Lamezia, lettera dell’ortopedico Tripodi: “Area Vasta certifica la morte dell'ospedale"

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Lamezia Terme - Pubblichiamo la lettera del dottore specialista in ortopedia e traumatologia Spartaco Tripodi, dopo l’approvazione del regolamento per il funzionamento dell’area vasta e la richiesta del sindaco Mascaro alla Regione di considerare l’apertura del polo traumatologico presso il nosocomio lametino. 

“Sono uno dei 20.000 (?) firmatari per la salvezza dell’Ospedale di Lamezia e leggo con viva preoccupazione che la mia firma, assieme alle altre 19.999, sarà utilizzata per distruggere definitivamente il nostro nosocomio”. Questo perchè la cosiddetta “Area Vasta” certificherebbe la morte formale del Giovanni Paolo II, ridotto come sarebbe a struttura ospedaliera, minore, aggregata. L’accorpamento dell’ASL 6 di Lamezia Terme nell’ASP di CZ non ci ha insegnato nulla? Il “Trauma Center” (o Polo Traumatologico), poi, è irrealizzabile. È una fandonia che periodicamente ci viene propinata – iniziò a parlarne addirittura l’Assessore Lo Moro per tacitare le proteste dei suoi concittadini -. Da addetto ai lavori ribadisco, avendolo già affermato sui media nell’ultimo decennio, che è impossibile legalmente e tecnicamente  riconvertire il Giovanni Paolo II in “Trauma Center”. In ogni caso i Cittadini del  comprensorio lametino non hanno bisogno di “fiori all’occhiello” e di “centri di eccellenza”, sempre presenti nei roboanti annunci dei politici; hanno, al contrario, terribilmente bisogno di una sanità essenziale, affidabile e certa. A tutti è successo o succederà di subire un trauma modesto, moltissimi dovranno sottoporsi ad interventi chirurgici ordinari, molte donne partoriranno ed i loro figli dovranno essere assistiti … è un fatto, quindi, che  ognuno dei duecentomila cittadini lametini avrà necessità di cure ospedaliere per patologie comuni.

Siamo gratificati nell’avere a Lamezia dei centri per malattie rare (fibrosi cistica) o rarissime (porfiria); è inaccettabile, tuttavia, che questi centri servano a coprire l’esproprio di strutture indispensabili alle cure delle malattie frequenti, ma non per questo banali – si può morire anche per una banale caduta in casa o per una banale infezione mal curata. Per tutto questo, intendo ritirare la firma apposta il 19 marzo 2016 che era destinata a dare forza a chi volesse, concretamente, salvare il nostro Ospedale". 

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