Lamezia, nella chiesa del Rosario inaugurato dipinto che rappresenta l'intercessione

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Lamezia Terme – È stato presentato nella chiesa del Rosario, ai fedeli presenti, il dipinto raffigurante ‘la Madonna, Gesù e San Giovanni Battista’. Un’opera che andrà ad arricchire la chiesa (dedicata alla Madonna del Rosario) che fiancheggia il Tribunale di Lamezia Terme e gli edifici scolastici ubicati nelle loro vicinanze. L’opera rappresenta una ‘deesis’ o ‘deisis’, un termine greco che significa ‘intercessione’. Il dipinto illustra quindi la Madonna che intercede tramite Gesù in Trono e San Giovanni Battista che Lo indica. L’intercessione è un tema iconografico cristiano di matrice culturale bizantina la cui realizzazione è avvenuta oltre che per l’attento contributo degli iconografi anche grazie all’apporto fondamentale dei fedeli e dei parrocchiani che si sono occupati degli ospiti provenienti da fuori (Perugia, Treviso e Torino), con dedizione e gratuità.

“La comunità tutta - ha introdotto don Isidoro - ha potuto seguire e accompagnare da vicino il lungo lavoro (dal 19 giugno al 27 luglio 2023) che è proceduto quasi quotidianamente. Con questa ‘fatica’, contestualmente al restauro della Chiesa del Rosario, (riaperta il 29 aprile 2022), si è voluto realizzare un dipinto che aiutasse a entrare nel mistero di Dio e nella preghiera. Infatti, per sua ‘vocazione’, questa è una chiesa orientata ad aiutare la preghiera”. Sono stati due gli aspetti che si sono voluti mettere in risalto per la scelta dell’immagine presente nel pitturato: “La nostra storia di Calabria - ha aggiunto il presule - nonché quella di Lamezia (legata originariamente alla Chiesa bizantina) e la preghiera come intercessione. Un’immagine dunque, che desse l’impronta della nostra storia, dell’unità della Chiesa e che orientasse alla preghiera”.

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Nelle chiese questa iconografia si trova nell’abside (e quella del Rosario era adatta a quest’opera) o nella cupola centrale e rappresenta la Chiesa celeste che intercede per la Chiesa terrestre. “Il progetto, con l’approvazione della Commissione per l’Arte Sacra della Diocesi, ha avuto la sua conclusione solo quest’anno, grazie al contatto attivo con iconografi molto noti nel panorama italiano quale lo Studio ‘Lo scriptorium’, di Giovanni Raffa (originario di Reggio Calabria) e Laura Renzi (di Perugia) assieme alla collaborazione di Stefania Lecce (La Tenda del Magnificat-Lamezia), Cristina Minciaroni (Perugia), Mara Zanette (Treviso) e Serena Branducci (Torino). I coniugi Raffa-Renzi hanno realizzato icone sia in Italia sia all’estero. In particolare nel 2022 hanno dipinto sei cappelle di un monastero in California”. “Il lavoro è stato minuzioso e stimolante e allo stesso tempo impegnativo perché si è dovuto badare alle dimensioni della parete alta oltre 14 metri”.

L’iconografa Stefania Lecce ha descritto nel dettaglio il dipinto e i suoi significativi disegni con i colori e la composizione, stanti in San Giovanni Battista che “indica Gesù con la mano destra, mentre la scure ai suoi piedi intende ricordare oltre che il suo martirio la predicazione del Battista nel deserto e dunque preparare le genti all’arrivo del Messia. Poi - è aggiunto - è la volta della Vergine, la Madre di Gesù vestita di blu e con le scarpe rosse perché piena di Spirito santo e si rivolge, a Lui, in preghiera indicandolo con la mano destra, mentre con quella sinistra tiene il rotolo con l’inizio del canto del ‘magnificat’ dove Maria loda e ringrazia Dio”. “Segue la figura del Cristo Pantocratore (che governa e sostiene tutto) con lo sguardo misericordioso rivolto verso noi tutti e rivestito di luce. Qui il Cristo sul suo trono regge con la mano sinistra il libro della promessa e con l’altra benedice con due dita piegate e le altre tre sono tese e indicano la trinità. Il Pantocratore vestito con la stola sacerdotale è inserito in altro disegno: ‘la mandorla’ il cui significato è la profondità del mistero di Dio. Inoltre - è precisato dalla Lecce – quest’ultima è circondata dai colori dell’arcobaleno altro segno simbolico espressione della fine del Diluvio universale e Dio, placatasi la sua ira, stabilisce l’alleanza con l’uomo. Significativa anche la scritta scelta da don Isidoro che rimanda al ‘Gesù buon Pastore’. Infine - è detto ancora - altri temi come il mistero della Trinità, tradizione e modernità rientranti rispettivamente nel raggio di luce e nella cornice colorata danno una significativa completezza al dipinto”.

F. I.

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