Roma – La Calabria è quinta nella classifica nazionale del mare illegale. Il dato emerge dal report “Mare Monstrum 2017” di Legambiente basato sul lavoro delle Forze dell'ordine e delle Capitanerie di porto. La nostra regione scende, con il suo 8,5% rispetto all’anno precedente: il primato negativo va alla Campania, che si conferma quella a più alto tasso di infrazioni accertate: con 2.594 reati, il 16,5% del totale prende il primo posto, seguita dalla Sicilia, che con il 13% dei reati mantiene la stessa posizione del 2016, mentre al terzo posto sale la Puglia, con l’11,7%, che era quinta. A seguire il Lazio, con il 9,2%, e la Calabria, appunto, poi la Liguria, che con il 7,6% sale dall’ottavo posto, e la Toscana, con il 7%, che si posiziona settima. Fanalino di coda è il Molise con l'1,3%. I numeri calabresi parlano di 1.342 infrazioni accertate, 1.414 persone denunciate e arrestate, 473 sequestri effettuati.
Rispetto all’anno passato, comunque, nel 2016 grazie alla forza deterrente della legge sugli ecoreati le infrazioni a danno del mare sono diminuite del 15%, pari a 43 reati al giorno anche se l'insufficiente depurazione e gli scarichi inquinanti restano il reato più contestato e in crescita rispetto all'anno precedente, da sole rappresentano il 31,7% (contro il 24,6% del 2015) delle infrazioni contestate. Contestualmente sono calate anche le persone denunciate o arrestate, - 7,7%, e i sequestri effettuati, -18,6%. I sequestri nel settore della navigazione fuorilegge crollano verticalmente, facendo registrare un -45%, ma ancora più impressionante. il calo nella pesca, con un pesante -60%. Pe contro, la stima del valore economico dei beni sequestrati e delle sanzioni penali e amministrative comminate lievita dai 209.980.519 euro dello scorso anno a 467.732.258 (+122,8%).
Per quanto riguarda il primo reato ai danni del mare, è quello legato alle varie forme di inquinamento delle acque. Si tratta di depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti, rappresentano il 31,7% delle infrazioni contestate a seguito dei controlli delle forze dell’ordine. La Campania, con 936 reati, il 18,8% del totale a livello nazionale, come lo scorso anno guida anche questa classifica di settore. Registra un exploit per quanto riguarda le persone denunciate e arrestate (+ 26%) e per numero di sequestri (+33,5%). È seguita dalla Puglia, con 644 infrazioni accertate, dal Lazio con 533, dalla Calabria con 429 e dalla Sicilia con 412: quattro regioni che rispetto al 2016 cambiano la loro posizione, ma si mantengono tutte entro i primi cinque posti, dove si concentra quasi il 60% delle infrazioni di tutta l’Italia costiera.
Se si parla di ecomostri, la Calabria scende di una posizione rispetto al report 2016: con 411 infrazioni (il 10,9%) passa dal terzo posto. E’ sempre la Campania a tenere salda anche la testa della classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento costiero, con 764 infrazioni accertate dalle Capitanerie di porto e dalle altre forze dell’ordine, detiene sul suo territorio il 20,3% del totale dei reati. Primato che riguarda anche il numero delle persone denunciate, 855, e dei sequestri, 234. Al secondo posto si piazza la Puglia, con 445 infrazioni (l’11,8%), che lo scorso anno era quinta, al terzo la Calabria che, con 411 infrazioni (il 10,9%) scende di una posizione, e al quarto il Lazio, che, con 375 reati contestati, totalizza il 10% del totale. La Sicilia, quarta lo scorso anno, scivola all’ottavo posto, con il 5,6% dei reati nazionali. Il numero dei reati contestati cala di un significativo – 16% rispetto all’anno precedente e scende ancora di più il numero dei sequestri, che segna -18,6%. Ma a sfregiare la costa, soprattutto il “vecchio abusivismo”, quello che da decenni sopravvive alle demolizioni. Legambiente ha anche individuato gli scempi esemplari, quelli che in virtù della loro storia, del loro impatto sul territorio e della loro forza simbolica rappresentano meglio di altri la devastazione illegale e impunita dell’abusivismo edilizio. Sono gli scheletri di Pizzo Sella a Palermo, il villaggio di Torre Mileto a Lesina in provincia di Foggia, le 35 ville nell’area archeologica di Capo Colonna, a Crotone, e le case abusive dell’Isola di Ischia.
Il report è stato reso noto oggi, in concomitanza con la partenza da La Spezia, di Goletta Verde per l’edizione 2017: si tratta della storica imbarcazione di Legambiente, che dal 18 giugno al 12 agosto navigherà lungo la Penisola per monitorare le qualità delle acque marine ma anche per denunciare le illegalità ambientali, l'inquinamento, la scarsa e inefficiente depurazione dei reflui, le trivellazioni di petrolio, le speculazioni edilizie e la cattiva gestione delle coste italiane. Un viaggio, composto da 21 tappe con arrivo finale il 12 agosto a Lignano Sabbiadoro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA