
Lamezia Terme - Vivacità e brio nell’operetta “Cin-ci-la”, in scena al Grandinetti per AMA Calabria il 27 novembre, con la regia di Corrado Abbati. Scritta da Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, e rappresentata per la prima volta ben cento anni fa, l’operetta mantiene miracolosamente intatti freschezza e divertimento, in un’escalation di danze e musicalità senza tempo, grazie al Balletto di Parma e alla direzione musicale di Alberto Orlandi. Abbati svela il perché della longevità di quest’opera, e della sua capacità di ritemprare gli animi, propria del teatro di tutti i tempi.
Qual è il segreto dell’eternità di quest’operetta, ancora viva e godibile a cento anni dalla prima rappresentazione?
“Be’, godibile è davvero la parola giusta: lo era allora, e lo è ancora oggi. Il copione, rispetto alla prima rappresentazione, in realtà è stato lievemente rimaneggiato e attualizzato dal punto di vista linguistico – c’era un po’ di polvere sul testo. Ma tutti i lavori del Teatro Leggero vengono aggiornati nel corso del tempo: è una prassi. Poi, quando è stato scritta – cento anni fa – quest’operetta era considerata un po’ “piccante”, con una patina d’erotismo. Oggi proprio no: per il pubblico moderno è una favola. Difatti anche la scenografia ricorda le illustrazioni di un libro di fiabe per bambini, di quelli che si aprono e, pagina dopo pagina, danno vita a una storia in tre dimensioni. Ed è una favola piacevole, divertente, anche grazie alle splendide musiche originali scritte da Virgilio Ranzato, un ottimo violinista, nelle quali noterete accenti pucciniani”.
Quant’è importante, in un tempo difficile come il nostro, andare a teatro per regalarsi un sorriso attraverso la vivacità di un lavoro come questo?
“Ognuno di noi può misurare su sé stesso l’importanza da dare a quest’aspetto del teatro. Il fatto di ritemprarsi per un paio d’ore, e uscire dalla sala meno rabbiosi di quando si era entrati, lo rendono francamente una vera e propria terapia”.
Lei aveva già portato altri spettacoli a Lamezia Terme? Che immagine ha della nostra città e cosa si aspetta dal pubblico e dal soggiorno?
“Dal pubblico mi aspetto tutto ciò che ci ha già dato: grandi soddisfazioni. La sala di solito durante la rappresentazione si lascia andare, e oltretutto una delle prerogative degli spettacoli che metto in scena è la capacità di rompere la quarta parete: cadono le barriere, e si crea con il pubblico una forte empatia. Spero che accada anche questa volta, e in realtà ne ho la certezza: sono già stato qui, e il vostro pubblico è molto ricettivo, partecipe. Il soggiorno è sempre stato molto piacevole, siete gente accogliente, e da buon emiliano sto bene con voi”.
Giulia De Sensi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
