Lamezia, “Come l’arancio amaro”: al teatro Gandinetti storie di donne di Sicilia, libertà e resilienza

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Lamezia Terme - “Come l’arancio amaro” di Milena Palminteri è stato il libro protagonista, al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, del nuovo appuntamento di Caudex – Visioni letterarie, diretto da Sabrina Pugliese.  Il romanzo, Premio Bancarella 2025, è stato “raccontato” sul palco dalle parole dell’autrice, appassionata e rigorosa nel dialogo intrattenuto con Sabrina Pugliese e Marcostefano Gallo, e “sceneggiato” attraverso appropriati quadri animati, che hanno saputo restituire agli spettatori l’atmosfera del racconto e la vastità dell’intreccio della storia. 

Davanti ad un sipario ancora chiuso, una giovane donna seduta davanti alla sua scrivania, Carlotta, ha introdotto il pubblico alla sua storia. Una storia tipica delle donne siciliane, storie di sottomissioni, ma con al centro la ricerca della verità, che è ricerca delle proprie origini, storie di donne i cui destini si intrecciano dagli anni Venti fino al 1960.Da un lato c'è Nardina, la sua madre adottiva, dolce e rassegnata, costretta a fingere in un mondo dominato dalle convenzioni e dai rigidi schemi nobiliari. Dall'altro c’è Sabedda, la sua madre biologica, costretta al sacrificio straziante per amore e povertà. È un racconto potente, quello della Palminteri, che i quadri teatrali e il dialogo serrato con Sabrina Pugliese e Marcostefano Gallo indicano agli spettatori, indirizzandoli verso il contesto storico e il significato del romanzo, dove campeggia il profumo di una Sicilia magnifica ma anche crudele.

La scena teatrale ha colpito per il suo forte impatto: un bellissimo tavolo imbandito simbolo della nobiltà dominava il palcoscenico, mentre cesti di agrumi, piante grasse e teste di moro incorniciavano la narrazione, dando fondo e struttura alla recitazione del folto e talentuoso cast di attori che si sono avvicendati sul palco, Rosy Vergori, Eugenio Nicolazzo, Walter Vasta, Renato Santorelli, Ferdinando Furci, Fedora Cacciatore, Rosellina Aiello, Ruggero Chieffallo e Vincenzo Muraca. La performance corale, sapientemente diretta da Sabrina Pugliese, ha garantito che ogni voce e ogni destino trovasse la sua giusta risonanza.

A infondere l’anima musicale all’evento, è stata la voce toccante di Chiara Vescio, accompagnata dallo struggente e malinconico mandolino di Luigi Vizza e dalla chitarra di Vittorio Viscomi. Le loro note e le canzoni hanno ricordato che, nonostante le difficoltà della vita, il fiore dell'arancio amaro, simbolo di libertà, è destinato a sbocciare. L’evento si è concluso con applausi scroscianti e un gesto affettuoso: gli attori, scesi in platea, hanno offerto all’affascinato pubblico dolci tipici siciliani.

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