
Lamezia Terme - A circa tre mesi dalla prima campanella, e dall’entrata in vigore del divieto dell’uso dei cellulari in aula per i ragazzi delle scuole superiori, come da decreto Ministeriale, si vanno a tirare le prime somme sugli effetti della norma - almeno quelli percepiti -, sul reale rispetto del divieto, e soprattutto sulla compliance o sulle eventuali difficoltà manifestate dagli studenti.
“Negli ultimi mesi abbiamo monitorato con attenzione l’andamento del divieto dei cellulari in aula”, spiega la dirigente del Liceo Scientifico “Galilei” Antonella Cerra che, aggiunge: “Nonostante la pubblicazione del nuovo regolamento interno, va sottolineato che la maggior parte degli studenti già non utilizzava il telefono durante l’orario scolastico, e questo ha certamente facilitato l'applicazione della norma. Il divieto viene rispettato, e gli effetti percepiti sono positivi: maggiore concentrazione durante le lezioni, miglior coinvolgimento nelle attività proposte e socialità più spontanea nei momenti di pausa. Ancora non siamo in grado di segnalare l’impatto sul rendimento. Sicuramente si registra un ambiente più attento e meno frammentato dalle distrazioni digitali. In continuità con quanto già avveniva, quindi, la scuola continua a promuovere un utilizzo responsabile e consapevole della tecnologia finalizzato alla promozione di un valido percorso formativo e umano degli studenti”.
Anche la classe docente, in prima linea nel mantenere il rispetto del divieto, si dichiara soddisfatta dell’andamento dei primi mesi che, pur senza negare le difficoltà nell’eliminazione di un’abitudine consolidata, si sono rivelati meno complicati del previsto.
“In genere, non ci sono procedure particolari per la gestione dei cellulari”, spiega un giovane insegnante, “non ci sono consegne, armadietti o cose del genere. Vige solo il divieto di uso, e sostanzialmente è rispettato; se non lo dovesse essere allora ci sarebbero note e poi procedimenti ulteriori, ma al momento nella mia esperienza non ce ne è stato bisogno”.
“I ragazzi non sono particolarmente entusiasti della norma”, aggiunge una collega, “ma si stanno impegnando. Francamente con il fumo abbiamo più problemi, e anche quello è un divieto su cui vigilare”.
“Far rispettare il divieto di utilizzo dei cellulari in classe è diventata una vera sfida per le scuole”, conclude la dirigente Anna Primavera dell’Istituto “Einaudi”, “Ѐ complicato vietare l'uso di uno strumento che nella quotidianità dei ragazzi ha un ruolo importante: attraverso i dispositivi gestiscono relazioni, ascoltano musica, fanno acquisti, giocano. In altre parole per loro il cellulare non assume il profilo di un semplice "strumento" ma rappresenta molto di più e proprio a questo "di più" fanno fatica a rinunciare. Ci provano, animati quasi sempre da buone intenzioni, e la maggior parte delle volte ci riescono pure ma perché temono le note o, nei casi di reiterazione dei comportamenti non consentiti, il ritiro del dispositivo e non certo perché condividono lo spirito della circolare ministeriale che li ha vietati. Le regole, si sa, più sono condivise e più sono rispettate, non è questo però il caso perché vanno ad incidere su qualcosa che per i ragazzi ha un valore rilevante. Noi come scuola stiamo cercando di valutare l'adozione di misure ed azioni di accompagnamento all'applicazione della circolare, vogliamo attivare percorsi di sensibilizzazione all'uso corretto, consapevole e responsabile dei cellulari, ma anche questa è una sfida complessa: speriamo di riuscirci”.
Giulia De Sensi
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