L'istituto Falerna-Nocera ricorda Lea Garofalo insieme a Paolo De Chiara

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Nocera Terinese - Lunedì 6 maggio le classi terze della scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo Falerna-Nocera Terinese hanno incontrato il giornalista e scrittore Paolo De Chiara, autore del libro “Una fimmina calabrese. Così Lea Garofalo sfidò la ‘ndrangheta”. Questo incontro ha rappresentato per le classi coinvolte il punto culminante di un percorso sulla storia della ‘ndrangheta e delle vittime di mafia. Gli alunni delle terze, che in questi mesi hanno letto e analizzato il libro su Lea, hanno avuto quindi l’opportunità di confrontarsi direttamente con l’autore. L’incontro si è aperto sulle note di “Imagine” di John Lennon, eseguito al clarinetto da Sofia Grandinetti (3C Nocera Marina). Gli alunni della 3A di Nocera Terinese hanno accolto tutti i presenti con la distribuzione di un segnalibro da loro realizzato, con sopra scritta la frase di Falcone “Gli uomini passano, ma le idee restano”. La dirigente scolastica, Rosaria Calabria, che ha fortemente voluto questo incontro, come “momento di crescita e arricchimento per le classi del suo Istituto”, ha introdotto i lavori e presentato agli alunni e i docenti l’autore Paolo De Chiara.

“Con molta emozione, gli alunni delle varie classi hanno potuto mostrare al giornalista De Chiara i lavori e le riflessioni svolte sulla tematica della mafia e sull’infelice vicenda della loro conterranea Lea. A rompere il ghiaccio sono stati gli alunni della 3A di Nocera Paese, che hanno presentato i lavori e i cartelloni sulla mafia, la ‘ndrangheta in particolare e la storia di Lea Garofalo. A seguire, i ragazzi della classe 3B di Nocera Marina hanno proiettato e commentato delle slides da loro realizzate, come lavoro conclusivo dopo la lettura del libro. In particolare, i ragazzi hanno selezionato, all’interno del libro di De Chiara, le fonti e le testimonianze che più li hanno colpiti e hanno messo a confronto la grettezza del linguaggio degli ‘ndranghetisti con le ben più nobili parole delle loro vittime. A concludere, gli alunni della classe 3A di Falerna Paese hanno dato voce a Denise, rimasta orfana della madre Lea – spiegano dall’istituto - L’incontro procede sulle note di “Ai giochi addio”, musica di Nino Rota, eseguito all’oboe da Pietro Floro Vito della classe 3A di Falerna Centro. Subito dopo i ragazzi di tutte le terze (3A di Falerna Centro, 3A di Nocera Paese, 3B e 3C di Nocera Marina, 3B di Falerna Marina) rivolgono a turno le loro domande all’autore Paolo De Chiara. Dopo aver ascoltato con entusiasmo e interesse tutti gli interventi e le domande dei ragazzi, il giornalista Paolo De Chiara è intervenuto con parole accorate rivolte ai giovani studenti presenti. Per prima cosa, il giornalista ha ribadito l’importanza della scuola e dell’imparare a ragionare con la propria testa. Soltanto chi allena la propria mente e ha il coraggio di dire “no” può emanciparsi dalla schiavitù della mentalità mafiosa. L’autore ha poi spiegato ai ragazzi come la ‘ndrangheta si sia ormai affermata su scala mondiale come l’organizzazione mafiosa più potente e difficile da scalfire, data la scarsissima presenza al suo interno di collaboratori di giustizia. Proprio per questo la figura di Lea assume un particolare spessore e la sua storia non deve rimanere taciuta. Il giornalista si è quindi soffermato sull’efferatezza dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Lea. “Come definireste gli uomini che si sono macchiati di un tale crimine?” – chiede De Chiara ai ragazzi. Dalla platea si sente rispondere “vigliacchi, bestie…”. Qual è allora l’unica soluzione possibile di fronte a questa mentalità mafiosa, capace di uccidere senza rimorsi? Secondo De Chiara l’esercizio del sapere e della conoscenza è l’unico modo che hanno i ragazzi di ribellarsi “a un mondo che fa schifo”. “Non fatevi bruciare il presente. Prendetevi quello che vi spetta. Ribellatevi!” sono queste le parole che racchiudono il cuore del suo intervento. Rispondendo alle domande dei ragazzi, De Chiara racconta che ha scelto di occuparsi della storia di Lea poiché il ruolo del giornalista è proprio quello di occuparsi delle storie meno trattate e in più un episodio significativo della vita di Lea, cioè il tentato rapimento, aveva avuto luogo a Campobasso, in Molise, regione d’origine del giornalista. L’autore rivela inoltre, in risposta a un’altra domanda, di aver ricevuto molte querele e perfino minacce durante il suo lavoro di indagine e scrittura. Tuttavia, preferisce non parlarne, ma rimane conscio che quando si ricevono minacce ‘vuol dire che si è toccato un nervo scoperto e allora bisogna proseguire’”.

“Affrontate la vostra vita con passione, questo vi porterà a raggiungere i vostri obiettivi”. Con queste parole si conclude l’intervento del giornalista Paolo De Chiara, che ha saputo coinvolgere la platea di giovani studenti con un linguaggio schietto e profondo. “Difficilmente gli alunni delle classi terze di Nocera e Falerna dimenticheranno questa giornata e, si spera, faranno tesoro delle parole ascoltate – concludono - E sulle note di “Moon River” di Henry Mancini, eseguito al clarinetto da Sofia Grandinetti (3C Nocera Marina), si procede ai saluti conclusivi di questa bellissima giornata”.

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