Napoli - Oggi tanti sindaci calabresi hanno partecipato all'ingresso ufficiale di don Mimmo Battaglia, l'arcivescovo originario di satriano in provincia di Catanzaro, nella chiesa cattedrale partenopea. L'arcivescovo Battaglia, dal 12 dicembre scorso 125mo vescovo partenopeo, ha fatto il suo ingresso in cattedrale accompagnato da alcuni fedeli. In mattinata, invece, ha voluto visitare alcune realtà della periferia cittadina.
Ha fatto il suo ingresso nella Diocesi di Napoli citando il testo di "Terra mia" di Pino Daniele. Presenti anche due ministri, Enzo Amendola e Gaetano Manfredi, e il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. "E' una canzone che ho ascoltato assieme a un ragazzo di Napoli molti anni fa", ha raccontato Don Battaglia. "Voglio consegnare a tutti voi un sogno - ha detto - quello di riorganizzare la speranza. Questa canzone esprime anche la volontà di non perdere mai la speranza in un cambiamento, perché le cose possono cambiare".
"Stamattina in periferia ho detto a una comunità che la povertà non è categoria ma volto, nome, storia e persona. Io sogno una nuova speranza che sia spazio per tutti. Vicini a chi ha perso il lavoro e vicino a chi è stato avviluppato dai tentacoli della camorra, capaci di intercettare il grido dei nostri ragazzi. Beati noi se sapremo costruire comunità che non lasciano indietro nessuno". Lo ha detto l'arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, rivolgendosi ai rappresentanti delle istituzioni cittadine nel giorno del suo ingresso in diocesi. "Napoli e tutto il Sud potranno diventare simbolo di rinascita per il paese, di capacità resistenza e resilienza, lottando per costruire un mondo migliore. Moltiplicare i gesti di misericordia per credere nel potere del miracolo dell'amore, per non sottrarci all'incontro con i poveri: da loro impareremo a non barricarci nel condominio indifferenza", ha aggiunto.
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