Roma - Ammonta a 2,6 miliardi di euro il valore dei beni sequestrati alla criminalità organizzata nel 2015. Mentre quello delle confische si attesta sui 530 milioni di euro. I dati sono contenuti nel rapporto annuale della Direzione investigativa antimafia illustrati oggi al Viminale, alla presenza del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, e del direttore della Dia, generale Nunzio Antonio Ferla.
Il direttore Ferla ha delineato i profili evolutivi delle mafie fornendo una chiave interpretativa dei processi criminali in atto i cui effetti si riverberano nel tessuto sociale, economico e produttivo del Paese. “In calo vertiginoso gli omicidi delle mafie rispetto a 10-15 anni fa: le cosche sempre più privilegiano la corruzione alla violenza, rinunciando al 'controllo militare' del territorio e scegliendo, invece, una strategia di sommersione, evitando così di avere l'attenzione di media, magistratura e opinione pubblica”. Questa l'analisi del direttore della Direzione investigativa antimafia, generale Nunzio Antonio Ferla. "Come dimostrano le recenti inchieste - spiega il generale Ferla - le mafie tradizionali si sono evolute. Assistiamo, infatti, ad un'accentuata propensione all'espansione in aree di maggiore sviluppo rispetto ai territori d'elezione, dove, peraltro, le consorterie conservano un profondo radicamento e continuano ad esprimere un forte potere di influenza”. Nella sua analisi dei profili evolutivi delle mafie, Ferla ha ricordato come queste ultime, oltre ad accumulare capitali, si dimostrino sempre più capaci di "reperire e impiegare 'capitale sociale' ovvero di manipolare e utilizzare relazioni sociali, combinando legami forti (che assicurano lealta' e senso di appartenenza) con legami flessibili e aperti verso soggetti esterni all'organizzazione mafiosa e appartenenti al mondo politico, imprenditoriale e istituzionale, garantendo cosi' ai clan un ampio ed eterogeneo serbatoio di risorse relazionali". Secondo gli analisti della Dia, "le organizzazioni criminali, che manifestano sempre piu' una forza espansiva che travalica i confini nazionali, sono straordinariamente abili ad adattarsi ai vari ambiti territoriali e sociali, sfruttando tutte le opportunita' offerte dalle differenti discipline legislative preferendo Stati non cooperativi in cui le 'maglie larghe' dei sistemi normativi agevolano le attivita' di penetrazione e di reinvestimento”.
Attività in materia di antiriciclaggio. Analizzate oltre 70mila segnalazioni di operazioni sospette
Da quest’anno, nel settore dell’antiriciclaggio è stato reso pienamente esecutivo un nuovo sistema basato sull’analisi delle segnalazioni di operazioni sospette attraverso tre distinte procedure informatiche complementari, che hanno consentito, dal 1° gennaio di quest’anno, di raggiungere l’obiettivo di analizzare tutte le segnalazioni sospette pervenute (70.698)dall’Unità di Informazione Finanziaria (U.I.F.) della Banca d’Italia e di estrapolare, conseguentemente, quelle di interesse investigativo per la D.I.A.. Infatti, delle 70.698 segnalazioni pervenute nel 2015, ne sono state evidenziate alla D.N.A. 11.080, perché potenzialmente attinenti alla criminalità organizzata. Inoltre, grazie al protocollo d’intesa sottoscritto dal Direttore della D.I.A. e dal Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, del 26 maggio scorso, l’analisi delle segnalazioni sospette è stato integrato da un supporto informativo in grado di fornire un impulso immediato alle indagini svolte dalle Procure Distrettuali.
Appalti pubblici: eseguiti circa 5.000 monitoraggi ad imprese e accertamenti su oltre 40.000 soggetti
Nel settore del controllo degli appalti pubblici la D.I.A. ha effettuato 4.997 monitoraggi nei confronti di altrettante imprese ed eseguiti accertamenti di oltre 40.289 persone fisiche ad esse collegate. Inoltre, dei 139 accessi ai cantieri operati, si è proceduto al controllo di 4.408 soggetti, 1.243 imprese e 2.623 mezzi. La direttrice seguita nel presente anno è stata quella di potenziare l’azione di prevenzione in senso stretto, facendo tesoro della positiva esperienza maturata per EXPO 2015. Nello specifico, tracciando un bilancio dell’evento, il Direttore della D.I.A. ha precisato che le 5.216 istanze di accertamento, pervenute complessivamente dalla Prefettura di Milano, sono state tutte evase, comportando uno screening informativo su 6.566 imprese e 75.535 persone fisiche. I controlli di pertinenza della D.I.A. e del Gruppo Interforze si sono esplicati in un totale di 111 accesi ai cantieri, che hanno portato al controllo “in loco” di 1.065 imprese, 3.470 persone e 1.557 mezzi. Le imprese verificate sono state 8.759. Tale attività ispettiva si è conclusa con l’emanazione di 133 misure interdittive antimafia da parte della Prefettura di Milano.
Attività di natura giudiziaria: arrestati 22 soggetti e sequestrati penalmente beni per oltre 225 milioni di euro
Nel corso della presentazione dei risultati conseguiti è stato reso noto che la D.I.A. sta attualmente coordinando 329 inchieste contro la criminalità organizzata, di cui 52 di iniziativa e 277 su delega dell’Autorità Giudiziaria. Sono state concluse 26 operazioni che hanno portato all’emissione di 163 provvedimenti restrittivi della libertà personale, riguardanti 222 soggetti (mentre altri 240 sono stati deferiti in stato di libertà), nonché al sequestro di beni per un valore di oltre 225 milioni di euro e alla confisca di attività per un valore di 10 milioni e mezzo di euro. Tra le principali operazioni, è stata menzionata quella denominata “Doma” della D.I.A. di Napoli, grazie alla quale sono state arrestate 44 persone fra Caserta, Napoli, Perugia e Salerno. Fra di loro commercianti e imprenditori ritenuti affiliati al clan dei Casalesi e, in particolare, al gruppo facente capo a Francesco Schiavone (Sandokan) e al suo luogotenente Giuseppe Russo. Inoltre, è stato fatto cenno all’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti del cognato di Matteo Messina Denaro, Como Gaspare, a cui sono stati sequestrati anche beni per circa 200 mila euro.
Roberti (DNA): lo Stato può vincere se lo vuole
"Lo Stato può vincere la lotta alle mafie se lo vuole. Siamo sulla strada giusta, si avvicina la fine delle mafie così come le abbiamo conosciuto, ma occorre affrontarle efficacemente sul piano economico". Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Franco Roberti, intervenuto alla presentazione del rapporto annuale della Direzione investigativa antimafia. Roberti ha definito il 2015 "un anno importante per il contrasto alla criminalità organizzata, nuove norme ci hanno dato strumenti più efficaci e finalmente sta prendendo piede anche la lotta alla corruzione, che è un problema centrale".
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