Lamezia, la marcia silenziosa nelle vie del centro chiude la giornata della memoria per le vittime di mafia

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Lamezia Terme - Un impegno che si rinnova, quello della Giornata della Memoria lametina delle vittime innocenti di ’ndrangheta, fortemente voluta da Fondazione Trame, Associazione Antiraket Lamezia e Agesci zona Reventino, che il 24 maggio, nell’anniversario della tragica morte di Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano, hanno unito le proprie voci a quelle dei familiari delle vittime e dell’intera comunità, per mantenerne viva nel tempo una testimonianza che non deve e non può morire.

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Dopo un momento di raccoglimento mattutino presso il quartiere Miraglia di Sambiase, dove furono barbaramente trucidati Cristiano e Tramonte nell’esercizio del proprio lavoro, è partita alle 18 dall’area antistante il Tribunale una marcia silenziosa che è giunta fino all’isola pedonale di Corso Giovanni Nicotera, per ricordare tutti i cittadini onesti di Lamezia caduti per essersi opposti al crimine con la loro sola esistenza: il magistrato Francesco Ferlaino, l’imprenditore Giuseppe Bertolami, la guardia giurata Antonio Raffaele Talarico, i due netturbini Tramonte e Cristiano, il vigile del fuoco Pietro Bevilacqua, il sovrintendente di polizia Salvatore Aversa con la moglie Lucia Precenzano, il fotografo e carabiniere in congedo Gennaro Ventura, gli avvocati Torquato Ciriaco e Francesco Pagliuso.

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I loro nomi e le loro storie sono stati ricordati uno ad uno da Maria Francesca Gentile, dopo l’intervento introduttivo di Maria Teresa Morano, rappresentanti di Fondazione Trame. “Ѐ una grande emozione vedere questo mare azzurro davanti a me”, ha detto Morano riferendosi al colore delle divise scout – più di un centinaio – che affollavano Piazza della Repubblica, “Vi ringrazio di essere qui, non per compiere un rito ma per fare memoria, che è senso di responsabilità”. Forti in questo senso anche le parole di Gentile, che nel suo intervento a nome della Fondazione ha definito la memoria “presidio contro l’indifferenza”, e “patrimonio da condividere in difesa delle istituzioni democratiche”. “Evitare che le vittime della criminalità organizzata cadano nell’oblio è un atto di responsabilità nei confronti delle generazioni future”, ha aggiunto, “un modo per preservare la legalità e i valori democratici. Memoria significa non solo guardare al passato ma vivere e costruire il presente”.

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A dare le coordinate della marcia simbolica la capogruppo del Lamezia 1, Gisella Ferraro, parte attiva nell’organizzazione di una serie di attività sinergiche fra Agesci, Trame e ALA, che hanno portato i ragazzi del clan a incontrare personalmente i familiari delle vittime innocenti di ‘ndrangheta, conoscendone le storie, che sono state raccontate al termine della marcia con le parole dei ragazzi stessi, intervallandole con canti e proiezioni. Al termine, la toccante intervista dal vivo di questi giovani alla scrittrice lametina Silvia Camerino, impegnata con il Movimento delle Agende Rosse. Presenti alla manifestazione anche gli stessi familiari delle vittime, commossi e silenziosi, di fronte alla folla di ragazzi in marcia per ricordare chi oggi, pur non essendo più in vita, rimane nella comunità con la sua storia e con il suo esempio, che è patrimonio di tutti.

Giulia De Sensi   

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