Salute, che lo detiene in determinati luoghi sicuri e che lo distribuisce solo attraverso il Centro Antiveleni lombardo. Le prime due fiale, utilizzate per i primi pazienti, sono state inviate direttamente dalla Farmacia Militare di Taranto. Tuttavia, con il progredire dei casi, si è resa necessaria un’ulteriore fornitura.

Attraverso un’interlocuzione diretta tra l’Ospedale Annunziata di Cosenza, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sono state inviate altre sette fiale di antidoto da tenere come scorta presso la terapia intensiva dell’ospedale calabrese. Nella giornata di ieri, per garantire una risposta ancora più tempestiva, è stata organizzata una missione straordinaria: la Regione Calabria, tramite Azienda Zero, ha messo a disposizione un velivolo del 118 che si è recato presso l’Ospedale San Camillo di Roma, dove il Ministero aveva nel frattempo centralizzato ulteriori fiale di antidoto per facilitarne la distribuzione.

Attualmente, l’Ospedale Annunziata dispone quindi di una scorta di antidoto. Una misura eccezionale dovuta alla situazione emergenziale, nonostante la prassi ordinaria non preveda che le strutture ospedaliere detengano direttamente il farmaco". È quanto si legge in una nota del Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria.

Sequestrato prodotto in tutta Italia

Intanto la Procura della Repubblica di Paola ha disposto il sequestro, su tutto il territorio nazionale, di un prodotto commerciale, probabilmente broccoli, che sarebbe all'origine dell'intossicazione da botulino registrata nel cosentino e che ha provocato una vittima, Luigi di Sarno, un turista 52enne di Cercola (Napoli), e 9 ricoverati. La Procura, diretta da Domenico Fiordalisi, sta indagando per morte come conseguenza di un altro reato e commercializzazione di alimenti nocivi. I pm stanno accertando anche eventuali responsabilità mediche. La vittima, infatti, si era recata nella clinica privata a Belvedere marittimo. 

Secondo quanto si è appreso, il sequestro è finalizzato ad accertare se l'eventuale contaminazione abbia riguardato altre confezioni o se pure la contaminazione sia avvenuta nel punto vendita. Accertamenti che saranno svolti nei prossimi giorni dai Carabinieri del Nas. Contestualmente, gli esami sui prodotti trovati all'interno del food truck - che è stato sequestrato - sono svolti anche dall'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.    La Procura, intanto, ha disposto l'autopsia sulla salma di di Sarno che si trova nell'ospedale di Lagonegro. L'uomo, secondo quanto si è appreso, mercoledì ha mangiato - così come i ricoverati in ospedale a Cosenza - un panino ad una track food a Diamante. Quindi si è sentito male ed è andato a casa dove trascorreva la villeggiatura. Poi si è recato alla clinica privata dove gli avrebbero detto di rivolgersi ad una struttura più attrezzata. L'uomo ha quindi deciso di tornare in Campania ma lungo il viaggio, mentre percorreva la strada Fondovalle del Noce, a Lagonegro (Potenza), le sue condizioni sono peggiorate. I familiari hanno avvertito il 118 che ha inviato un'eliambulanza ma l'uomo è morto prima di arrivare in ospedale.    Sono stabili, intanto, le condizioni dei nove ricoverati nell'ospedale di Cosenza. Sette sono in terapia intensiva, un ragazzino è in pediatria ed un'altra persona al Pronto soccorso. Questi ultimi due sono sotto controllo.    A cinque ricoverati, i medici hanno somministrato il siero immune antitossina botulinica giunto da Taranto e poi da Roma. Altre fiale sono tenute di scorta.    Secondo quanto riferito dai sanitari, i sintomi da intossicazione botulinica si possono manifestare nelle 72 ore successive all'ingestione, il che significa che non è possibile escludere nuovi casi.

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