Lamezia Terme - Una donazione di circa 1500 volumi e una quantità di lettere, documenti e carteggi di grande valore storico: questo è l’immenso patrimonio materiale che Serenella Mastroianni, nipote del poeta Felice Mastroianni, lascia alla Biblioteca Comunale di Lamezia Terme e alla Casa del Libro Antico. Ma accanto, e forse insito in questo stesso dono, vi è un lascito morale dal valore ancora più cospicuo. Di questo si è parlato nell’evento organizzato al Chiostro San Domenico da alcuni dei testimoni dell’opera di Serenella, come persona, come insegnante, come divulgatrice culturale. L’evento, patrocinato dal Comune, dal Sistema Bibliotecario, da Chiostro Caffè Letterario, e dall’Associazione Felice Mastroianni, di cui Serenella era fondatrice, è stato moderato e introdotto dalla giornalista Tiziana Bagnato, e ha visto la partecipazione del sindaco, che ha ricordato il valore esemplare del gesto di Serenella e il peso degli insegnanti nella società, e dell’assessora alla cultura Gargano, che ha ripercorso le fasi attraverso le quali la donazione è stata accolta, a partire da quando “nell’ottobre 2021, è arrivata in Comune notizia che dell’esistenza di un legato testamentario della madre di Serenella, Valentina Cimmino, che devolveva i volumi di famiglia, appartenenti a Serenella, alla Biblioteca Comunale. Il lascito è stato depositato dal notaio il 23 febbraio 2015, quando Serenella era già malata”. Grande il lavoro di catalogazione operato dall’allora responsabile Andreina Cimmino, dal suo collaboratore Domenico Benedetto D’Agostino deputato all’archivio, da Antonio Vescio, impegnato in particolare nella digitalizzazione dei volumi più antichi e di due manoscritti ottocenteschi trattenuti dagli eredi.
Il ricordo di Serenella
Una raccolta vastissima e variegata quella della donazione Mastroianni che ha svelato sorprese e riservato momenti toccanti, quasi quanto il ricordo, a più voci, della figura della donatrice. Ne ha parlato il collega Antonio Bagnato, che ha ricordato “il metodo condiviso di pedagogia attiva, che rendeva gli studenti protagonisti”: un sistema interdisciplinare ante litteram, che vedeva i ragazzi impegnati in laboratori di teatro e sovrapponeva le ore di Storia e Filosofia a quelle di Letteratura, integrando i tre ambiti in una visione comparata, non senza suscitare le ire di presidi e docenti conservatori. Accanto il ricordo affettuoso di Tiziana Bagnato, che la vedeva “come una zia”, laddove i legami di sangue erano sostituiti da quelli del cuore. Ma al contrario di quanto si potrebbe pensare Serenella non era una persona condiscendente, e quello che proponeva come insegnante non era affatto un percorso facile: lo sanno bene i suoi studenti dello Scientifico classe 1986. Enrico Gonzales, Ivan Costantino e Adriana Caruso ne ricordano prima di tutto il profondo rigore, perfettamente compenetrato alla dolcezza: “Non c’era mai discrasia fra quello che insegnava e il suo comportamento” dicono. Ugualmente commosso il ricordo di Maurizio Carnevali, amico nell’arte e nella poesia. Più tecnici gli interventi di Daniele Macris, docente di Lettere a Messina e curatore della nota critica delle “Liriche Neoelleniche” di Felice Mastroianni, fatte ripubblicare da Serenella, e quello di Umberto Caruso, presidente dell’Associazione Felice Mastroianni che nel 2015 ha ricevuto la Medaglia d’oro dalla Presidenza della Repubblica. Tanti i ringraziamenti spesi durante la serata: all’amministrazione, al personale della Biblioteca, alle persone impossibilitate a partecipare come Valeria D’Agostino e Mirella Scuro. L’incontro si è concluso con la prosa teatrale magistralmente interpretata da Dario Natale, scritta per Serenella come ultimo impagabile regalo.
Giulia De Sensi
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