Catanzaro - “Questo comunicato inizia con una premessa: l'Associazione Ferrovie in Calabria, in quanto sodalizio di appassionati di treni e ferrovie, che dedicano parte del proprio tempo (spesso sottratto al lavoro o allo studio) per portare avanti la causa del rilancio del trasporto su ferro nella nostra Regione, non è un organo istituzionale o politico. Non è certo l'Associazione Ferrovie in Calabria ad avere le redini delle scelte strategiche sui trasporti in Calabria: perciò, chi avesse dubbi o volesse additare qualcuno su mancati raggiungimenti di obiettivi, come appunto la firma del Contratto di Servizio tra Regione Calabria e Trenitalia, si rivolga agli appena citati organi preposti, che daranno tutte le opportune risposte sul perché di determinate scelte. Men che meno accetteremo più insinuazioni da chi sostiene che l'Associazione non tratti determinati argomenti "per paura di perdere qualcosa": simili affermazioni, oltre che offensive nei confronti di chi dedica il proprio tempo e la propria passione alla collettività, sono anche delle gravissime calunnie, e come tali verranno trattate, seguendo le appropriate vie legali”. Lo scrive Roberto Galati dell’Associazione Ferrovie in Calabria per il quale “La premessa è stata necessaria poiché, proprio relativamente all'argomento che stiamo per trattare, l'Associazione Ferrovie in Calabria è stata additata come "impedita dall'addossare le responsabilità alla Regione Calabria relativamente alla mancata firma del Contratto di Servizio Trenitalia - Regione Calabria, per il timore di perdere qualcosa", peraltro dopo reiterate provocazioni dei mesi scorsi da parte della stessa persona. Tutto ciò è vergognoso, oltre che ridicolo: timori personali, peraltro anche comprensibili, relativamente al proprio futuro lavorativo, devono essere affrontati con gli interlocutori corretti, non certo sparando sulla crocerossa, ovvero su un'Associazione di appassionati”.
Toccando la tematica che più interessa i pendolari calabresi che si servono dei treni Regionali di Trenitalia, afferma: “il nuovo, ma purtroppo non ancora firmato, Contratto di Servizio tra Regione Calabria e Trenitalia. Si tratta di un contratto di 10 anni + ulteriori 5 di rinnovo, che permetterebbe finalmente un rilancio storico del trasporto regionale su ferro nella nostra Regione. Risulta infatti chiaro come, con un Contratto a così lungo termine, da parte di Trenitalia si avvierebbe in primis un rinnovo integrale del materiale rotabile utilizzato all'interno del territorio regionale, con l'acquisto (in parte finanziato dalla Regione Calabria) di nuovi convogli elettrici e diesel. Non solo: il nuovo contratto preveder anche un cospicuo incremento di km/treno, che renderebbe possibile, per esempio, il rafforzamento delle relazioni ferroviarie metropolitane tra Melito di Porto Salvo e Rosarno e tra Paola e Cosenza. E ancora, con una gestione oculata dei km/treno, potrebbe divenire realtà, finalmente, il tanto auspicato cadenzamento orario dei treni Regionali tra Cosenza/Paola e Reggio Calabria Centrale, con copertura degli attuali buchi d'orario mattutini, e tra Catanzaro Lido e Reggio Calabria Centrale via Roccella Jonica. Senza dimenticare l'incremento di bigliettazioni integrate gomma/ferro e la creazione di servizi spot periodici (per esempio nei periodi estivi, come già avviene sulla linea ferroviaria Lamezia Terme Centrale - Rosarno via Tropea)”.
“Una prospettiva finalmente rosea - prosegue Galati - dopo anni di buio, giusto completamento del graduale rilancio del trasporto su rotaia avviato nel 2014 dalla giunta regionale, con particolare impegno dell'Assessore alle Infrastrutture Roberto Musmanno. Come mai allora il nuovo Contratto non è stato ancora firmato, ed anzi, da ormai un anno, non esiste addirittura alcun contratto "concreto" in vigore tra la Regione Calabria e Trenitalia, essendo scaduto anche il breve "contratto ponte" che ci doveva traghettare verso l'ambizioso 10+5? Il problema è purtroppo (e come prevedibile) economico: non è per niente semplice addentrarsi in complesse normative nazionali (si specifica appunto nazionali, non Regionali), legate alla ripartizione del Fondo Nazionale Trasporti a tutte le Regioni, ma prima di riportare per intero le richieste di impegno al Governo inviate dalla Regione Calabria, cercheremo di spiegare in termini molto semplici ciò che sta accadendo. La ripartizione delle risorse del Fondo Nazionale Trasporti alle singole Regioni, che poi utilizzeranno tali risorse per finanziare il tpl su gomma e su ferro, prevede l'invio annuale di una quota fissa ed una premiale, erogata alla Regione al raggiungimento di determinati obiettivi, tra cui l'incremento annuo del 2% del ben noto rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi. Nel migliore dei casi, quindi, una Regione riceve una cifra x, composta da quota fissa + quota premiale, che viene mantenuta costante ogni anno se, rispetto all'anno precedente, il rapporto ricavi/costi migliora costantemente. Il che, in ogni caso, risulta utopico: la Regione Calabria, in questi anni, partendo da una situazione decisamente penosa, unitamente all'istituzione del biglietto regionale di Trenitalia valido solo per il giorno di emissione, che ha abbattuto notevolmente l'evasione, ha ottenuto la quota premiale migliorando il rapporto ricavi/costi. Non è purtroppo detto che ciò avvenga nei prossimi anni, poiché - purtroppo - la Calabria è anche una Regione soggetta a notevole spopolamento ed invecchiamento della popolazione, con immediata ricaduta sui servizi di trasporto pubblico locale, tendenzialmente frequentati da studenti e lavoratori che, purtroppo, calano di giorno in giorno. E se cala l'utenza, sia sui treni che sui bus, chiaramente, il primo fattore a farne le spese è proprio il ben noto rapporto ricavi/costi”.
