Lamezia, emergenza Processionaria del Pino in Calabria

Processionaria

Lamezia Terme, 20 febbraio – Emergenza "Processionaria" in Calabria. Anche a Lamezia Terme e nel suo comprensorio questo insetto, della famiglia dei lepidotteri, sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza degli alberi di Pino. Già perché la Thaumatopoea pityocampa è un insetto im grado di mettere a serio rischio lo sviluppo e la sopravvivenza delle pinete del Mediterraneo, visto che attacca tutte le specie di Pino e, in casi più rari, Cipressi, Larici e Cedri.

Come riconoscere la Processionaria

Chiunque ha nel proprio giardino un Pino, Cipresso, Abete o Cedro deve osservarne bene la chioma. E' nel periodo tra gennaio e febbraio, infatti, che sui rami degli alberi si può facilmente riconoscere l'infestazione da Processioria. Sui rami esposti a sud e sulle cime si scorgono dei nidi sericei, tipo batuffoli di colore bianco/grigio. E' lì che le larve svernano per poi scendere lungo il tronco "in processione" nel periodo primaverile. Tra marzo e aprile i cosiddetti "bruchi pelosi", con aculei urticanti sia per l'uomo che per i cani, scendono dall'albero di pino dopo averne divorato la gran parte degli aghi, per interrarsi fino allo stadio adulto di farfalla. Lo sfarfallamento degli esemplari adulti avviene tra maggio ed agosto, periodo in cui questo tipo di falene si accoppiano e depongono le uova nuovamente sugli alberi di pino che più ritengono idonei. Un circolo vizioso per il quale esiste un Decreto Ministeriale del 1998 che impone, sia al pubblico che al privato, la lotta obbligatoria.

bruco_di_processionaria

Pericoli per gli uomini e gli animali

L'insetto, allo stadio di bruco può essere pericoloso per l'uomo o l'animale che ne viene a contatto. Si possono formare degli eritemi sulla cute se, incautamente, si dovesse toccarli o guai più seri se, dopo aver toccato le setole del bruco, si strofinassero gli occhi. Guai seri per i cani o gatti che dovessero cibarsi dei bruchi stessi.

Come combattere la Processionaria

La lotta a questo parassita è obbligatoria su tutto il territorio nazionale e va inoltrata denuncia, presso l'ufficio sanitario territorialmente competente. I metodi di lotta sono diversi e, non per forza, l'unica soluzione è l'abbattimento dell'esemplare colpito. La profilassi, c'è da dire, ha i suoi costi, specie per il privato che dovesse avere un giardino. Discorso diverso per gli alberi che sorgono su aree pubbliche. I metodi, eseguiti da personale specializzato e dotato di tutti gli accorgimenti di sicurezza (tuta, guanti e mascherina), sono i seguenti: entro la prima metà di febbraio (consigliato) si devono rimuovere i nidi sulle cime facendo molta attenzione a non entrare in diretto contatto con gli stessi. Per i nidi posti più in alto potrebbe esserci bisogno del noleggio di un cestello. Una volta raccolti, i nidi vanno immediatamente bruciati facendo molta attenzione a che non ci sia vento e a non mettersi nelle vicinanze del piccolo falò. Successivamente, la lotta avviene su più fronti: irrorando la chioma con pesticidi che abbiano come principio attivo il "bacillus thuringiensis", l'unico in grado di paralizzare i bruchi e di ucciderli anche allo stadio di larve. Proprio per questo si consiglia di irrorare le chiome colpite dopo la rimozione dei nidi perché alcuni bruchi potrebbero non essere più nel nido ma in giro, lungo i rami (questo perchè ogni nido si "schiude", facendo uscire circa trecento bruchi, tra fine febbraio e marzo). Lo stesso procedimento va poi eseguito a settembre, quando le falene depongono le nuove uova e le larve iniziano a costruire il nuovo nido che sarà visibile solo a partire da dicembre. Altri metodi di lotta sono l'uso di trappole con feromoni, (piccole "casette" da porre sul tronco e sui rami dell'albero che disorientano l'accoppiamento nel mese di maggio-luglio), l'endoterapia (una specie di vaccino che consiste nell' inniettare il veleno, nocivo solo per la Processionaria, direttamente nel tronco)  e, infine, l'uso naturale della formica rufa (la formica rossa) acerrima nemica di questo tipo di insetti. Averne una colonia in giardino può arginare il problema.

endoterapia_processionaria

 

La Processionaria a Lamezia

La Processionaria è già a Lamezia e nel suo comprensorio. Già un paio di anni fa, su un albero di una scuola elementare nella zona sud della città, questi bruchi avevano fatto la loro comparsa. In quel caso, vista la presenza di bambini, si decise per l'abbattimento. In città alcuni esemplari sono ora stati avvistati sugli alberi attorno al bosco del convento di Sant'Antonio e sui nuovi alberi della rotatoria tra via Scarpino e via Reillo. Molti sono gli alberi di privati in cui è presente tale insetto che, lo ricordiamo, va combattuto. Critica la situazione sul Reventino, dove molti alberi di Pino, che non sono stati curati in tempo, sono stati abbattuti. Situazione particolare anche a Falerna, nei pressi dello svincolo dell'A3. Sempre sull'A3, tra Altilia e Rogliano, molti sono gli alberi infestati. Esemplari di Processionaria anche in provincia di Cosenza, sia sullo Ionio che sul Tirreno, e in Sila. In misura minore sullo ionio catanzarese e nel vibonese dove, però, molti pini risultano spogli. Purtroppo, l'unico metodo per preservare la specie dei Pini in Calabria è che ciascuno, sia pubblico che privato, faccia la sua parte e conosca quella che è ormai una minaccia per l'alberatura della fascia costiera e per i boschi. Diffusasi prima nel nord Italia, in Emilia e in Toscana in particolare, questa farfalla è scesa lungo lo Stivale posandosi e uccidendo intere pinete. In Calabria si prevede che, con i ritmi di diffusione attuali e la sottovalutazione del fenomeno da parte della popolazione residente, la specie del Pino potrebbe già estinguersi nel giro di due o tre anni.

E attenti anche al Punteruolo rosso

Dall'Egitto passando per la Spagna, dove le autorità sembra abbiano taciuto la diffusione di questo insetto, è arrivato anche qui da noi il Punteruolo Rosso, un coleottero capace di uccidere palme giganti e secolari. I metodi di lotta, in questo caso, sono molto più costosi perché l'insetto si insinua nelle piaghe del tronco e una volta lì scava divorando la linfa vitale. Purtroppo, in questi casi, è più difficile capire quando una pianta è colpita se non allo stadio terminale, ovvero quando la palma, specie la Phoenix, si secca e apre le foglie ad ombrello. In quel caso, l'unica soluzione è l'abbattimento che può costare cifre attorno ai mille euro. L'unica possibile soluzione per chi possiede nel proprio giardino delle palme è quella di controllare che le stesse non presentino escoriazioni alla base del tronco, ovvero che godano di buona salute. Al contrario della Processionaria del Pino, infatti, il punteruolo sembra attacchi le piante già in qualche modo debilitate.

palma-punteruolo-rosso

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA