In Italia ci sono sempre meno medici, un fenomeno che riguarda tutto il paese ma che colpisce di più la Calabria. Da qui la decisione di assumere medici cubani. Del caso è occupata la trasmissione di Italia 1 nella puntata andata in onda l’11 ottobre. “Perché in Calabria sono stati presi 500 medici da Cuba?”. Gaetano Pecoraro, inviato de 'Le Iene' torna a parlare della drammatica situazione della sanità nella regione. E, in particolare, “di come tanti dottori assunti in realtà non verrebbero impiegati in maniera, diciamo, efficiente”. Nel servizio vengono analizzati tre casi di medici assunti con un determinato ruolo ma che farebbero altro. Così l’inviato intervistando il presidente Occhiuto si chiede: “prima di assumere i cubani mettiamo un poco a posto questi medici che sono già assunti” ma per Occhiuto “ci vuole il tempo per farlo”.
Una notizia, quella dei medici cubani, che ha creato scalpore non solo nella regione reduce da 12 anni di commissariamento della sanità. Tra tutti, c’è anche il problema della lingua. Ma Occhiuto ha la soluzione: “alcuni parlano già italiano, poi faranno formazione. I cubani - dice - servono per coprire i buchi della sanità altrimenti come li copro?”. Secondo le Iene quella della Calabria sembra “una mossa disperata”. Così, dopo un tour nel fatiscente nosocomio di Scilla: “più che un ospedale sembra un cantiere”, dice l’inviato, alle lunghe file in attesa di una visita con una signora che si dedica a fare la maglia per passare il tempo in attesa (da ore) di essere visitata. Infine, una scoperta: “in realtà i medici ci sarebbero”. Da qui l’invito de Le Iene a sistemare anche i tanti dottori già assunti per garantire le dovute cure ai pazienti ed evitare la “migrazione sanitaria” sia di pazienti che di giovani dottori.
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