Lamezia Terme - Si è svolta domenica 16 giugno la terza tappa del “Tour dei beni culturali”, organizzato dal Meetup Cinquestelle Lamezia amici di Beppe Grillo. Il tour ha toccato vari punti di interesse storico-artistico e naturalistici della città e vorrebbe promuovere interventi di recupero e riqualifica degli stessi, che nella maggior parte dei casi versano in stato di abbandono o risultano inagibili e per questo non fruibili da molto tempo. Questo terzo ed ultimo appuntamento, dopo Sant’Eufemia e Sambiase, è dedicato al centro storico di Nicastro. Appuntamento presso la villetta comunale di Corso Numistrano. Un breve intervento del parlamentare M5S Giuseppe D’Ippolito ha dato il via al tour e gettato, così, le basi per strutturare il programma elettorale del Movimento per le prossime comunali iniziando appunto, dalla proposta di una città più fruibile e più attenta ai problemi ambientali. Presenti anche la senatrice Bianca Laura Granato (Commissione Cultura del Senato) e il parlamentare Alessandro Melicchio (portavoce M5S Commissione Cultura della Camera).
“Non è possibile vivere in una città ed ignorarne la storia” ha esordito così l’avvocato D’Ippolito, introducendo il pomeriggio culturale, e, con un occhio di riguardo per il rispetto dell’ambiente, ha invitato il corteo ad adoperare (dato il gran caldo) bottigliette d’acqua riutilizzabili ed ecologiche al posto di quelle di plastica. La passeggiata, dalle tappe inusuali rispetto al solito tragitto proposto per le vie del centro storico, programmata e guidata dall’esperta in Conservazione e Tutela dei Beni Culturali Carmen Di Terlizzi, è iniziata in via Garibaldi. Strada principale e raccordo per il primo nucleo insediativo della città è tutt’oggi un fiorire di palazzi storici importanti e, purtroppo, mal conservati.
Sulla parte destra di via Garibaldi, sorge Palazzo Vitale (oggi Palazzo Anzani). Un’epigrafe murata sulla parete sinistra dell’atrio ricorda l’esondazione del fiume Canne del 1563 che distrusse tutta la zona. Il palazzo si affaccia su uno scenario naturalistico boschivo, sul letto del Canne (oggi divenuto torrente) e diventa il pretesto per parlare del costante rischio idrogeologico e dell’inquinamento ambientale in cui versa la nostra regione e dei possibili interventi di prevenzione per cui “l’attuale governo”, ci dice D’Ippolito, “ha stanziato 11 milioni di euro”.
Sempre nella stessa zona sorge un’arena inutilizzata, un anfiteatro costruito nel 2014 durante un intervento di riqualifica di quartiere, interrotto nel 2015, che avrebbe dovuto comprendere provvedimenti migliorativi per tutta l’area urbana fino al ponte Sant’Antonio. Dal lato opposto, Palazzo Niccoli che ha dato i natali al fondatore della città di Lamezia Terme Arturo Perugini, è uno dei pochi esempi di stile Liberty presenti sul nostro territorio. “É un edificio privato, quindi necessita di un intervento di restauro privato”, spiega la dottoressa Di Terlizzi, “che non può prescindere, però, da alcune regole che tutelano i beni di interesse storico-artistico”. Lasciata alle spalle la statua di Federico II si prosegue verso il quartiere Belvedere, nel quale un maestoso quanto poco noto Palazzo Blasco, restaurato negli anni novanta con 1,6 milioni di euro di fondi comunali, è rimasto oggi inutilizzato dopo essere stato sede nel 2000 di un polo della facoltà di Agraria dell’Università di Reggio Calabria. Stessa sorte è toccata a Palazzo Panariti ed all’ex Cinema-Teatro Russo nel quartiere Torre poco più avanti: chiusi ed inutilizzati. “Eppure basterebbe poco”, interviene Alessandro Melicchio citando il ministro per i Beni e le attività Culturali Alberto Bonisoli, “potrebbe essere sufficiente una collaborazione tra Comune e terzo settore”, ovvero le associazioni locali, che risulterebbero fondamentali per ridare vita a questi siti e coordinarne più facilmente la gestione. “Inutile è attualmente il dialogo con i commissari prefettizi che amministrano il comune di Lamezia”, dice ancora Melicchio, “i quali non devono rispondere politicamente del loro operato”.
L’ultima sosta è l’affaccio sul cantiere, anch’esso fermo, del Parco Pedichiusa; sarebbero anche qui previste aree di aggregazione urbana, il restauro di un vecchio mulino ad acqua e la bonifica del torrente per un valore di 2 milioni di euro. Da qui la docente dell’UniCal Stefania Mancuso regala qualche cenno storico sul Castello Normanno, tallone d’Achille di tutta questa sfilza di edifici di interesse storico rimasti inaccessibili. Questo risulta, agli occhi di tutti, il caso più eclatante sul territorio perché chiuso per mancanza di adeguati camminatoi, la cui cifra per rimetterli a posto ammonterebbe ad appena 10 mila euro, una somma ritenuta davvero irrisoria per un comune come quello di Lamezia.
D.C.
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