Lamezia Terme - Ultime ore da sindaco per Paolo Mascaro che a breve dovrà cedere la fascia tricolore a chi tra Mario Murone o Doris Lo Moro la spunterà nel ballottaggio con spoglio previsto per la giornata di oggi. Con una lettera ha così voluto ringraziare i dipendenti comunali di via Perugini.
"A conclusione del mandato amministrativo che ho avuto l’onore di guidare, sento il dovere – prima ancora che il desiderio – di rivolgere un pensiero di riconoscenza profonda a tutte le donne e gli uomini che, a vario titolo, compongono la grande famiglia del Comune di Lamezia Terme.
Lavoratori, funzionari, dirigenti, collaboratori, tirocinanti: siete stati, in questi anni, un tassello insostituibile, il motore silenzioso ma essenziale che ha reso possibile ogni scelta, ogni progetto, ogni passo in avanti della nostra comunità. Nulla di ciò che è stato realizzato, nessuno dei traguardi raggiunti, sarebbe stato possibile senza il vostro lavoro costante, spesso lontano dai riflettori ma sempre vicino alla concretezza dei bisogni reali.
Ho visto negli uffici comunali – anche nei momenti più difficili – la fatica dignitosa della pubblica amministrazione, la cura meticolosa delle pratiche, il valore delle competenze, la dignità delle piccole azioni quotidiane, la resistenza nei momenti di crisi. Ho riconosciuto in voi professionalità, senso civico, spirito di appartenenza, umanità.
In un tempo segnato da sfide complesse e risorse limitate, avete garantito stabilità, responsabilità e fiducia, continuando a servire la città con serietà e dedizione. E lo avete fatto non come atto formale, ma come scelta etica.
Non posso che dirvi grazie, con parole che nascono non solo dalla funzione, ma anche dal cuore e da un sincero rispetto. Ho vissuto questo mandato non come un ruolo, ma come una missione. Amministrare è stato, per me, un atto di dedizione totale, un impegno morale prima ancora che politico. E se qualcosa abbiamo costruito, lo dobbiamo anche a chi, come voi, ha creduto nel valore della collaborazione e del servizio.
Come ricordava Don Lorenzo Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia.”
Concludo questa esperienza lasciando il destino della città, come sempre, nelle mani di chi ne custodisce ogni giorno l’essenza e l’equilibrio: voi, che con discrezione, rigore e umiltà tenete in piedi una macchina complessa e indispensabile, anche quando tutto il resto tace. La città è stata l’alfa e sarà l’omega del mio agire. E oggi, con la consapevolezza del tratto di strada percorso insieme, vi affido quel che resta da costruire, con la stessa fiducia con cui ho avuto l’onore di iniziare. Grazie. Con rispetto. Con affetto".
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