Lamezia Terme, 24 maggio - Tempi duri per chi fa impresa ed ha a che fare con la pubblica amministrazione. Ne sa qualcosa la figlia del signor Pietro Rocca, titolare di un'impresa di forniture sanitarie che non ha ancora visto corrisposte le spettanze dovute dall'Asp catanzarese pari a circa 350.000 euro. Il padre, titolare di un'impresa di pompe funebri, ha deciso di smuovere le acque incatenandosi questa mattina prima all'interno e poi, convinto dal dirgente del commissariato Borrelli, all'esterno del tribunale dove ha trovato la solidarietà degli avvocati che protestano contro la chiusura del tribunale. In sostanza, l'uomo è arrivato a compiere questo gesto perchè ormai la banca non gli dà tregua e ha chiuso la liquidità per l'impresa della figlia. "Ciò che cerco - ha dichiarato - è una determina perche domattina mi chiuderanno il conto in banca e ciò comporterà che da lunedì i miei quattro dipendenti dovranno andare a casa. Io - ha concluso - non posso rovinare mia figlia e per questo chiedo di essere ascoltato. Io non chiedo stamattina i soldi, ma solo la determina con cui posso andare in banca ed ottenere ancora credito".
Una situazione drammatica e delicata, comune a molte imprese che non ricevono il becco di un quattrino per i servizi prestati presso gli enti pubblici, siano essi Comuni, Province, Regioni o Aziende Sanitarie. E proprio su questo tema è intervenuto ieri il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico che ha spiegato come esista il rischio "che la Calabria, come altre regioni del Sud, resti esclusa dagli interventi messi in campo dal Governo per aiutare le imprese che vantano crediti nei confronti della Pubblica amministrazione". Talarico ha spiegato come sia "necessario chiarire subito se il decreto sui pagamenti della Pubblica amministrazione si applica, o meno, anche alle Regioni sottoposte a piano di rientro dal deficit della sanità. Secondo ipotesi che non sono state finora smentite dal Governo, alcune Regioni, con problemi pregressi di deficit amministrativo, resterebbero escluse". "I benefici previsti - ha concluso Talarico - sono linfa vitale per le imprese, che hanno già difficoltà di accesso al credito in Calabria e che non possono subire ulteriori penalizzazioni. Hanno, invece, bisogno di stimoli concreti per innovare e investire e garantire i livelli occupazionali delle loro stesse aziende".
Dall'Asp: "E' inchiesta penale su presunta truffa ad aver bloccato pagamenti"
L'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, in una nota, interviene sulla protesta attuata da Pietro Rocca, titolare di un'impresa di forniture sanitarie che si è incatenato davanti al tribunale di Lamezia Terme lamentando la mancata corresponsione di spettanze dovute da parte dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. "Non ci sono responsabilità - sostiene il direttore generale dell'Asp Gerardo Mancuso - a carico dell'Azienda sanitaria perché le fatture a cui fa riferimento Rocca, che ammontano a circa 300 mila euro, sono fatture che non possono essere liquidate in quanto fanno parte di una inchiesta penale avviata dalla magistratura su forniture di protesi e ausili, un procedimento che ha ovviamente bloccato tutto, anche i pagamenti, perché si ipotizza una presunta truffa ai danni dello Stato. La mancata corresponsione di somme dovute all'impresa Rocca non dipende dunque da cattiva volontà o negligenza da parte dell'Azienda sanitaria. E' perciò improprio attribuirci responsabilità che non ci appartengono in quanto le procedure dei pagamenti sono state bloccate dall'inchiesta avviata dalla magistratura".
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