“Perciò, primo punto - afferma ancora - a sfavore per una Regione come la Calabria, purtroppo la più economicamente depressa d'Italia anche a livello di bilanci regionali: indubbiamente anche le altre regioni italiane, per vari motivi, possono rischiare il taglio della quota premiale, ma riescono a far fronte con risorse proprie, o perché fondamentalmente dotate di casse pubbliche ben più ricche della Calabria, o perché molto piccole a livello territoriale e dotate di un numero complessivo di km/treno e km/bus molto inferiore rispetto alla Calabria, Regione molto estesa e complessa territorialmente, ed allo stesso tempo molto spopolata. Un mix esplosivo, purtroppo. Ma per assurdo, immaginando che la quota premiale per la Calabria sia garantita per sempre (magari lo fosse…), sorge un altro problema non da poco, ovvero quello legato all'inflazione: ogni azienda di trasporto, Trenitalia compresa, calcola ogni anno un incremento di circa lo 0,8% delle risorse che la Regione deve assicurare affinché il servizio di trasporto venga garantito. Incremento che è, appunto, l'inflazione. Peccato però che il Fondo Nazionale Trasporti queste quote di incremento annuale non le preveda: al più, se intanto si riesce a raggiungere l'obiettivo di ottenere la quota premiale, ogni anno lo Stato invia alla Regione Calabria le stesse risorse. In poche parole, lo Stato invia ogni anno la quota X: la Regione Calabria (e tutte le altre regioni) però devono investire ogni anno un X+0,8, che l'anno successivo diventeranno X+0,8+0,8 e così via. Praticamente assurdo. Arrivando al dunque, il Contratto di Servizio tra Trenitalia e Regione Calabria, potrebbe in realtà essere firmato anche tra 10 minuti: il vero problema, però, è che per la Regione Calabria sarebbe quasi impossibile onorarlo nei prossimi anni, andando quindi a riproporre il copione di qualche anno fa. Debiti su debiti che si accumulano tra l'ente pubblico e l'operatore del trasporto, in questo caso Trenitalia, mettendo ancora una volta a rischio l'esistenza stessa del trasporto regionale su rotaia. Praticamente, firmando il Contratto di Servizio 10+5, tra due o tre anni saremmo invasi da nuovi treni, ma senza i soldi per farli circolare. Come si può ben capire, quindi, la situazione non è drammatica, ma poco ci manca. Siamo comunque a conoscenza di nuovi piccoli passi avanti da parte di Regione Calabria e Trenitalia, anche attraverso la mediazione del Governo Nazionale, ma è chiaro che ciò a cui bisognerebbe auspicare, in realtà per il bene di tutte le Regioni e non solo della Calabria, è una importante modifica ai parametri di ripartizione del Fondo Nazionale Trasporti. Lo Stato Italiano, ben consci dei tanti parametri economici da rispettare a livello europeo, dovrebbe iniziare a considerare il trasporto pubblico locale non come un privilegio per "regioni ricche", andando a "premiare" a turno questa o quella Regione, ma un bene imprescindibile ed un diritto fondamentale del cittadino come lo è per esempio la sanità. A maggior ragione in Regioni come la Calabria, dove la depressione economica e lo spopolamento, può essere contrastato proprio da un rilancio del trasporto pubblico locale, sempre più integrato tra gomma e ferro, efficiente, e rispondente alle esigenze dei cittadini. Non certo con il dubbio, anno dopo anno, di non poter onorare i contratti di servizio con le aziende di trasporto pubblico locale, ed il blocco totale dello sviluppo di questo settore. Quel che è certo è che, se l'obiettivo di far cambiare rotta allo Stato Italiano verrà raggiunto, anche grazie alla sensibilità su questo tema da parte del Governo, lo si dovrà proprio alla Regione Calabria”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA