Amantea (Cosenza) - Il biologo marino, Luciano Bernardo, racconta il suo viaggio nei fondali della Calabria e, in questa occasione nelle acque di Coreca. “Avevo terminato l'immersione e stavo dirigendomi verso riva, quando un grosso trigone (Dasyatis pastinaca), lungo oltre 1 metro, appare fermo sul fondo. Non appena mi avvicino si sposta, per fortuna solo di pochi metri. Riesco a portarmi quasi sulla sua verticale, ma quando scendo fugge via velocemente oscillando le grandi pinne pettorali. Sbaglia però direzione, portandosi verso riva, così è costretto a fare un'inversione di marcia che mi consente di filmarlo per qualche secondo in più, prima di sparire nel blu. I trigoni, o pastinache, sono simili alle razze dalle quali si distinguono per la coda lunga e sottile, priva di pinne ma armata di un grosso aculeo velenifero, detto "ferro". Il tessuto ghiandolare che ricopre un solco decorrente lungo il lato ventrale dell'aculeo secerne un veleno molto potente e doloroso, ma l'arma viene usata dall'animale solo eccezionalmente e unicamente per difendersi. Un'altra importante differenza sta nel fatto che mentre le razze depongono le uova, protette in un astuccio corneo, i trigoni partoriscono i loro piccoli, senza però lo sviluppo di una placenta (ovovivipari o vivipari aplacentati). Gli embrioni si nutrono del tuorlo dell'uovo e di una secrezione uterina, e la gestazione dura circa 4 mesi. L'immersione era finita in bellezza, ma c'era un'altra cosa da fare che non riguardava il mare. Alle cinque del mattino ero già in piedi, nel cielo c'era un evento da non perdere. M'affacciai dal balcone e guardai ad est dove una sottile falce di Luna era appena spuntata dietro la collina, preceduta poco più in alto dal pianeta Venere e dalla stella Regolo in una fantastica congiunzione astrale. Restai a godermi lo spettacolo, finché non iniziò ad albeggiare e col chiarore del Sole pian piano gli astri svanirono. Si alzava il sipario su una nuova giornata e io ero colmo di stupore”.
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