Lamezia, sensibilizzazione e militanza nell’incontro “Autonomia Differenziata, disuguaglianze ignorate”

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Lamezia Terme - Un incontro pubblico molto partecipato quello che si è tenuto presso la sede di associazione “Sincronia” a Sant’Eufemia Lamezia per informare e sensibilizzare la cittadinanza rispetto alle ricadute socio-economiche, politiche e ai relativi rischi del disegno di Legge sull’autonomia regionale differenziata. L’evento è stato voluto da associazione “Il Vizio di Vivere e non solo”, rappresentata dalla presidente Marinella Pucci e dal vicepresidente Felice Lentidoro, dalle associazioni “Italia Nostra” e “Malati Cronici” rappresentate da Giuseppe Gigliotti, e da Codacons, rappresentata dal vicepresidente nazionale avvocato Francesco Di Leto, con la partecipazione di Marco Ammendola, responsabile dell’Ufficio Stampa organizzatore. 

Un quadro preoccupante, come emerso nell’introduzione di Pucci e Lentidoro, quello che potrebbe scaturire dall’approvazione del disegno di Legge che prevede l’autonomia delle regioni a legiferare autonomamente su 23 diverse materie – fra cui sanità, scuola, trasporti, infrastrutture, finanza – con evidenti conseguenze sull’apertura del divario fra regioni che dispongono di maggiori risorse e altre che invece – come la Calabria e il meridione – si trovano in difficoltà. Favorevoli al disegno, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, aree dove, come spiegato da Lentidoro, “per quanto riguarda l’ambito sanitario, i LEA (livelli essenziali di assistenza) sono sopra la soglia del 90% contro il 64% della Calabria, dove l’aspettativa di vita è diminuita di due anni e mezzo, i servizi sociali non funzionano come al nord e a Lamezia, per fare un esempio, abbiamo solo tre asili nido pubblici. Per mettere a tacere il malcontento, a cinque giorni dal voto, è stato proposto un decreto che dovrebbe diminuire le liste d’attesa nei nostri ospedali, attraverso ad esempio l’iniziativa di turni nei festivi, ma senza stanziare allo scopo neanche un euro, come se la cosa si potesse realizzare gratis”. “Anche la proposta dei LEP (livelli essenziali di prestazioni), che secondo il governo e le regioni favorevoli dovrebbero eliminare il problema del divario, non è mai stata ad oggi elaborata”, aggiunge Di Leto, “E anche qualora ciò dovesse avvenire, è ovvio che ci sarebbero delle difficoltà a rispettarli, come sta già avvenendo per i LEA”. 

Si concentra sulle difficoltà del nostro territorio l’intervento di Gigliotti, che pure descrive una situazione complessa e difficile. “Abbiamo in Regione 56 posti vuoti per la nomina di medici di base. 500 sono arrivati da Cuba, ma nel solo 2023, 500 medici calabresi sono emigrati per lavorare fuori, senza che la regione sia riuscita ad impiegarli.  Ai nostri figli, dopo la laurea e la specialistica, non resta che partire, e la situazione con questo disegno di Legge peggiorerà”. Da qui un excursus sul degrado urbano della città, e sullo scatto d’orgoglio che i cittadini dovrebbero avere di fronte ad un territorio dalle mille risorse, che andrebbe maggiormente valorizzato. “A Catanzaro la situazione non è migliore” aggiunge Di Leto, “gli asili pubblici sono solo due, e la città non è più pulita. Tutto è stato privatizzato, in un sistema dove lo scopo è il profitto e i dipendenti delle aziende in appalto sono i nuovi schiavi. Quella dell’Autonomia Differenziata è la riforma dei ricchi: ovvero quella che renderà i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, in cui le risorse ritorneranno tutte nelle mani delle stesse persone che le detengono, a dispetto del concetto di solidarietà espresso nella Costituzione”. Una Costituzione che, come spiega Marco Ammendola, vorrebbe “l’Italia una e indivisibile, senza disuguaglianze, sanità e scuola per tutti, contro la progressiva aziendalizzazione che rovina quello che era uno dei sistemi migliori al mondo”. Da qui un invito a tutti i cittadini alla militanza attiva, e a fare in modo con il proprio voto che l’Italia non diventi un luogo dove la disparità e l’ingiustizia sociale arrivino ad inquinare la norma e il vivere civile.

Giulia De Sensi

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