Lamezia Terme - Ѐ stato fortemente voluto dal direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute, don Francesco Farina, l’incontro tenutosi presso la sala “Giovanni Paolo II”, dal titolo “Cos’è l’uomo perché te ne curi, cos’è la cura se ti dimentichi dell’uomo”. L’incontro, moderato dal rappresentante dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi Salvatore D’Elia, ha coinvolto una serie di operatori della sanità lametina e di figure operanti sul territorio, avviando con loro un dialogo che si spera possa proseguire, con cadenza mensile, sui temi etici, sociali, umani relativi alla cura e alla salute. Ad essere invitati in questo primo tavolo di discussione, l’avvocato e Console del Touring Club Italia Giovanni Bianco, il medico del Pronto Soccorso Domenico Bilotti, il medico anestesista e rianimatore Maria Teresa Caruso, la psicologa e psicoterapeuta Valentina Davoli, il neonatologo Francesco Morrone, la farmacista Antonella Talarico.
Ciascuno ha portato la propria esperienza, “fuori dal camice” e dal ruolo che ricopre, per rivelarne gli aspetti umani, troppo spesso tralasciati, perché, come spiega Bilotti, “si è troppo concentrati a curare la patologia, e non si trova il tempo di curare la persona”. Emerge dunque, accanto all’impegno e alla volontà, un senso di solitudine, che a volte può sfociare nel burnout, come evidenziato da Morrone, e manca quel decisivo “fare squadra”, quel consultarsi, quell’avere accanto un team che può fare la differenza; manca il supporto psicologico da parte di un collega competente, che possa interfacciarsi al paziente con gentilezza, una qualità più volte citata da Valentina Davoli. Lavorare in sanità richiede dunque passione – espressa in tutti gli interventi, e particolarmente evidenziata da Bianco, Caruso, Davoli – ma anche un tocco umano, che consenta di entrare in confidenza con la persona, spingendola ad aprirsi e favorendone la guarigione, ma alleviando prima di tutto la sua sofferenza e il disagio che esprime: uno scopo da perseguire insieme, in un percorso che potrebbe portare forse alla nascita di un comitato etico, e che per ora lascia aperto un dibattito cui prendono parte le associazioni – come Progetto Itaca –, il volontariato, e le realtà che gravitano attorno al concetto di cura e di benessere globale della persona sul territorio.
Giulia De Sensi
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