Lamezia, anche il magistrato Luca Nania tra le otto persone in Italia con “ipermemoria”

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Lamezia Terme - C’è anche Luca Nania, giovane magistrato 39enne che da marzo 2016 presta servizio al Tribunale di Lamezia, tra gli otto italiani con ipermemoria monitorati per uno studio condotto sperimentalmente presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, PNAS, ed ha coinvolto numerosi centri di ricerca tra cui l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Perugia, l’Università della California – Irvine e Sapienza Università di Roma.

Spinto da un’amica, il giudice Luca Nania, si è sottoposto ad un test che, come ci ha illustrato, è consistito “in una serie di domande telefoniche su vicende che riguardavano eventi storici riscontrabili, come ad esempio quando Jury Chechi ha vinto l’oro negli anelli oppure cosa è successo l’11 marzo del 2004”.  Dal momento che il magistrato, originario di Catanzaro, aveva ottenuto in questo test un punteggio elevato si è successivamente dovuto sottoporre ad una risonanza magnetica funzionale direttamente presso la Fondazione Santa Lucia a Roma.

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“Nel tubo della risonanza magnetica, ero con delle cuffie, - racconta il magistrato – e mi hanno fatto delle domande su accadimenti della mia vita e nel momento in cui io avessi ricordato, avrei dovuto premere un pulsantino che avevo tra le mani, così che loro con la risonanza magnetica potevano verificare il funzionamento della mia testa, del cervello, nel momento del ricordo. Dopo la risonanza, quelle domande mi sono state rifatte ed io ho risposto verbalmente”.

Dopo qualche anno la conferma da parte del professor Santangelo per informarlo dell’avvenuta pubblicazione del primo lavoro sull’ipermemoria: “C’è un’attivazione più intensa della corteccia prefrontale della sua connettività con l’ippocampo” queste le parole riportate nel risultato della ricerca. Questo significa che, sottolinea il magistrato “questa maggiore attivazione dovrebbe renderci più facile accedere ai ricordi del passato”.

Ma Luca Nania non si sente affatto una persona particolare o diversa dagli altri “magari - afferma - ricordavo episodi della mia vita o spesso della vita di altri amici che loro stessi non ricordavano. Ho sempre avuto una buona memoria, poi che si trattasse di una super memoria oppure no questo non me lo sono mai posto”.

La ricerca

Se per alcuni, quindi, ricordare ogni giorno della propria esistenza e per di più ricordarne i dettagli, è impossibile, per questi otto italiani ricordare anche le cose più banali della vita e le giornate apparentemente comuni con incredibile accuratezza, è una cosa normale. Sono soggetti dotati di ipermemoria autobiografica, ora al centro, per la prima volta al mondo, di uno studio di risonanza magnetica funzionale (fMRI) per comprendere i meccanismi neurobiologici alla base di tale straordinaria capacità di memoria. Tra loro, quindi, anche Luca Nania, originario di Catanzaro, che riesce a ricordare particolari e dettagli di eventi passati nono solo della propria vita ma anche di quella degli amici o di accadimenti storici.

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Il primo autore dello studio, Valerio Santangelo, dell’ateneo di Perugia e della Fondazione Santa Lucia IRCCS, in una nota in merito alla pubblicazione dello studio ha sottolineato: “Abbiamo monitorato otto persone con ipermemoria, individuate dal gruppo di ricerca nella popolazione italiana a partire dal 2015, e 21 soggetti di controllo con memoria normo-tipica. La cosa straordinaria è che, oltre a ricordare il giorno della settimana di una data lontana nel tempo (per es. ricordano che il 3 agosto del 2011 era un mercoledì!), sono anche in grado di dire come erano vestiti in quella giornata, che cosa hanno mangiato, quale film hanno visto, etc. Ancora più sorprendente è la completa assenza di esitazione o di sforzi consapevoli quando tali soggetti devono richiamare alla memoria eventi che hanno vissuto anche decine di anni prima”.

Così durante la scansione fMRI, ai soggetti è stato chiesto di rievocare esperienze autobiografiche relativamente recenti o remote. Nell’arco di 30 secondi, i soggetti dovevano premere un pulsante per indicare che avevano rintracciato quello specifico ricordo in memoria (fase di “accesso” al ricordo) e poi continuare a rivivere il ricordo quanto più possibile nel dettaglio (fase di “elaborazione” del ricordo).

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“Come era lecito attendersi – prosegue l’ultimo autore dello studio, Patrizia Campolongo, della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia – i soggetti con ipermemoria autobiografica hanno rievocato un numero maggiore di dettagli e con maggior vividezza rispetto ai soggetti di controllo. Sorprendentemente, le differenze funzionali tra ipermemori e controlli sono state riscontrate unicamente nella fase di accesso al ricordo, ma non di elaborazione dello stesso. Durante la fase di accesso, i soggetti ipermemori hanno mostrato un incremento di attivazione della corteccia prefrontale mediale e della sua connettività funzionale con l’ippocampo, soprattutto nel caso di ricordi remoti. Questi risultati sembrano mostrare che l’ipermemoria consiste principalmente nella capacità di accedere, tramite il circuito prefrontale-ippocampale, a tracce mnestiche non accessibili invece ai soggetti di controllo, spiegando così la maggiore capacità dei soggetti ipermemori di riportare alla luce dettagli infinitesimi del loro passato”.

Questi risultati permettono di aprire nuove frontiere di ricerca sulla memoria, tradizionalmente studiata in termini di ipo-funzionamento in condizioni patologiche.

“Comprendere i sistemi neurobiologici alla base dell’iper-funzionamento di memoria - conclude Simone Macrì, dell’ISS - fornisce di fatto importanti indicazioni su come intervenire (in termini di stimolazione cerebrale) per ripristinare un funzionamento adeguato dei sistemi di memoria in condizioni patologiche”.

Ramona Villella

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