Lamezia, Vescovo istituisce tre nuovi accoliti: la cerimonia in Cattedrale

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Lamezia Terme – Giorno di grande festa e commozione per la chiesa lametina e i suoi tanti fedeli stante nell’accoglienza di tre nuovi accoliti. A palesare questo lieto evento è stato il vescovo Serafino Parisi che tramite un particolare rito ha benedetto e istituito, consegnando loro l’ostia, per poi condurli al servizio all’altare il Ministero dell’accolitato. A essere introdotti al Ministero sono stati Franco Giudice (Comunità religiosa dei Missionari della via), Giuseppe Bernardini (chiesa di Santa Maria Goretti) e Andrea Giovanni Cefalà (parrocchia Santa Maria delle Grazie). L’accolito nello specifico è un non consacrato ordinato dal Vescovo, il suo ruolo è importante nonché fondamentale ai fini delle diverse attività liturgiche della Chiesa; questa figura infatti, aiuta il diacono e assiste il sacerdote all'altare durante le processioni e altri atti di culto. I tre nuovi accoliti sono stati dunque ordinati a svolgere questo nuovo Ministero durante la messa di sabato e quindi ‘indirizzati’ sempre di più, verso il sacerdozio che è a sua volta preceduto nell’ordine dal lettorato (che è il primo ministero) seguito dall’accolitato e dal diaconato. Inoltre, sotto indicazione del parroco l’accolito offre e porta in una teca una breve liturgia assieme alla comunione nelle case dei malati impossibilitati a partecipare di persona alla funzione religiosa.

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Durante la sua attenta omelia, che ha compreso l’istituzione di Giudice, Bernardini e Cefalà, Sua Eccellenza ha sottolineato l’importanza dell’istituzione dei tre, i quali al loro appello hanno risposto, ponendosi davanti l’altare: “Eccomi”, pronti a donare tutto se stessi al Ministero affidatogli. Un momento questo che accade, come ha evidenziato lo stesso Vescovo: “Particolare”, perché, “reso difficile dalle guerre in corso, ma anche dalle complessità riscontrate da chi trova difficoltà nell’accogliere a sé Dio”. In merito alla liturgia ha spiegato il necessario bisogno di aprirsi a Dio e alla sua infinita misericordia e grazia, “siamo sempre più prossimi alla Pasqua e ciò ci chiama ad accogliere questa sua misericordia e sua grazia, un fondante modo per uscire dalla schiavitù ed entrare nella liberazione”. Un significante appunto è poi lanciato da Sua Eccellenza ai giovani che vorrebbe vedere: “Sempre felici e gioiosi”, spiegando nel concreto, di “non apprendere la fede dai no, dalle restrizioni o dai dinieghi ma vederla in modo positivo e reale un messaggio di liberazione dunque, che fondamentalmente, “è quello che vuole portarci la Pasqua”. “La fede - ha concluso Parisi - accetta la storia, e vi entra con il suo dinamismo offrendo la capacità di cambiare la nostra vita”.

Francesco Ielà

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